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Questo blog è di Danila Oppio, colei che l'ha creato, e se ne è sempre presa cura, in qualità di webmaster.

lunedì 19 marzo 2018

L'INCUBO D'UNA NOTTE di DANILA OPPIO


Paintings by Helenka Wierzbicki 



L’INCUBO D'UNA NOTTE

Passò lungo la strada che si snodava
come sciarpa zuppa di sangue liquefatto
una giovane donna dal vestito scarlatto.

I suoi piedi nudi calpestavano pietre
somiglianti  all’umana raccolta
delle catastrofi  imprevedibili e tetre.

Un puledro le trotterellava accanto
come uscito dall’Apocalisse di Dürer.
Teneva il passo con il suo. Affranto.

Camminava come avviluppata
da  stanchezza avvolta in sudario,
sconvolta, stravolta, insanguinata.

Intravedevo come il fluire grottesco
del fango, nella luce violenta di bagliori
che tagliavano il buio Caravaggesco.

D’improvviso s’aprì un giorno limpido
D’una chiarità tagliente, l’aria le sferzò
il volto tumefatto, e lo guardo liquido.

Sopra di lei un cielo angelico sul quale
andavano alla deriva nuvole effimere.
E lei correva, come Furia splendente.

Mi desto. La luce sporca del mattino
batte sul mio viso unto d’insonnia
e un pensiero mi sfiora molesto.

La vita è un azzardo avvolto nel mistero.
Dovrei scrivere forse un trattato
sulla disperazione delle cose. Ma è vero?

Rappresenta forse il sogno uno degli enigmi
più irrisolti della umana  abominazione
capace di sopravvivere alla propria dannazione?

Non ho tempo né tantomeno voglia
di scrivere degli umani errori la storia
Sento però giusto concludere così:

Niente è tanto grande da non potersi
definire piccolo al cospetto dell’eternità
E l’uomo non ravvisa ciò, nella sua cecità

Danila Oppio

RECENSIONE DI DANILA OPPIO AL LBRO ARTICOLI PER TUTTE LE MISURE DI ANGELA FABBRI


Il libro è disponibile presso la sede della nostra casa editrice, nelle librerie convenzionate e naturalmente su Amazon.
IBISKOS ULIVIERI  di  Alessandra Ulivieri
Via S. Lavagnini, 40 – 50053 EMPOLI (FI)
Tel. 0571 79807 (2 linee) – fax 0571 700633

e loro daranno tutte le informazioni (NON ci sono spese di spedizione).

Recensione di Danila Oppio per:
 ARTICOLI PER TUTTE LE MISURE DI ANGELA FABBRI.
Il progetto di Angela Fabbri di raccogliere una piccola parte dei suoi articoli pubblicati in rete sui vari blog da lei citati, l’ho trovato ottimo.
Per quanto mi riguarda, più volte ho suggerito di estrapolare dalle sue email dei passaggi davvero interessanti che avrebbero fatto presa sui lettori. Non è stata un’idea sbagliata.
L’Autrice sa esprimere con chiarezza quel che le suggerisce la sua mente laboriosa, lo fa con uno stile proprio, calamitando chi legge, e aprendo le menti a nuovi orizzonti.
Ho sempre ammirato la sua scrittura, che si discosta da quella consueta di tanti suoi colleghi, poiché pregna di fantasia, seppur ancorata alla realtà dell’umana esistenza.
Gli articoli si snodano tra politica, quotidianità personale e attualità, cavalcando tra il passato e il presente, racconti fantastici, e quant’altro che l’ispirazione del momento le ha suggerito.
Quel che più mi piace nella scrittura dell’autrice, è il suo modo di osservare il mondo, anche nei più piccoli particolari, e saperne descrivere le emozioni provate,  che riesce a trasmettere anche con brevi frasi, quasi come fossero pennellate di colore stese da un pittore sulla tela, per farne un quadro a volte astratto, talvolta espressionistico. Un esempio calzante si trova ne LA VITA PASSA IN BICICLETTA: poche frasi, quasi una poesia, capaci di esprimere un’intensa impressione visiva e l’emozione che ne deriva. Oppure gioca con il diverso significato di un vocabolo, come ne IL BAMBINO CON L’ACCETTA.
L’autrice si trasforma in un reporter e fa del buon giornalismo con EUROPA A FERRARA, per poi raccontarci una tenera fiaba attraverso la LEGGENDA di DOLCE MARJANA.  Meriterebbe che ogni suo articolo fosse citato, perché non saprei a quale di essi dare priorità assoluta. Un posto d’onore mi piace assegnarlo a LETTERA A RACHELE: fuga nel passato di straordinaria intensità e, a proposito di lettere, darei particolare risalto a LETTERA A SIXIN, nella quale Angela Fabbri si racconta.
Ogni tanto ci narra di cucina, a cominciare da LE FRITTELLE DEL PAPA, che hanno avuto premi e pubblicazioni (non le frittelle e neanche il Papa, che di pubblicità non ha certo bisogno!) mi riferisco all’articolo che potrebbe paragonarsi ad una Parabola. Con LA SCOSSA DELLA FARAONA si collega al terremoto che ha fatto tremare la pianura padana alla fine di maggio del 2012, mentre Angela era alle prese col tegame. AL PARADISO DEL RISO è un altro pezzo che tratta di cucina, poiché l’autrice non sforna solo ottimi articoli, ma anche altrettanti manicaretti.
Per concludere, ho ammirato la tenacia, la pazienza e la precisione dell’autrice nel mettere in ordine cronologico i vari articoli, nell’averli selezionati con cura e, a questo punto,  non posso che congratularmi con lei per l’ottima riuscita di questa sua ultima opera letteraria. Una vera chicca!
Consiglio caldamente la lettura di questa raccolta di brani, alcuni dei quali fanno riflettere, altri divertono, altri vi doneranno emozioni inattese.
Danila Oppio

mercoledì 14 marzo 2018

ONEIRIKOS HA OTTENUTO IL PRIMO PREMIO!

ONEIRIKOS HA OTTENUTO IL PRIMO PREMIO AL CONCORSO HOSTARIA DELLE IMMAGINI DI CORTEMAGGIORE

E poi, quando credi che tutto giri storto, arriva un pacco che ti rende felice.
Avevo partecipato al concorso indetto da Hostaria delle Immagini, di Cortemaggiore (PC) con il mio romanzo ONEIRIKOS e mi è stato comunicato di aver vinto il primo premio per libri editi. E poco fa il postino mi ha consegnato la coppa e il diploma d'Onore.









mercoledì 7 marzo 2018

8 marzo: FESTA DELLE DONNE


L’8 marzo di ogni anno si celebra la Festa della Donna o, più correttamente,  la Giornata Internazionale della Donna. Ma perché si festeggiano le donne proprio in questo giorno e qual è la storia che ha portato le donne ad essere celebrate?
Nello specifico, l’8 marzo è dedicato al riconoscimento delle lotte che sono state portate avanti dalle donne e alle loro conquiste sul piano dei diritti, dell’economia e della politica contro le discriminazioni e le violenze di cui, ancora oggi, sono vittime in molte parti del mondo.La storia di questa festa affonda le sue radici all’inizio del ‘900, a seguito di diversi eventi – anche tragici – che diedero risalto alla voce e all’importanza delle donne.
Nella manifestazione che il Partito Socialista Americano organizzò il 28 febbraio 1909 a sostegno del diritto delle donne al voto, le donne si attivarono sul tema delle rivendicazioni sociali e molte decisero di scioperare e scendere in piazza per molti giorni: chiedevano un aumento di salario e il miglioramento delle loro condizioni di lavoro. Nell’anno successivo, il 1910, il VIII Congresso dell’Internazionale Socialista propose l’istituzione di una giornata dedicata alle donne, per dare ancora maggiore credito e importanza alla donna in quanto tale, ma anche come madre e lavoratrice.
Un anno dopo ancora, ovvero nel 1911, a New York una grave tragedia colpì la fabbrica di abbigliamento Triangle che andò a fuoco: 123 donne persero la vita. Da allora le sollevazioni femministe si moltiplicarono in tutta Europa ma fu solo nel 1917, quando le donne russe di San Pietroburgo scesero in piazza per chiedere la fine della guerra, che si fissò all’8 marzo la vera Festa della Donna.
Cinque anni dopo, la ricorrenza cominciò a essere celebrata anche in Italia e, nel 1945, l’iniziativa si consolidò. Nel 1946 tutta l’Italia partecipò alla Festa della Donna e si scelse la mimosa, la pianta che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, come simbolo e omaggio alle donne.

I fiori gialli delle mimosa, vivaci e allegri, sono diventati il simbolo della festa della donna e hanno un significato ben preciso: prima di regalare un rametto di mimosa a una donna, leggete attentamente!
La mimosa è una pianta che è stata importata in Europa all’inizio del XIX secolo: originaria dell’Australia, in Europa ha trovato il clima ideale per crescere e svilupparsi. I suoi rami sbocciano a fine inverno e con il loro colore giallo paglierino smorzano all’istante il grigiore dell’inverno per portare l’allegria della primavera.
Secondo gli Indiani d’America i fiori della mimosa significano forza e femminilità. Non è quindi un caso che sia stato eletto fiore simbolo della festa della donna: non solo infatti fiorisce proprio in concomitanza dell’8 marzo, ma ha un significato in linea con la ricorrenza.
La mimosa venne infatti scelta come fiore per commemorare le operai morte durante un incendio nella fabbrica di New York in cui lavoravano. Il triste episodio avvenne proprio l’8 marzo del 1908.
Nel 1946 l’U.D.I (Unione Donne Italiane) scelse la mimosa come fiore perfetto per simboleggiare la festa della donna: è infatti un fiore che cresce spontaneamente in molte parti d’Italia, è economico ed è facile avere un rametto piccolo da appuntare alla camicetta o alla giacca.
Il regalo tipico per la festa della donna? Un mazzo di mimose. Un bel pensiero, denso di significato, che però, se non si cura a dovere, rischia di durare molto poco.
La mimosa è, infatti, un fiore molto delicato dalla vita molto breve. Per farla durare più a lungo potete utilizzare un piccolo trucchetto. Con un coltellino affilato eliminate tutte le foglie rovinate e quelle alla base dei rametti. Questi, infatti, marciscono più rapidamente perché sono a contatto con l’acqua del vaso.
Poi, per conservare più a lungo la mimosa recisa, bisogna immergerla in abbondante acqua pulita, fresca e inacidita con due gocce di limone. Il vaso va poi collocato in piena luce, ma lontano dalle fonti di calore, come i termosifoni.La mimosa è una pianta che rilascia molta acqua attraverso la traspirazione, quindi bisogna evitare che ne perda troppa e troppo velocemente, continuando a offrirgliene di nuova e collocandola in un ambiente fresco e umido. Diversamente seccherà molto in fretta.
Inoltre, pur avendo bisogno di luce, la mimosa non ha bisogno di temperature elevate. Non a caso, le foglie di mimosa, che sono a loro volta composte da tante piccole foglioline, si ritraggono se la temperatura supera i 20°C. Questo, di nuovo, per evitare di perdere troppa acqua e di morire più velocemente.
Ed ora, dopo quanto sopra dedicato alle donne, alla loro festa, vorrei fare una battuta non certo spiritosa, riguardo ai signori uomini che, più che festeggiare le donne, fanno loro la festa. Non passa giorno che una triste e vergognosa notizia venga diffusa sui media: donne violentate, donne massacrate di botte, donne uccise spesso da un infame marito, magari insieme ai figli, come accaduto recentemente. Donne fatte a pezzi da feroci assassini, donne che nel segreto dei muri domestici sono costrette ad angherie. Donne straniere, uccise dai propri padri perché desiderose di adeguarsi ai costumi occidentali. Donne che, malgrado il loro desiderio di pari diritti, nei posti di lavoro sono sotto-pagate rispetto agli uomini. Donne abusate in Syria che, per ottenere pane e sapone, debbono cedere alle violenze da parte di operatatori umanitari (ma che hanno di umano?) che lavorano per conto  dell’ONU o di altre ong. Un lungo, interminabile elenco di sopraffazioni. Situazioni che si sperava fossero relegate nel tempo del Medioevo. Invece accadono ancora oggi.Queste mie poesie, scritte contro la violenza sulle donne, le dedico a tutte quelle che hanno subito ogni genere di brutalità, sia fisica che morale, a quelle povere donne la cui vita non valeva nulla agli occhi dei propri aguzzini.
Poetesse arrabbiate 
Fulgide essenze le donne
A lievi e decisi passi sortite
Da un’assemblea di fate
In combattenti trasformate

Mascherate da miti sorrisi
Quelle sofferenze appese
Su nodosi rami contorti
Da gravi impietose offese

Cantano di donne violate
Uccise da amori falsati
Bruciate da quei fidanzati
Calpestate, poi annientate.

Cantano, come usignoli
Rinchiusi in dorata gabbia
Invocando libertà e giustizia
Con grida furiose di rabbia.

Cancellato ormai il tempo
Sdolcinato, tra rose e viole
Gli amari versi gridati
Squarciano le loro gole.

Vergognati, lurido verme
 Deciso a strappare alla vita
Distrutta, lasciata inerme
Lei, ch’hai lasciato ferita.

Armate di penna e di versi
Agguerrite da energico piglio 
   A lottare per difendere la vita   
 Donne non più allo sbaraglio.

Basta con violenze e soprusi
Siate uomini e non animali
Non più soggettate ad abusi
Onoratele come fossero altari.      

(Poesia tra le 20 finaliste selezionate per l'antologia Voci di Donne organizzata
dalla Associazione Mafalda - Voci di Donne di Biella)


Violenza
(In memoria di Jyoti Singh Pandey e di tutte le donne violate e uccise da esseri ignobili)
Hanno straziato il suo cuore
Mandandolo in frantumi
Sminuzzato in coriandoli
In mille schegge di sangue
Rappreso, ormai bluastro
Poiché il rosso è scomparso
Dentro vene di cemento

Ora indurita e ripiegata
In se stessa gelida
Statua di pietra serpentina
Di quel cuore raccoglie
Il poco che ne è rimasto

Qualche briciola dimenticata
Da ghignanti iene bavose
E famelici avvoltoi rapaci

Tutti fanno festa al banchetto
Di ciò che di lei rimane
Ubriacandosi e schiamazzando
In volgarità e insipienti lazzi

Trasformata in freddo marmo
Lacrima gocce di piombo
Lentamente spirando

 (Poesia che ha ottenuto il premio speciale al concorso LA MOLE di Torino 2013 e pubblicata lo scorso anno nell'antologia NON UCCIDERE-Caino e Abele dei giorni nostri a cura di Izabella Kostka e Lorenzo Spurio)

A UN PASSO DAL TRAGUARDO di TOMMASO MONDELLI

Tommaso Mondelli - A un passo dal traguardo



Autore: Tommaso Mondelli
Titolo: A un passo dal traguardoEditore: L’ArgoLibro
Pubblicazione a cura di Danila Oppio
In copertina: disegno di Danila Oppio
Prefazione di Ivana Leone
Anno di pubblicazione: 2018
Numero pagine: 130

Copertina: a colori, cartoncino brossurato
Formato: 14,5x21
Prezzo di copertina euro 10,00
Spese di spedizione euro 4,63 (raccomandata postale)
Per contattare l’autore: 
mondelli.tommaso@alice.it
Per info e ordini: largolibro@gmail.com 

Tommaso Mondelli continua a donarci opere di grande riflessione, di particolare pregio sotto tutti i punti di vista.
Chi scrive è un grande artista, e non solo, che ha attraversato gran parte del secolo scorso e continua, oggi come in passato, a riflettere insieme al lettore sulla vita intesa nella sua accezione più ampia.
Come sottolinea Ivana Leone nella prefazione, “occorre che l’uomo non si perda dietro inutili frivolezze”: Dall’alto del suo “quasi secolo” di vita, Tommaso Mondelli è ben consapevole di questa necessità: è un’esperienza sterminata, la sua, e può insegnarci a guardare al di là delle tante, troppe distrazioni che quotidianamente ci raggiungono, ci colpiscono, ci assillano. In queste pagine, invece, si bada all’essenziale, perché chi scrive sa che è solo da esso che può scaturire un’autentica lezione di vita.
Potremmo definire “A un passo dal traguardo” un ottimo testo di filosofia pratica; lo è senz’altro, ma è anche molto di più, perché Tommaso Mondelli è un grande artista e, come tale, ci trasmette quel “qualcosa in più” che non potrebbe comunicarci un saggista.
Non manca, nella parte finale, anche una nuova sezione di poesie: il verso di Tommaso è particolarmente originale, musicale, denso, al tempo stesso leggero e carico di significati.
Oltre ad Ivana Leone, va ringraziata in modo particolare Danila Oppio, grande artista anche lei, che ha curato la pubblicazione con la consueta sensibilità e attenzione che da anni dedica ai libri di Tommaso Mondelli.
L’avventura artistica continua…

L’Editore di LargoLibro