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Questo blog è di Danila Oppio, colei che l'ha creato, e se ne è sempre presa cura, in qualità di webmaster.

domenica 31 luglio 2016

La guerra dei Roses


Quale sadico piacere
hai provato nel prendere
a scudisciate la mia anima
che s’è ammantata d’odio?

Come fosse macchia d’olio
gocciolante dalla usurata coppa
d’un trabby scalcagnato.

Come fosse catrame
spalmato su una dissestata
strada periferica.

Come fosse…ora non so più.
O come fosse pantano provocato
 da un lago prosciugato.

Melma di palude, dalla quale
sorgono mostruose creature
e viscidi serpenti.

Ciò che fa più male
non riguarda l’interminabile
rosario di bugie 
a lungo cantilenate. 

Neppure l’amara zuppa
che mi hai scodellato
intrisa di menzogne.

E’ l’aver inculcato odio in me
Sentimento che
Non m’appartiene.

Detesto essere stata oggetto
D’un crudele gioco
Dalle carte truccate.
  
 E  quindi hai vinto, ed io perso.
Ho perso la fiducia, la pazienza,
e non bastasse, ho perduto
la stima di me stessa.

Ciò che hai fatto,
mi ha trasformata
in un orribile mostro
 assetato di vendetta.

Nelle mie vene plebee
ormai sclerotizzate
scorre ancora sangue blu.

Solo la carotide pulsa piano
con un leggero battito.
Ecco, ti porgo la mia gola.

Prendi questo stiletto
completa il tuo lavoro
e facciamola finita.

Mentre esalerò l’ultimo
mio respiro, sarò
Sempre e solo io
ad implorar “Perdono!”

Danila Oppio
Inedita






venerdì 29 luglio 2016

Riposa in pace, Danila


Non c'era una lapide al femminile! Per qualcuno sono morta, per qualcun altro sono in coma irreversibile, per altri ancora sono finita sotto un tram, per altri ancora...sono solamente andata in vacanza! (Magari!!!). In ogni caso, sono viva e vegeta, sto meravigliosamente bene, dopo essermi tolta un rospo dalla gola che mi soffocava e ora navigo in acque tranquille. Serenità a tutti! 
A proposito, non finirò mai sotto terra e con una lapide al cimitero. Non perché sia immortale, ma per il semplice fatto che ho lasciato detto a chi mi sta vicino, che desidero essere cremata (come un pasticcino), e le mie ceneri disperse in un roseto...serviranno almeno a concimare le piante. Non riesco a pensare che il mio corpo possa imputridire dentro una bara. Non riesco ad accettare le speculazioni sui morti. Costo delle esequie, costo della tomba o del loculo. Obbligare i congiunti e gli amici a farmi visita almeno una volta all'anno, per portarmi un fiore (che arricchisce il fioraio) e che presto appassirà. No, sono contraria perfino ai cimiteri...siamo in tanti su questo pianeta, e gran parte degli spazi sono occupati da ossari, campisanti e, per chi ha lasciato grandi impronte sulla Terra,  mausolei. Per farne che? Commercio per onorare inutili ossa. Si onorano le persone nel ricordo, per quel che erano, per quel che hanno fatto. Si possono ricordare nei libri, nelle immagini, nei filmati, dedicando loro una via, o innalzando monumenti. Ma soprattutto restano dentro il cuore di chi li ha saputi amare. Il resto è solo noia!
Danila Oppio

mercoledì 27 luglio 2016

Mantengo sempre le promesse

a differenza di certa gente che, come dicono a Venezia, "magna e desmentega", ovvero promette ma poi non mantiene.
La persona cui mi rivolgo sa a cosa mi riferisco. Che ci sia o non ci sia, poco importa, ho fatto una promessa e l'ho mantenuta. In questo specifico blog.
Ma quando vedo che mi si cancella, come se fossi morta e sepolta, da ogni possibile dialogo, allora non c'è via d'uscita.  Posso scrivere articoli di carattere generale, rivolti a tutti indistintamente, anche se sono dettati dal dispiacere che mi ha inferto chi mi era molto caro.  Avevo fatto una promessa e l'ho mantenuta. Invece quella persona me ne ha fatte tante, e le ha tutte disattese.
Vorrei che questa guerra finisse ma,  se è questo che veramente vuole, buona vita a lei. Devo ricredermi su tutto quel che mi ha detto in passato, erano un pacco di bugie ben confezionate, anche col fiocco. 

Ma credete, mi dispiace e non poco.

Dedicato a chi mi ha cancellato dal suo profilo FB

A te, donna e poesia



Ecco, vieni,
corri con me
non ti fermare!"

Perché, dove vai?

Non importa dove vado,
cammino, corro,
desidero, 
mi guardo intorno,
lontano, vicino,
vieni, 
non piangere.

Ma sono stanca!
Ho sangue ai piedi,
non vedo, ho freddo,
ho paura,
non lasciarmi sola!

Non fermarti, amore!
corri, 
devo incontrare 
una nuvola,
là,
sopra la montagna
dei nostri pensieri,
devi vedere
devi sorridere
assieme a me,
devi cantare
devi urlare
devi amare.

Ma non ti capisco!
sento solo il vento!

Ecco, amore mio,
hai capito!
lassù,soli...
c' abbraccerà il vento
che spezzerà il male
dell'universo
...
e la vita ritornerà!

Gavino Puggioni
Da Nelle falesie dell'anima

Questa poesia conclude la silloge Nelle falesia dell'anima di Gavino Puggioni.

Il presente


Il presente è già passato
come galassia
di pensieri in fuga dall'anima,
come aridi fiori
senza nubi che si rincorrono.

Il presente è già passato
sopra granelli di sabbia
arroventata, 
sopra corpi di umani
in attesa di una vita.

Il presente, già passato,
diverrà futuro
e i mari in tempesta,
come carezze,
scivoleranno sulla mia pelle
lastricata di ricordi.

Questo presente, ora,
non c'è più
è già passato sotto i ponti
della memoria
...e scorre nel mio altrove.

Gavino Puggioni
da Nelle falesie dell'anima

martedì 26 luglio 2016

Rivista Euterpe n. 20 - Laura Vargiu - Gavino Puggioni - Danila Oppio

Oggi ho ricevuto comunicazione da parte di Lorenzo Spurio, per la Rivista Euterpe, che una mia poesia è stata pubblicata nella stessa. Al link qui sotto potrete aprile  e leggere tutti i contenuti della rivista.


Allo stesso modo vi è inserita una poesia di Gavino Puggioni, e una recensione di Laura Vargiu. Ma tra gli autori, con gioia ho trovato molte altre autrici che ho l'onore di conoscere.
Per ora, vorrei occuparmi di Laura Vargiu, pubblicando la sua recensione al libro di Katia Debora Melis Figli di terracotta



E ora la poesia di Gavino Puggioni  " DI un bambino solo"

E infine la mia composizione poetica PARTO


lunedì 25 luglio 2016

La coda di paglia

Ad alcuni miei recenti post, dove parlavo di sincerità e di correttezza nelle amicizie, una persona si è sentita chiamata in causa, reagendo in modo inappropriato anche se non parlavo di lei. Se uso il sostantivo persona, posso riferirmi indifferentemente a un uomo o a una donna. E in quell’articolo, proprio per par condicio, non ho specificato se mi riferivo a maschio o femmina!

In ogni caso, depenno anche questa dalle mie amicizie, perché se tale persona  si è risentita per quanto ho scritto, significa che ha la coda di paglia. Infatti, i miei veri amici hanno apprezzato il contenuto dell’articolo, e lo hanno supportato. Chi ha la coscienza tranquilla, non si sente preso di mira!




Anche la lettera ad uno stronzo, era impersonale. Infatti il termine stronzo è al maschile, ma potrebbe anche essere rivolto al sesso femminile. Certo, si usa dire “sei una grandissima stronza!” ma non è corretto, si dovrebbe dire: “sei come un grandissimo stronzo!”: Giusto per usare bene la nostra lingua.
Cari saluti ai veri amici, a coloro che mi hanno dimostrato il loro affetto sincero, che apprezzano la mia scrittura, sia in forma poetica che in prosa.




Uno dei modi di dire più utilizzati è “Avere la coda di paglia”. Con tale espressione si intende non avere la coscienza pulita, essere consapevoli di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma che potrebbe essere scoperto facilmente. Per questo motivo la persona che ha la coda di paglia tende a non essere trasparente e giustifica le sue azioni per evitare ogni tipo di critica o accusa che potrebbe smascherarla. 
Da qui l'origine del modo di dire dal proverbio toscano “chi ha la coda di paglia, ha sempre paura che gli pigli fuoco”, che a sua volta riprende l'antica favola di Esopo.

Favola di Esopo
Il racconto narra la sventura di una volpe che disgraziatamente rimase intrappolata in una tagliola. Sofferente e impaurita la bestiola riuscì in gran parte a liberarsi, ma durante fuga la coda venne deturpata dalla morsa, tanto che la volpe rimase menomata e priva della sua bellezza. Vergognosa e imbarazzata si costruì una coda di paglia sperando di non essere scoperta dagli altri animali. La voce però giunse attraverso un gallo all'orecchio dei contadini che, per proteggere i pollai, accesero dei fuochi di fronte alle stie. Da quel giorno la povera volpe non poté più cacciare per paura di bruciarsi la coda di paglia ed essere quindi scoperta.


Danila Oppio

domenica 24 luglio 2016

Tramonti...



Immaginavo tramonti 
viola e amaranto
Immaginavo che mi saresti
 stato accanto
Ma quella panchina è deserta
e il mio cuore una foresta
di pioppi arsi da un incendio
dolo(ro)so.

Danila Oppio

Considerazione su lealtà, delicatezza d'animo e libertà pesonale


Chi sostiene la bandiera della sua libertà, deve comprendere che la sua finisce quanto calpesta quella altrui.
Non è pensabile affermare a parole di voler bene qualcuno, se poi si pretende di fare quel che ci pare, e guai se l’altro gli fa presente che non può pensare solo a se stesso, ma provare a entrare della sfera dell’altro, e convincersi che l’altro non è un burattino che segue passivamente gli improvvisi cambiamenti del proprio umore.
Se vale una scelta, deve esserlo per tutti.
Forse questo discorso parrà poco chiaro, e allora cercherò di porre qualche esempio.
Se io sto attraversando un momento di crisi personale, e dico a un amico che non me la sento di corrispondere o di parlare con lui, per varie ragioni, la situazione deve valere anche nei confronti di altri. Se desidero estraniarmi, lo faccio con chiunque, altrimenti non corrisponde a verità, quanto sostenuto.
Se davvero voglio bene a una persona, cerco di uscire dal mio guscio e mi occupo anche di lei.
Se poi però agisco al contrario, significa che non ho il coraggio di dire apertamente a lei, che non me ne importa un fico secco. Per strane ragioni, preferisco non rompere i rapporti, perché in fondo mi fanno comodo.
Un altro esempio? Se m’ interesso a mille cose, trascurando la persona che mi vuol bene, e le sputo in faccia che della mia libertà lei non deve occuparsene, credo che l’offesa sia davvero grave. Non posso tirare la corda, facendo i cavoli miei e tenendo l’altra in standby, dicendole di pazientare. E se quella persona, alla fine, mi chiede ragione di tale comportamento, perché si accorge che quei silenzi sono solo rivolti a lei, poiché con gli altri mi comporto in modo differente, forse qualche dubbio dovrebbe sorgere, sulla sincerità delle mie parole.

Se alla fine quella persona mi dice apertamente che ho sbagliato con lei, e invece di chiedere scusa, la aggredisco con un piglio violento, dicendole di allontanarsi da me, che non voglio più sentire sue parole, beh, allora metto in atto il  mio egoismo e presunzione, rasentando la cattiveria.



Non dobbiamo essere auto-referenziali, invece è necessario comprendere che tutti dipendiamo in qualche modo dagli altri.
Se frequento amici che m’invitano spesso a pranzo o a cena da loro, se mi accolgono di frequente nella loro casa al mare, sulla loro barca, o al lago, se mantengo amicizie perché mi tornano comodo, in quanto ricevo da loro svariati aiuti o  servizi di vario genere, allora non si tratta di vera amicizia,  soprattutto se prendo quel che loro mi offrono, e non ricambio a volte neppure con un “grazie”.
Ma la cosa peggiore è quando, dopo aver esasperato all’inverosimile il mio prossimo, che nei miei confronti ha avuto una santa pazienza - tanto che alla fine mi fa presente dove ho sbagliato - mi rivolgo a lui insultandolo, in modo risentito, e lo allontano da me.  Perché mai? Perché mi ha svelato una verità che non ho gradito? Perché ha messo in luce quello che avrei preferito restasse nell’ombra? Non mi sono chiesta il motivo per la secca reazione dell’altro? Non ho pensato che avevo tirato troppo la corda, e quella si è spezzata? Ovvero, chi ha sbagliato sono stata io, e accuso gli altri per avermelo fatto capire, invece di chiedere scusa per i miei errori?
Ecco, ci sono persone che agiscono così: presuntuose, egocentriche, dotate di falso orgoglio. Certo, perché l’orgoglio è una brutta bestia, che acceca, che non fa vedere dove hanno superato i limiti, dove hanno calpestato i sentimenti degli altri, pensando solo ai propri, molte volte inquinati da ragioni egoistiche.



Penso che ogni essere umano sia imperfetto, e per questo motivo ho sempre cercato di accettarlo nella sua totalità, convinta che anche sul piano opposto ci fosse il mio stesso modo di vedere. Ma arriva il momento in cui si deve dire “basta”. Non un “basta” senza una vera motivazione, solo per dispetto, un “basta” perché se una persona ci fa soffrire, alla fine trasmette il negativo che c’è in lei, toglie serenità, crea stati d’animo che fanno male davvero.. Personalmente non amo trovarmi in queste situazioni, cerco sempre di mediare, di trovare un accordo, ma se l’altro non è disposto a venirmi incontro, se non esce dal suo bunker per guardarsi intorno e comprendere che al mondo ci sono anche “gli altri” che a volte non capiscono, che non possiedono il suo stesso punto di vista, che sono diversi da lui, ci si trova in un vicolo chiuso. Si sbatte contro un muro di gomma.
E allora sbotto anch’io…reagisco in una forma che non mi appartiene, divento un'altra IO, quella che non vorrei mai essere. E la colpa non è mia, ma dell’altro che mi ha esasperato, che ha fatto di tutto per rendermi insopportabile, irritabile, perfino cattiva.
Bene, queste persone che mi tolgono la serenità, la tranquillità dell’anima, che mi causano sonni agitati, e lo sguardo torvo, quando io sono di norma solare, le considero un danno da evitare.
Se poi scopro che codeste persone sono anche false, bugiarde, prive di scrupoli, le cancello dalla mia vita con la scolorina! I veri amici...MAI!!


 Danila Oppio

sabato 23 luglio 2016

Chiusura estiva!!


Il caldo è opprimente, e mi pare giusto mandare in vacanza anche il blog. 
A dire il vero, non so neppure se lo manterrò in vita. O forse lo modificherò in qualche modo. 
Devo prendermi un periodo di riflessione, e sto lavorando ad un nuovo romanzo che, per ragioni varie, tra cui anche la gestione dei miei tre blog, non riesco a portare avanti con regolarità. 
Poiché non ho alcuna ragione per pubblicare poesie o articoli di persone che mi hanno profondamente deluso, intortato di frottole, e raccontato balle, di queste persone me ne disinteresso totalmente. 
Per quanto abbia messo in atto tutta la mia pazienza e disponibilità, arriva il momento che, quando i limiti vengono ampiamente superati, debbo dire basta. 
Tutto posso perdonare e comprendere, ma non l'ingratitudine, l'indifferenza, l'ipocrisia, soprattutto se questa proviene da chi si reputa sensibile a quanto succede nel mondo e nei rapporti umani. E' cosa che mi ferisce nel profondo. L'egoismo e l'egocentrismo li detesto e di conseguenza detesto chi ne è affetto. Non li accetto  soprattutto in chi si definisce poeta o scrittore, poiché ritengo che i veri poeti e scrittori possiedano una spiccata sensibilità e delicatezza d'animo. Se questi sentimenti non li riscontro, cancello ogni tipo di rapporto. Non meritano né rispetto, né amicizia da parte mia.
Quindi sappiate che, se questo blog sopravviverà, sarà dedicato alle persone che stimo, nelle quali ripongo la mia incondizionata fiducia. Occuparsi di un blog è piacevole, se coloro che vedono pubblicate loro opere, dimostrano riconoscenza nel loro modo di porsi nei miei confronti. Non ho mai chiesto regali e non me li sarei mai aspettati, ma una vicinanza di vera amicizia e lealtà mi sarebbero state di conforto. 
Chiusa questa amara parentesi, auguri a tutti i lettori buone vacanze!!
Danila Oppio



Un po' di aforismi mirati







Chi ha la coscienza tranquilla, apprezzerà questi aforismi, chi si sente toccato personalmente, allora si dovrà fare un esame di coscienza!

venerdì 22 luglio 2016

Lettera ad un pallista

Volevo informati che ho una stanza piena di palle, palloni e frottole, di cui mi hai invaso da quando ti conosco. Ogni giorno, più volte al giorno, me ne regali qualcuna. Non so più dove metterle, non ho più spazio.
Da oggi, vorrei collezionare qualcos'altro. Magari qualcosa che puzzi meno di te che, in quanto stronzo, puzzi da paura.
Mi dicono che di professione fai lo scrittore, play boy, poeta, pittore, regista di film che ti inventi solo tu, commediografo e tragediografo, dipende da quel che ti frulla in capo. Io dico che sbagliano, dico che tu sei solo un pallone gonfiato, che ha riempito la mia testa di tante palle più grandi di te, che sei già grande di tuo, come pallista, pallavolista, pallonaro.
Ma la colpa non è tua, tu ci giochi, con i palloncini. La colpa è mia, che non ho saputo far altro che raccogliere le pallonate che mi inviavi, da goleador quale sei,  e collezionarle in questa mente ormai talmente satura, che non può più entrarvi null'altro. Le ho messe tutte in fila, sono davvero troppe!
Ora non c'è più posto. C'è solo un luogo dove potrei metterti: il cesso, che è dove ci stanno bene gli stronzi. E mi raccomando, spruzza il deodorante, non vorrei doverne sentire la puzza!

 Non sono così stupida come tutte le donne che credono alla fanfaronate di grandi imbroglioni ma che finiscono poi con l'imbrigliarsi nelle loro stesse menzogne.
Questo post lo avevo scritto anni fa ma, guarda caso, mi è tornato utile nuovamente. Di gente menzognera è pieno il mondo! Credo che sia talmente divertente, che può passare per una barzelletta. E tale la considero, perché oggi non sono più la donna di ieri, sono diventata una iena, una belva che ha trasformato la dolcezza in una spremuta di fiele e amarezza. Sono una persona che con quanto succede nel mondo, le stronzate di minuscoli e insignificanti esseri, non mi toccano più. Sono stata ferita già abbastanza, nel corso della mia vita. 
Danila Oppio alias la iena ridens