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Questo blog è di Danila Oppio, colei che l'ha creato, e se ne è sempre presa cura, in qualità di webmaster.

lunedì 7 novembre 2016

Giocando con Essa, l'elefantessa




Non posso scordare
la mia memoria
è un’elefantessa

Non posso dimenticare
quante menzogne
nella tua promessa.

Non posso scordare
tutto quello che
m’ha lasciata perplessa.

Non posso dimenticare
quanto il tuo egoismo
m’abbia repressa.

Non posso scordare
quella tua indifferenza
che m’ha oppressa.

Non posso dimenticare
i tuoi annunciati addii
che m’han depressa.

Non posso scordare
quanto la mia sofferenza
non t’interessa.

Non posso dimenticare
neppur la disillusione
Che m’hai trasmessa.

Non posso scordare
tutto quel tempo
In cui m’hai fatto fessa.

Non posso dimenticare
perciò ti sto scrivendo
questa premessa.

Per dirti che non posso
neppur scordare
quel che era buono
ed è un paradosso.

Or mi sia concessa
una parola espressa
(Suvvia, confessa,
non te l’aspettavi vero?)
quanto sia complessa
l’immagine impressa
nel cuor di poetessa.

Non posso dimenticare
(e quanto ne sia ancor perplessa)
le tue frasi appassionate
Oh, non le ho scordate!

Ma ora sono leonessa,
o una timida vanessa
che per pura scommessa
ha vinto contro se stessa
una battaglia che credeva
fosse certamente persa.

(Cosa mai successa
e neanche m’interessa
più di tanto).

Credevo di morire
di dolore e ho pianto
Tutte le mie lacrime
Ma ora rido e canto.

Alla faccia tua!

Danila Oppio


In riferimento alle recenti considerazioni della scrittrice e poetessa Luisa Bolleri, vi prego di non collegare quanto contenuto in questa poesia (che è solo espressione ludica per un gioco di rima con ESSA) ad alcunché di personale. Si tratta solo o soltanto di un gioco di parole.  Sono giochi che faccio per puro divertimento, quando non ho voglia di impegnarmi un qualcosa di veramente serio e poiché mi si sono presentate alla mente queste parole in rima, ho dovuto adattarle ad una storia del tutto inventata, una filastrocca un poco ironica! 
Qui sotto, l'editoriale di Luisa Bolleri, ottima scrittrice e poetessa, al quale mi riferisco, proprio per far intendere a chi si permette vane illazioni, che il poeta scrive quel che l'inventiva gli suggerisce, molto spesso senza alcun riferimento a fatti veri e reali.
Danila


Alcuni guardano una foto o leggono una poesia o un racconto e si convincono di aver capito tutto ciò che c'era da capire. Danno all'autore una classificazione merceologica, lo incasellano, gli appiccicano in fronte un'etichetta, lo inquadrano nell'insieme come vorrebbero che fosse. Guardano, leggono, valutano i segni di quella singola opera. Fanno due più due e immaginano che l'autore di quella storia appena letta abbia determina
te idee sui più disparati argomenti. Poi si spingono in voli pindarici a interpretare tutto: religione, politica, cultura, immaginano cosa pensi sugli immigrati, sugli amori finiti, sulla droga, sull'aborto, sulla prostituzione, sulla guerra, sulla musica. Lo ritagliano come fosse un omino di carta e poi ci aggiungono i loro pensieri, forse i loro desideri più nascosti o le loro paure inconfessate. Ma non provano a camminare sulle strade chiare ed evidenti che conoscono di quell'artista. No, inventano di sana pianta. Si commuovono, provano pietà, ma non arrivano a capire che l'artista usa la fantasia attingendo alla realtà.

Una foto di un cimitero? Poverino, l'ha scattata sicuramente quando è andata a trovare i suoi cari defunti il giorno dei morti. 

Una poesia sulla violenza? Le ha fatto molto male quell'uomo, quanto mi dispiace per lei. 
Un racconto sulla povertà? Certo, dev'essere dura per lui andare avanti così. 
E via di seguito. Un giudizio continuo, sommario e... lapidario. 
Ma perché non imparate a lasciare libera tutta la bellezza dell'espressività? Quello che c'è dietro ogni forma d'arte è empatia, sensibilità e tecnica. L'artista non deve donarvi le chiavi della Salvezza eterna o la Pace o la Speranza che cercate affannosamente. Non deve cambiare la vostra vita. 
Basta con questi finali consolatori, con il lieto fine e le rime baciate! Finiamola con le parole scontate, i fiori, i cuori, la speranza ad ogni costo, i gabbiani sul mare. Qui si vive e si muore. L'artista racconta, inventa, si immedesima nella storia di altri uomini, donne, bambini, anziani, declinando modelli sempre nuovi di realtà e finzione. Qui c'è il sangue, c'è il pianto, c'è la morte. D'accordo, non c'è solo questo, ma c'è anche questo. Accettatela questa realtà, cercatela, combattetela se non vi piace, ma non fuggitela. E' l'unica cosa che avete e non la volete.
E' legittimo interpretare ma non vi fossilizzate su invenzioni solo della vostra mente. Finirà che l'artista vi darà solo ciò che volete voi, per ricevere i vostri apprezzamenti. Pacchi confezionati con il fiocco rosa e dentro niente, solo la Speranza che reclamate a gran voce. Alla fine avrete il "Dono" che vi meritate. Una tela bianca, una pagina bianca, parole vuote.

Luisa Bolleri

  


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