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Questo blog è di Danila Oppio, colei che l'ha creato, e se ne è sempre presa cura, in qualità di webmaster.

venerdì 24 giugno 2016

Bronteana V

BRONTEANA V

Premio letterario De Leo . Bronte 2016  -  Edizione speciale per il bicentenario della nascita di Charlotte Bronte
Ho letto con somma curiosità ed attenzione, lo splendido libro della Prof. Maddalena De Leo, docente di inglese e socia della Bronte Society sin dal 1975 e rappresentante della Sezione Italiana della stessa Bronte Society, oltre che consulente editoriale per l'Italia della rivista letteraria Bronte Studies. Mi riferisco a Storie di Geni e di Fate, scritto in età adolescenziale da Charlotte Bronte, e tradotto per noi da Maddalena.  Edito da LargoLibro, in elegante veste.
Oggi invece ho ricevuto l'antologia del premio in oggetto, organizzato e curato dalla stessa Prof. De Leo, nella quale è pubblicato un mio racconto, edizione relativa al premio letterario di cui sopra, e che comprende i migliori contributi letterari partecipanti al concorso stesso. L'intero volume è stato dedicato esclusivamente a Charlotte, nel suo bicentenario.


Ed ecco il mio racconto.
Haworth, Yorkshire, Inghilterra

Passeggiando con Charlotte nella brughiera

Carissima Charlotte,

Si è trattato di un sogno, o che altro? Anch’io, come te, sono in eterno conflitto tra un mondo di sogni e la vita di tutti i giorni, e tale dicotomia ha causato in te grande sofferenza, lo so bene! La tua vita era esteriormente calma, ma hai vissuto le stesse lotte dei tuoi personaggi romanzeschi. Trascorrevi un’esistenza isolata, nella brughiera di Yorkshire, luogo aspro e selvaggio che ha fatto da sfondo ai romanzi tuoi e delle tue sorelle, dove le eroine s’innamorano, attraversano momenti di gioie, avventure e sofferenze e, in qualche modo, ti sei immedesimata in loro.

Passeggiando nella brughiera, ti ho incontrato e, prendendoti a braccetto, abbiamo iniziato a discorrere su vari argomenti, tra cui proprio la natura della terra tanto amata da te.

Avevo cercato, la sera prima di coricarmi, la definizione di brughiera, e ho imparato che ha un tipo di habitat caratterizzato dalla presenza di suolo acido e da una vegetazione a crescita bassa. Povero di humus, frequentemente argilloso, ferroso o arenoso, inadatto alla vegetazione arborea e alla coltivazione, è spesso di dominanza collinare. In origine la brughiera era di formazione boschiva, ma lo sfruttamento dell’uomo, che ne traeva materiale utile, nel tempo ha esaurito terreno e vegetali, portando alla distruzione del bosco. Da molto tempo non si utilizzano più materie prime provenienti da questi luoghi, e la vegetazione originaria sta ora riconquistando i suoi spazi.

La brughiera per le sue amene peculiarità vegetative appare come un luogo misterioso e selvaggio e si trova spesso al centro di romanzi e leggende. Di sicuro nel tuo romanzo Jane Eyre la protagonista vi s’immerge totalmente. Se volessi ricreare nel mio giardino a tendenza acida un ambiente che s’ispira ai paesaggi cari a voi sorelle Brontë, questa è la situazione ideale.
La brughiera è una vegetazione formata in prevalenza da erbe e cespugli, il cui nome è legato alla pianta più diffusa e caratteristica: il brugo (Calluna vulgaris), piccolo cespuglio sempreverde, di solito non più alto di 50 cm. 
Questa pianta ha avuto, sino a oggi, un destino curioso: è conosciuta da molte persone con il nome sbagliato! Moltissime, infatti, la chiamano erica. In realtà l'erica (Erica carnea) è un altro arbusto. Diversi caratteri permettono di distinguere le due specie. Tra i tanti basta ricordare la fioritura: l'erica fiorisce in primavera mentre il brugo lo fa dalla tarda estate sino all'autunno. Entrambe le specie appartengono alla famiglia delle Ericacee e producono fiori di colore roseo dalle tonalità differenti.
Nelle aree dove questi cespugli riescono a formare delle estese coperture, l'effetto delle loro fioriture è a dir poco spettacolare! Non a caso oggi sono piantati a scopo ornamentale. Le api si perdono nei meandri dei loro colori e producono così un miele squisito. Le odi, Charlotte, come ronzano felici? E non avverti il frusciare del vento che pare pettinare una chioma di giovane donna, mentre soffia sulla brughiera?
Detta “scopina”, tra i tipi di fiori , l’Erica è il più simile alla Calluna e come la Calluna cresce in Brughiera. Le sue radici sono utilizzate per fabbricare pipe. Forse anche tuo padre ne possedeva una? Delicata, bella e anche un po’ magica. Che cosa potremmo desiderare di più da una pianta? Tu ne sei innamorata, e hai fatto innamorare anche me, di questa tua brughiera alle porte di Haworth.
Continuiamo a passeggiare?
Quandla brughiera è in fiore, sembra che i pendii arrotondati siano rivestiti 
da una vasta coltre purpurea, su cui spiccano fasci multicolori di fiori selvatici.
Come adesso, Charlotte, guarda che mare d’erica!  Oh, ho appena finito una lunga disquisizione sul fatto che non si tratta di erica, ma di bruga Calluna!  La forza dell’abitudine, sono caduta nel comune errore. Mi perdoni?

Spero di non averti annoiata, Charlotte, con le mie disquisizioni relative alla tua amata terra. E’ stato bello passeggiare con te, sentire il vento sferzare il viso, odorare il profumo della terra ed della vegetazione. Ora dobbiamo avvicinarci a casa tua, la Bronte Parsonage in Church Street. E’ l’imbrunire e cade una leggera pioggia, che potrebbe rovinare l’orlo del tuo splendido abito, nello sfiorare i cespugli in fiore.

Cara amica – mi rispondi - nella mia lingua la brughiera viene definita in diversi modi: heath – moorland – heathland e la nostra è sicuramente bleak moor, ovvero una brughiera desolata. Quanto mi hai spiegato finora, lo reputo “very interesting”, Non mi hai annoiato, credimi”.
Cara Charlotte, troppo buona! Per me è facile eseguire ricerche nel web, che ai tuoi tempi non esisteva, ma mi è difficile, per quanto riguarda la scrittura. La tua fervida immaginazione e il perfetto stile letterario, sono inimitabili. E’ piacevole, però, gironzolare nella brughiera, chiacchierando con te.

“ Anche mia sorella Emily era innamorata di questo luogo. Ai suoi occhi, negli angoli più cupi della landa, sbocciavano i più vividi fiori, la sua mente sapeva trasformare in un Eden la più tetra valletta, affossata sul livido fianco di una collina. Nello squallore della solitudine, trovava le più rare delizie; e certamente, non ultima, anzi, la più amata, la libertà. La libertà era l’aria che Emily respirava. Ad attrarre la sua attenzione era in particolare la china scoscesa di Penistone Craggs, soprattutto quando, con le cime più alte, era illuminata dal sole al tramonto, mentre il resto del paesaggio giaceva nell’ombra. Le spiegai che erano blocchi di nuda pietra, e che il terriccio nelle fenditure non bastava nemmeno a nutrire un alberello striminzito.
Noi abbiamo vissuto gran parte della nostra vita qui ad Haworth. Come vedi, è un piccolo paese immerso nelle brughiere dell’Inghilterra settentrionale, vicino alle cittadine di Halifax e Bradford, a circa 30 chilometri da Leeds. In questo paesaggio selvaggio, noi sorelle siamo cresciute quasi isolate dal resto del mondo, riempiendo le nostre giornate leggendo e scrivendo, respirando la suggestiva atmosfera che traspira tra le pagine dei nostri libri”.
Lentamente la tua immagine, Charlotte, si dissolse.
E una fitta nebbia calò sulla brughiera.
Mentre io mi destai. O forse mi sei apparsa davvero, ma anche questo è un mistero.
Grazie per quel che ci hai lasciato a ricordo di te. 

Una delle tue innumerevoli ammiratrici
Danila Oppio


BRONTEANA V

Premio letterario De Leo . Bronte 2016  -  Edizione speciale per il bicentenario della nascita di Charlotte Bronte
Ho letto con somma curiosità ed attenzione, lo splendido libro della Prof. Maddalena De Leo, docente di inglese e socia della Bronte Society sin dal 1975 e rappresentante della Sezione Italiana della stessa Bronte Society, oltre che consulente editoriale per l'Italia della rivista letteraria Bronte Studies. Mi riferisco a Storie di Geni e di Fate, scritto in età adolescenziale da Charlotte Bronte, e tradotto per noi da Maddalena.  Edito da LargoLibro, in elegante veste.
Oggi invece ho ricevuto l'antologia del premio in oggetto, organizzato e curato dalla stessa Prof. De Leo, nella quale è pubblicato un mio racconto, edizione relativa al premio letterario di cui sopra, e che comprende i migliori contributi letterari partecipanti al concorso stesso. L'intero volume è stato dedicato esclusivamente a Charlotte, nel suo bicentenario.


Ed ecco il mio racconto.
Haworth, Yorkshire, Inghilterra

Passeggiando con Charlotte nella brughiera

Carissima Charlotte,

Si è trattato di un sogno, o che altro? Anch’io, come te, sono in eterno conflitto tra un mondo di sogni e la vita di tutti i giorni, e tale dicotomia ha causato in te grande sofferenza, lo so bene! La tua vita era esteriormente calma, ma hai vissuto le stesse lotte dei tuoi personaggi romanzeschi. Trascorrevi un’esistenza isolata, nella brughiera di Yorkshire, luogo aspro e selvaggio che ha fatto da sfondo ai romanzi tuoi e delle tue sorelle, dove le eroine s’innamorano, attraversano momenti di gioie, avventure e sofferenze e, in qualche modo, ti sei immedesimata in loro.

Passeggiando nella brughiera, ti ho incontrato e, prendendoti a braccetto, abbiamo iniziato a discorrere su vari argomenti, tra cui proprio la natura della terra tanto amata da te.

Avevo cercato, la sera prima di coricarmi, la definizione di brughiera, e ho imparato che ha un tipo di habitat caratterizzato dalla presenza di suolo acido e da una vegetazione a crescita bassa. Povero di humus, frequentemente argilloso, ferroso o arenoso, inadatto alla vegetazione arborea e alla coltivazione, è spesso di dominanza collinare. In origine la brughiera era di formazione boschiva, ma lo sfruttamento dell’uomo, che ne traeva materiale utile, nel tempo ha esaurito terreno e vegetali, portando alla distruzione del bosco. Da molto tempo non si utilizzano più materie prime provenienti da questi luoghi, e la vegetazione originaria sta ora riconquistando i suoi spazi.

La brughiera per le sue amene peculiarità vegetative appare come un luogo misterioso e selvaggio e si trova spesso al centro di romanzi e leggende. Di sicuro nel tuo romanzo Jane Eyre la protagonista vi s’immerge totalmente. Se volessi ricreare nel mio giardino a tendenza acida un ambiente che s’ispira ai paesaggi cari a voi sorelle Brontë, questa è la situazione ideale.
La brughiera è una vegetazione formata in prevalenza da erbe e cespugli, il cui nome è legato alla pianta più diffusa e caratteristica: il brugo (Calluna vulgaris), piccolo cespuglio sempreverde, di solito non più alto di 50 cm. 
Questa pianta ha avuto, sino a oggi, un destino curioso: è conosciuta da molte persone con il nome sbagliato! Moltissime, infatti, la chiamano erica. In realtà l'erica (Erica carnea) è un altro arbusto. Diversi caratteri permettono di distinguere le due specie. Tra i tanti basta ricordare la fioritura: l'erica fiorisce in primavera mentre il brugo lo fa dalla tarda estate sino all'autunno. Entrambe le specie appartengono alla famiglia delle Ericacee e producono fiori di colore roseo dalle tonalità differenti.
Nelle aree dove questi cespugli riescono a formare delle estese coperture, l'effetto delle loro fioriture è a dir poco spettacolare! Non a caso oggi sono piantati a scopo ornamentale. Le api si perdono nei meandri dei loro colori e producono così un miele squisito. Le odi, Charlotte, come ronzano felici? E non avverti il frusciare del vento che pare pettinare una chioma di giovane donna, mentre soffia sulla brughiera?
Detta “scopina”, tra i tipi di fiori , l’Erica è il più simile alla Calluna e come la Calluna cresce in Brughiera. Le sue radici sono utilizzate per fabbricare pipe. Forse anche tuo padre ne possedeva una? Delicata, bella e anche un po’ magica. Che cosa potremmo desiderare di più da una pianta? Tu ne sei innamorata, e hai fatto innamorare anche me, di questa tua brughiera alle porte di Haworth.
Continuiamo a passeggiare?
Quandla brughiera è in fiore, sembra che i pendii arrotondati siano rivestiti 
da una vasta coltre purpurea, su cui spiccano fasci multicolori di fiori selvatici.
Come adesso, Charlotte, guarda che mare d’erica!  Oh, ho appena finito una lunga disquisizione sul fatto che non si tratta di erica, ma di bruga Calluna!  La forza dell’abitudine, sono caduta nel comune errore. Mi perdoni?

Spero di non averti annoiata, Charlotte, con le mie disquisizioni relative alla tua amata terra. E’ stato bello passeggiare con te, sentire il vento sferzare il viso, odorare il profumo della terra ed della vegetazione. Ora dobbiamo avvicinarci a casa tua, la Bronte Parsonage in Church Street. E’ l’imbrunire e cade una leggera pioggia, che potrebbe rovinare l’orlo del tuo splendido abito, nello sfiorare i cespugli in fiore.

Cara amica – mi rispondi - nella mia lingua la brughiera viene definita in diversi modi: heath – moorland – heathland e la nostra è sicuramente bleak moor, ovvero una brughiera desolata. Quanto mi hai spiegato finora, lo reputo “very interesting”, Non mi hai annoiato, credimi”.
Cara Charlotte, troppo buona! Per me è facile eseguire ricerche nel web, che ai tuoi tempi non esisteva, ma mi è difficile, per quanto riguarda la scrittura. La tua fervida immaginazione e il perfetto stile letterario, sono inimitabili. E’ piacevole, però, gironzolare nella brughiera, chiacchierando con te.

“ Anche mia sorella Emily era innamorata di questo luogo. Ai suoi occhi, negli angoli più cupi della landa, sbocciavano i più vividi fiori, la sua mente sapeva trasformare in un Eden la più tetra valletta, affossata sul livido fianco di una collina. Nello squallore della solitudine, trovava le più rare delizie; e certamente, non ultima, anzi, la più amata, la libertà. La libertà era l’aria che Emily respirava. Ad attrarre la sua attenzione era in particolare la china scoscesa di Penistone Craggs, soprattutto quando, con le cime più alte, era illuminata dal sole al tramonto, mentre il resto del paesaggio giaceva nell’ombra. Le spiegai che erano blocchi di nuda pietra, e che il terriccio nelle fenditure non bastava nemmeno a nutrire un alberello striminzito.
Noi abbiamo vissuto gran parte della nostra vita qui ad Haworth. Come vedi, è un piccolo paese immerso nelle brughiere dell’Inghilterra settentrionale, vicino alle cittadine di Halifax e Bradford, a circa 30 chilometri da Leeds. In questo paesaggio selvaggio, noi sorelle siamo cresciute quasi isolate dal resto del mondo, riempiendo le nostre giornate leggendo e scrivendo, respirando la suggestiva atmosfera che traspira tra le pagine dei nostri libri”.
Lentamente la tua immagine, Charlotte, si dissolse.
E una fitta nebbia calò sulla brughiera.
Mentre io mi destai. O forse mi sei apparsa davvero, ma anche questo è un mistero.
Grazie per quel che ci hai lasciato a ricordo di te. 

Una delle tue innumerevoli ammiratrici
Danila Oppio

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