benvenuti

Questo blog è di Danila Oppio, colei che l'ha creato, e se ne è sempre presa cura, in qualità di webmaster.

martedì 30 maggio 2017

LA BARBA DI DIOGENE - Rivista filosofica online


Secondo numero della rivista a carattere filosofico edita da Ipazia Books.
In questo numero, tanti interessanti articoli e nell'angolo della poesia, denominato 
L'ANTRO DI CALLIOPE, a pag. 10 potrete leggere due composizioni di Rina Brundu, 
una di Danila Oppio e un'altra Tommaso Mondelli, che sono lieta di riproporre anche
 in questa sede.

Per leggere tutti gli articoli, vi suggerisco di aprire questo link diretto:

Oppure scaricate il seguente pdf.

Se cliccate sull'immagine, dovrebbe ingrandirsi ed risultare leggibile, in ogni caso
 ho ingrandito un poco le due poesie di Tommaso Mondelli e Danila Oppio. Se ciò 
non dovesse accadere, il pdf o l'issue della rivista, vi presenterà le pagine
 perfettamente leggibili.





Buona lettura di tutta l'interessantissima rivista.

Danila Oppio

venerdì 26 maggio 2017

ONEIRIKOS romanzo di Danila Oppio


Il mio romanzo Oneirikos è ora sul sito dell'Editore, e lo potrete trovare a questi due link:
oppure richiederlo direttamente  me, a questa email:danilaoppio@gmail.com




venerdì 26 maggio 2017

Danila Oppio - ONEIRIKOS



Autrice: Danila Oppio
Titolo: ONEIRIKOS

Editore: L’ArgoLibro

Anno di pubblicazione: 2017 

Numero pagine: 128

Formato: 14,8x21

Codice ISBN: 978-88-94907-07-7

Prezzo di copertina euro 12,00

Spese di spedizione euro 4,63 (raccomandata postale)

Per info e ordini: largolibro@gmail.com 
Per contattare l’autrice:  danilaoppio@gmail.com  

Un romanzo molto particolare, questo di Danila Oppio: un dialogo denso, sorprendente, colmo di sapienza che si fa emozione, di conoscenza che tocca le corde più profonde dell’animo di chi legge.
È una possibilità, questa, che ci viene offerta solo dall’arte, quando – beninteso – l’artista possiede la capacità di “andare oltre” le apparenze. “ONEIRIKOS” vuole essere proprio questo: uno sguardo (duplice: maschile e femminile) che si solleva e guarda gli eventi dall’alto, dal di fuori, e quindi “oltre” ciò che è manifestazione apparente.
L’excursus storico s’intreccia con profonde considerazioni, il richiamo della bellezza artistica incontra la quotidianità che a volte ferisce e altre volte insegna: un “tutt’uno” che si incontra in pagine appassionanti che sono tali anche per la bravura squisitamente artistica dell’autrice.
“Danila mi ha fatto vivere nell’Eden, poi in via Panisperna, nel deserto del Nevada, tra le macerie di Hiroshima, ma anche nell’Empireo, nei cieli di Dio e in quelli di Dante”, scrive Salvo Figura nella sua introduzione. È proprio così: nella ricerca feconda di un Senso, insieme ai protagonisti, attraversiamo epoche apparentemente lontanissime una dall’altra. Invece, leggendo “ONEIRIKOS”, ci accorgiamo dei sottili ma ben presenti legami, riconosciamo le motivazioni “interiori” che guidano scelte a prima vista del tutto incomprensibili.
Eve e Adam richiamano, naturalmente, la prima donna e il primo uomo, ed è un richiamo ideale ed efficace per “riportarci” all’essenza di ciò che va compreso. La celeberrima, terribile foto del bambino di Hiroshima, che chiude il romanzo, è sempre lì a ricordarci l’assoluta necessità di comprendere “prima” l’insensatezza di certe nostre azioni guidate dall’odio.

Rimarca, nella postfazione, Tommaso Mondelli: “Il romanzo evoca l’insensatezza umana, a causa della quale il sole non riesce più a illuminare la Terra. Che ne resta dell'uomo, se di una possibile apocalisse ne fosse il diretto responsabile?” Una domanda alla quale non possiamo non rispondere, e splendide opere come questa di Danila Oppio ci aiutano. 
L'Editore

giovedì 25 maggio 2017

ANTOLOGIA AA.VV. NON UCCIDERE CAINO E ABELE DEI NOSTRI GIORNI


Tre  mie poesie sono state pubblicate nell'antologia qui illustrata. 
Si tratta di:
VIOLENZA che si è qualificata al secondo posto ex-aequo al concorso LA MOLE di Torino
ULULATO che ha conseguito il 4° premio ex-aequo al concorso Hostaria delle Immagini
DELICATE SUGGESTIONI che ha ottenuto il diploma di merito al concorso indetto dal Caffè Letterario  La Luna e il Drago

Felice che siano state selezionate per far parte dell'antologia curata da Izabella Teresa Kostka e Lorenzo Spurio, poiché ho molto gradito fossero unite nello stesso contesto, al fine di opera di bene. 

Danila Oppio

ONEIRIKOS: anteprima del nuovo romanzo di Danila Oppio



Appena uscito, il mio nuovo romanzo ONEIRIKOS, edito da LargoLibro. 
In attesa che la Casa Editrice lo presenti sul suo sito, ve ne offro un assaggio.

In quarta di copertina potrete leggere una breve mia nota. 

Qui sotto, riporto la prefazione del dottor Salvo Figura - medico anestesista e 
rianimatore,  nonché scrittore, e la postfazione del Dott. Cav. Tommaso Mondelli, 
poeta e scrittore.

Ringrazio entrambi per avermi affiancato e sostenuto in questo mio lavoro, e 
spero che chi desidera leggerlo, lo passa apprezzare.
Per chi lo vuole, è sufficiente che scriva al mio 
indirizzo email: danilaoppio@gmail.com e provvederò a spedirlo con 
dedica personalizzata. 
Il costo del libro è di 12 euro, comprese le spese postali.
Chi invece desiderasse acquistarlo direttamente dall'editore, potrà farlo non
 appena lo stesso ne avrà pubblicato le coordinate.

***

Prefazione


Gli autori di narrativa hanno una naturale diffidenza verso i poeti e le 
prosatrici perché abbondano con “d” eufoniche, con i “che”, le assonanze e, 
se si accostano alla narrativa, di qualunque genere, si trascinano dietro 
le loro regole-non regole.
Recalcitranti nell’accettarle e ribelli fino all’ammutinamento se si cerca
 di correggerli.
La narrativa è tecnica e “pancia”, la poesia e la prosa sono un insieme di 
cuore e pancia che scorrazzano sul foglio bianco, come su una prateria, liberi o quasi dalle briglie della tecnica. Tant’è che si dice “licenza poetica”.
E anch’io, come loro, quando mi proposi come editor del romanzo di Danila 
fui sul punto di… pentirmi, conoscendo lei già come una poetessa, 
un’ottima poetessa, ma proprio per questo, legata a doppio filo con quelle 
non regole.
Poi lessi l’incipit, le prime quattro cartelle, la sinossi completa, e la curiosità 
si fece materia viva, scacciando lo scetticismo. Così l’attrazione divenne 
una fune che mi ancorò alla sedia; una gomena alla sua bitta. E di pagina
 in pagina mi sono ritrovato alla fine indenne dal “Moloch ribelle”. Nel 
romanzo di Danila Oppio ho trovato un’idea, un “dinosauro” (così si definisce
 in gergo, l’idea forte che regge storia e trama) che non immaginavo
 di rinvenire.
Ottimi fraseggi. Bei dialoghi, calati in ambienti bucolici, Kafkiani o in 
zone sperdute del Pianeta distrutto dalla follia dell’uomo.
Danila mi ha fatto vivere nell’Eden, poi in via Panisperna, nel deserto 
del Nevada, tra le macerie di Hiroshima, ma anche nell’Empireo, nei cieli
 di Dio e in quelli di Dante.
      Ha applicato alla lettera lo show, don’t tell. La trama si dipana in un 
fitto dialogo fatto di telepatia e parole vere tra due esseri sopravvissuti a 
una catastrofe nucleare. Tracce di Romance e di SciFi ben intrecciate, dove 
Danila, anzi i suoi personaggi sono vivi, e con maestria,ammoniscono, rimpiangono, maledicono, sperano… e con loro i lettori, presi in un vortice
 di smarrimento: quello che li prende quando sono sospesi nel sogno del sogno, nella sospensione dell’incredulità.Il lettore vive quel mondo in un 
continuo cambio di PdV giostrato con maestria, fino al finale che 
giunge inaspettato, come nei migliori thriller, o nei migliori “Timeless”.
Poche le correzioni da fare in questo bel romanzo, e anche le 
citazioni, ricorrenti e precise, aiutano i meno “attrezzati”.
Un’ottima performance, insomma, e sarebbe facile, oltre che banale, 
affermare che in Danila Oppio, si avveri il: IN NOMEN OMEN. Ovvero che 
“Oppio provochi dipendenza nel lettore!”
Questa è una “prova d’autore” ben riuscita, e so che ne seguiranno 
molte altre ancora.

Salvo Figura

 ***
Postfazione

C'è proprio da meravigliarsi se da un'aulica penna, come quella che danza tra
 le dita della brillante scrittrice Danila Oppio, intinta nel mare azzurro della
 fantasia, sia nato un poema?
L’autrice non è alla sua prima esperienza, ha già pubblicato in cartaceo un 
romanzo breve, una fiaba modernauna silloge poetica, in tandem con il sottoscritto e, per ogni altra sua produzione, vi rinvio alla sua 
breve biografia. Torno alla recensione.

Romanzo fantastico che raccoglie memorie storiche, letterarie e scientifiche in
cui il lettore si trova coinvolto in un’avventura che si svolge In un clima 
surreale, dove l’autrice sfiora alcuni tasti degli umani sentimenti e situazioni 
di vita vissuta.

Il racconto si basa su un dialogo, nato da un ideale incontro tra due scrittori, 
 alla ricerca di una memoria storica su ciò che è andato perduto. Per sempre?
Ho avuto il piacere e la fortuna di leggere il racconto in bozza. La storia è avvincente e scorrevole. La fine del mondo è in attesa, sempre rievocata. 
E' una promessa o una minaccia? Siamo preparati, dobbiamo crederci?
Le cose che dovranno accadere non potranno essere evitate dall’uomo, ma 
quelle che potrebbero accadere per sua colpa, sì. E' ammissibile che una 
riflessione possa dare all’umanità un volto più dignitoso e un futuro migliore?
Il romanzo evoca l’insensatezza umana, a causa della quale il sole non riesce 
più a illuminare la Terra. Che ne resta dell'uomo, se di una possibile apocalisse
 ne fosse il diretto responsabile?
Il romanzo, che scorre in una coinvolgente lettura, conduce a meditare sulla
attuale società. Studiosi di diverse discipline (antropologi, sociologi, 
biologi) stimano che i mutamenti in atto stiano modificando, in modo irreversibile, il nostro sistema di vita quotidiano, il modo di pensare e di percepire il mondo e 
la convivenza umana. E’ innegabile che vi siano oggi grandi vantaggi rispetto
 al passato, ma l’autrice desidera anche metterci in guardia, allertandoci su aspetti meno positivi. 
Tommaso Mondelli 

mercoledì 24 maggio 2017

AVEVA RAGIONE QUELLA PAZZA DI ORIANA FALLACI.

Dopo l'ennesima strage degli innocenti, è bene rileggere quanto più volte ha ribadito Oriana Fallaci. Ne ha pubblicato, sull'argomento, diversi libri. 
  • La rabbia e l'orgoglio (2001)
  • La forza della ragione (2004)
  • Oriana Fallaci intervista se stessa (2004)




Sull'islam aveva ragione quella "pazza" di Oriana Fallaci

L'odio per l'Occidente, il fallimento dell'integrazione: in queste righe sembra di leggere la cronaca di oggi. 




Leggete queste righe come fossero un saggio scritto ieri, e avrete una valida analisi dei fatti di attualità degli ultimi giorni. Ma, com'è ovvio, le righe che seguono sono state scritte da Oriana Fallaci non in queste ore, ma all'indomani dell'11 settembre del 2001, dopo l'attacco alle Torri Gemelle. Parole scritte con rabbia e con l'intensità di cui lei era capace, ma anche con coraggio. Un coraggio che dette fastidio a chi preferiva non intendere le sue ragioni. 


Sono anni che come una Cassandra mi sgolo a gridare «Troia brucia, Troia brucia». Anni che ripeto al vento la verità sul Mostro e sui complici del Mostro cioè sui collaborazionisti che in buona o cattiva fede gli spalancano le porte. Che come nell'Apocalisse dell'evangelista Giovanni si gettano ai suoi piedi e si lasciano imprimere il marchio della vergogna. Incominciai con La Rabbia e l'Orgoglio . Continuai con La Forza della Ragione . Proseguii con Oriana Fallaci intervista sé stessa e con L'Apocalisse . I libri, le idee, per cui in Francia mi processarono nel 2002 con l'accusa di razzismo-religioso e xenofobia. Per cui in Svizzera chiesero al nostro ministro della Giustizia la mia estradizione in manette. Per cui in Italia verrò processata con l'accusa di vilipendio all'Islam cioè reato di opinione. Libri, idee, per cui la Sinistra al Caviale e la Destra al Fois Gras ed anche il Centro al Prosciutto mi hanno denigrata vilipesa messa alla gogna insieme a coloro che la pensano come me. Cioè insieme al popolo savio e indifeso che nei loro salotti viene definito dai radical-chic «plebaglia-di-destra». E sui giornali che nel migliore dei casi mi opponevano farisaicamente la congiura del silenzio ora appaiono titoli composti coi miei concetti e le mie parole. Guerra-all'Occidente, Culto-della-Morte, Suicidio-dell'Europa, Sveglia-Italia-Sveglia.

Il nemico è in casa

Continua la fandonia dell'Islam «moderato», la commedia della tolleranza, la bugia dell'integrazione, la farsa del pluriculturalismo. E con questa, il tentativo di farci credere che il nemico è costituito da un'esigua minoranza e che quella esigua minoranza vive in Paesi lontani. Be', il nemico non è affatto un'esigua minoranza. E ce l'abbiamo in casa. Ed è un nemico che a colpo d'occhio non sembra un nemico. Senza la barba, vestito all'occidentale, e secondo i suoi complici in buona o in malafede perfettamente-inserito-nel-nostro-sistema-sociale. Cioè col permesso di soggiorno. Con l'automobile. Con la famiglia. E pazienza se la famiglia è spesso composta da due o tre mogli, pazienza se la moglie o le mogli le fracassa di botte, pazienza se non di rado uccide la figlia in blue jeans, pazienza se ogni tanto suo figlio stupra la quindicenne bolognese che col fidanzato passeggia nel parco. È un nemico che trattiamo da amico. Che tuttavia ci odia e ci disprezza con intensità. Un nemico che in nome dell'umanitarismo e dell'asilo politico accogliamo a migliaia per volta anche se i Centri di accoglienza straripano, scoppiano, e non si sa più dove metterlo. Un nemico che in nome della «necessità» (ma quale necessità, la necessità di riempire le strade coi venditori ambulanti e gli spacciatori di droga?) invitiamo anche attraverso l'Olimpo Costituzionale. «Venite, cari, venite. Abbiamo tanto bisogno di voi». Un nemico che le moschee le trasforma in caserme, in campi di addestramento, in centri di reclutamento per i terroristi, e che obbedisce ciecamente all'imam. Un nemico che in virtù della libera circolazione voluta dal trattato di Schengen scorrazza a suo piacimento per l'Eurabia sicché per andare da Londra a Marsiglia, da Colonia a Milano o viceversa, non deve esibire alcun documento. Può essere un terrorista che si sposta per organizzare o materializzare un massacro, può avere addosso tutto l'esplosivo che vuole: nessuno lo ferma, nessuno lo tocca.

Il crocifisso sparirà

Un nemico che appena installato nelle nostre città o nelle nostre campagne si abbandona alle prepotenze ed esige l'alloggio gratuito o semi-gratuito nonché il voto e la cittadinanza. Tutte cose che ottiene senza difficoltà. Un nemico che ci impone le proprie regole e i propri costumi. Che bandisce il maiale dalle mense delle scuole, delle fabbriche, delle prigioni. Che aggredisce la maestra o la preside perché una scolara bene educata ha gentilmente offerto al compagno di classe musulmano la frittella di riso al marsala cioè «col liquore». E-attenta-a-non-ripeter-l'oltraggio. Un nemico che negli asili vuole abolire anzi abolisce il Presepe e Babbo Natale. Che il crocifisso lo toglie dalle aule scolastiche, lo getta giù dalle finestre degli ospedali, lo definisce «un cadaverino ignudo e messo lì per spaventare i bambini musulmani». Un nemico che in Inghilterra s'imbottisce le scarpe di esplosivo onde far saltare in aria il jumbo del volo Parigi-Miami. Un nemico che ad Amsterdam uccide Theo van Gogh colpevole di girare documentari sulla schiavitù delle musulmane e che dopo averlo ucciso gli apre il ventre, ci ficca dentro una lettera con la condanna a morte della sua migliore amica. Il nemico, infine, per il quale trovi sempre un magistrato clemente cioè pronto a scarcerarlo. E che i governi eurobei (ndr: non si tratta d'un errore tipografico, voglio proprio dire eurobei non europei) non espellono neanche se è clandestino.

Dialogo tra civiltà

Apriti cielo se chiedi qual è l'altra civiltà, cosa c'è di civile in una civiltà che non conosce neanche il significato della parola libertà. Che per libertà, hurryya, intende «emancipazione dalla schiavitù». Che la parola hurryya la coniò soltanto alla fine dell'Ottocento per poter firmare un trattato commerciale. Che nella democrazia vede Satana e la combatte con gli esplosivi, le teste tagliate. Che dei Diritti dell'Uomo da noi tanto strombazzati e verso i musulmani scrupolosamente applicati non vuole neanche sentirne parlare. Infatti rifiuta di sottoscrivere la Carta dei Diritti Umani compilata dall'Onu e la sostituisce con la Carta dei Diritti Umani compilata dalla Conferenza Araba. Apriti cielo anche se chiedi che cosa c'è di civile in una civiltà che tratta le donne come le tratta. L'Islam è il Corano, cari miei. Comunque e dovunque. E il Corano è incompatibile con la Libertà, è incompatibile con la Democrazia, è incompatibile con i Diritti Umani. È incompatibile col concetto di civiltà.

Una strage in Italia?

La strage toccherà davvero anche a noi, la prossima volta toccherà davvero a noi? Oh, sì. Non ne ho il minimo dubbio. Non l'ho mai avuto. E aggiungo: non ci hanno ancora attaccato in quanto avevano bisogno della landing-zone, della testa di ponte, del comodo avamposto che si chiama Italia. Comodo geograficamente perché è il più vicino al Medio Oriente e all'Africa cioè ai Paesi che forniscono il grosso della truppa. Comodo strategicamente perché a quella truppa offriamo buonismo e collaborazionismo, coglioneria e viltà. Ma presto si scateneranno. Molti italiani non ci credono ancora. Si comportano come i bambini per cui la parola Morte non ha alcun significato. O come gli scriteriati cui la morte sembra una disgrazia che riguarda gli altri e basta. Nel caso peggiore, una disgrazia che li colpirà per ultimi. Peggio: credono che per scansarla basti fare i furbi cioè leccarle i piedi.

Multiculturalismo, che panzana

L'Eurabia ha costruito la panzana del pacifismo multiculturalista, ha sostituito il termine «migliore» col termine «diverso-differente», s'è messa a blaterare che non esistono civiltà migliori. Non esistono principii e valori migliori, esistono soltanto diversità e differenze di comportamento. Questo ha criminalizzato anzi criminalizza chi esprime giudizi, chi indica meriti e demeriti, chi distingue il Bene dal Male e chiama il Male col proprio nome. Che l'Europa vive nella paura e che il terrorismo islamico ha un obbiettivo molto preciso: distruggere l'Occidente ossia cancellare i nostri principii, i nostri valori, le nostre tradizioni, la nostra civiltà. Ma il mio discorso è caduto nel vuoto. Perché? Perché nessuno o quasi nessuno l'ha raccolto. Perché anche per lui i vassalli della Destra stupida e della Sinistra bugiarda, gli intellettuali e i giornali e le tv insomma i tiranni del politically correct , hanno messo in atto la Congiura del Silenzio. Hanno fatto di quel tema un tabù.

Conquista demografica

Nell'Europa soggiogata il tema della fertilità islamica è un tabù che nessuno osa sfidare. Se ci provi, finisci dritto in tribunale per razzismo-xenofobia-blasfemia. Ma nessun processo liberticida potrà mai negare ciò di cui essi stessi si vantano. Ossia il fatto che nell'ultimo mezzo secolo i musulmani siano cresciuti del 235 per cento (i cristiani solo del 47 per cento). Che nel 1996 fossero un miliardo e 483 milioni. Nel 2001, un miliardo e 624 milioni. Nel 2002, un miliardo e 657 milioni. Nessun giudice liberticida potrà mai ignorare i dati, forniti dall'Onu, che ai musulmani attribuiscono un tasso di crescita oscillante tra il 4,60 e il 6,40 per cento all'anno (i cristiani, solo 1'1 e 40 per cento). Nessuna legge liberticida potrà mai smentire che proprio grazie a quella travolgente fertilità negli anni Settanta e Ottanta gli sciiti abbiano potuto impossessarsi di Beirut, spodestare la maggioranza cristiano-maronita. Tantomeno potrà negare che nell'Unione Europea i neonati musulmani siano ogni anno il dieci per cento, che a Bruxelles raggiungano il trenta per cento, a Marsiglia il sessanta per cento, e che in varie città italiane la percentuale stia salendo drammaticamente sicché nel 2015 gli attuali cinquecentomila nipotini di Allah da noi saranno almeno un milione.

Addio Europa, c'è l'Eurabia

L'Europa non c'è più. C'è l'Eurabia. Che cosa intende per Europa? Una cosiddetta Unione Europea che nella sua ridicola e truffaldina Costituzione accantona quindi nega le nostre radici cristiane, la nostra essenza? L'Unione Europea è solo il club finanziario che dico io. Un club voluto dagli eterni padroni di questo continente cioè dalla Francia e dalla Germania. È una bugia per tenere in piedi il fottutissimo euro e sostenere l'antiamericanismo, l'odio per l'Occidente. È una scusa per pagare stipendi sfacciati ed esenti da tasse agli europarlamentari che come i funzionari della Commissione Europea se la spassano a Bruxelles. È un trucco per ficcare il naso nelle nostre tasche e introdurre cibi geneticamente modificati nel nostro organismo. Sicché oltre a crescere ignorando il sapore della Verità le nuove generazioni crescono senza conoscere il sapore del buon nutrimento. E insieme al cancro dell'anima si beccano il cancro del corpo.

Integrazione impossibile

La storia delle frittelle al marsala offre uno squarcio significativo sulla presunta integrazione con cui si cerca di far credere che esiste un Islam ben distinto dall'Islam del terrorismo. Un Islam mite, progredito, moderato, quindi pronto a capire la nostra cultura e a rispettare la nostra libertà. Virgilio infatti ha una sorellina che va alle elementari e una nonna che fa le frittelle di riso come si usa in Toscana. Cioè con un cucchiaio di marsala dentro l'impasto. Tempo addietro la sorellina se le portò a scuola, le offrì ai compagni di classe, e tra i compagni di classe c'è un bambino musulmano. Al bambino musulmano piacquero in modo particolare, così quel giorno tornò a casa strillando tutto contento: «Mamma, me le fai anche te le frittelle di riso al marsala? Le ho mangiate stamani a scuola e...». Apriti cielo. L'indomani il padre di detto bambino si presentò alla preside col Corano in pugno. Le disse che aver offerto le frittelle col liquore a suo figlio era stato un oltraggio ad Allah, e dopo aver preteso le scuse la diffidò dal lasciar portare quell'immondo cibo a scuola. Cosa per cui Virgilio mi rammenta che negli asili non si erige più il Presepe, che nelle aule si toglie dal muro il crocifisso, che nelle mense studentesche s'è abolito il maiale. Poi si pone il fatale interrogativo: «Ma chi deve integrarsi, noi o loro?».

L'islam moderato non esiste

Il declino dell'intelligenza è il declino della Ragione. E tutto ciò che oggi accade in Europa, in Eurabia, ma soprattutto in Italia è declino della Ragione. Prima d'essere eticamente sbagliato è intellettualmente sbagliato. Contro Ragione. Illudersi che esista un Islam buono e un Islam cattivo ossia non capire che esiste un Islam e basta, che tutto l'Islam è uno stagno e che di questo passo finiamo con l'affogar dentro lo stagno, è contro Ragione. Non difendere il proprio territorio, la propria casa, i propri figli, la propria dignità, la propria essenza, è contro Ragione. Accettare passivamente le sciocche o ciniche menzogne che ci vengono somministrate come l'arsenico nella minestra è contro Ragione. Assuefarsi, rassegnarsi, arrendersi per viltà o per pigrizia è contro Ragione. Morire di sete e di solitudine in un deserto sul quale il Sole di Allah brilla al posto del Sol dell'Avvenir è contro Ragione.

Ecco cos'è il Corano

Perché non si può purgare l'impurgabile, censurare l'incensurabile, correggere l'incorreggibile. Ed anche dopo aver cercato il pelo nell'uovo, paragonato l'edizione della Rizzoli con quella dell'Ucoii, qualsiasi islamista con un po' di cervello ti dirà che qualsiasi testo tu scelga la sostanza non cambia. Le Sure sulla jihad intesa come Guerra Santa rimangono. E così le punizioni corporali. Così la poligamia, la sottomissione anzi la schiavizzazione della donna. Così l'odio per l'Occidente, le maledizioni ai cristiani e agli ebrei cioè ai cani infedeli.

DELUSIONE aforisma di Oriana Fallaci