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Questo blog è di Danila Oppio, colei che l'ha creato, e se ne è sempre presa cura, in qualità di webmaster.

sabato 5 marzo 2016

Alcune interviste relative all'utero in affitto

Dando seguito all'articolo precedente, vorrei proporvi tre interviste rilasciate a varie testate giornalistiche, da personaggi di grande spessore: il filosofo Massimo Cacciari, lo scrittore Aldo Busi, e lo psicologo Paolo Crepet. Tutti con idee politiche differenti, eppure concordi sull'argomento.
Il mio pensiero a tale proposito, pubblicato in precedenza in quello scambio di opinioni, e senza che avessi letto o ascoltato il parere di questi personaggi, è ampiamente confermato dagli stessi. Ognuno a proprio modo, esprime il dissenso e il disappunto per una pratica tanto abominevole.
Danila Oppio

Continua a tenere banco la polemica relativa al cosiddetto "caso Vendola". Dopo il botta e risposta di ieri tra uno dei leader della sinistra italiana e il leghista Salvini sono arrivate anche le prese di posizione di Laura Boldrini, Beppe Grillo ed Emma Bonino.IntelligoNews ne ha parlato con il professor Massimo Cacciari... 

Beppe Grillo esprime sul Corriere della Sera le sue perplessità circa l'utero in affitto. Allora perché, canguro a parte, erano pronti a votare il ddl Cirinnà? C'è anche chi fa notare come il Movimento 5 Stelle sia arrivato a parlare con il Corriere, sono dunque lontani i tempi dell'allergia verso la stampa...
"Su quest'ultimo aspetto è evidente il cambio di immagine del M5S, ormai anche loro devono porsi su un piano di azione politica e non possono più fare eccezione. Dunque è un aspetto che conta poco. Non credo poi che vi sia una contraddizione perché nella legge Cirinnà non era implicito l'utero in affitto. Con la tematica delle adozioni o della legge sui matrimoni per coppie omosessuali non c'entra niente". 

L'intervento invece di Laura Boldrini l'ha sorpresa?
"No, tantissime donne comprese le più accanite femministe hanno secondo me giustamente messo in evidenza le conseguenze direi proprio atroci che può avere una libertà di fare in una materia simile. A meno di non essere degli assoluti ipocriti è evidente che al 99% una legge che permettesse simili pratiche sarebbe una totale mercificazione del corpo della donna. Una cosa che avviene per motivi di guadagno da parte di poverette semi disperate". 


Utero in affitto, Cacciari: 'Sembra fantascienza, ma il peggio deve ancora venire'
Emma Bonino ha preso una posizione opposta. La stupisce?
"Sì, molto. Non si possono ignorare le conseguenze di questa pratica. Io comunque ho una posizione molto realistica: la crisi dell'istituzione matrimoniale è talmente grave che si arriverà all'utero in affitto, ma anche peggio. Arriveremo ad interventi durante la gravidanza per magari modificare determinati tratti del bambino, siamo solo all'inizio di cose che ci sembrano fantascientifiche, ma come sempre avviene la fantascienza finisce poi per realizzarsi". 

Un Cacciari dunque disincantato?
"Sì, ma questo non mi impedisce di capire che pratiche di questo genere producono una mercificazione pazzesca e orrenda del corpo umano". 

Emma Bonino ha paragonato la donazione dell'utero a quella di un rene. Come commenta?
"Ma che vada a donare l'utero! Per carità di Dio! Non prendiamoci in giro. Con rispetto parlando, sia chiaro è una battuta. Avverrà pure che un caso su diecimila sia una donna che dona il proprio utero come i reni, ma che la madre doni l'utero al figlio perché non riesce ad avere figli con la moglie? Se lo immagina? Ma cosa stiamo dicendo. Ci sono le adozioni, adottino dunque! Si semplifichino le procedure di adozione. Stabiliamo che l'unione tra una coppia omosessuale è come un matrimonio? Bene, benissimo, perfetto. Allora adottino i figli, ci sono milioni di bambini che muoiono di fame". 

In un'intervista a Repubblica la scorsa settimana ha definito un "dibattito tra ubriachi" quello sul ddl Cirinnà. Cosa dice invece dell'utero in affitto e del caso Vendola?  
"Siamo sempre lì, il mio discorso non voleva e non vuole essere offensivo ma per ubriachi intendo persone che non riescono a collegare un'idea con le sue conseguenze. Fanno senza comprendere in quali nessi logici si pongono i propri pensieri e le proprie azioni, quello mi scandalizzava del dibattito sulla legge Cirinnà. Tutto impostato in astratto sui diritti senza collocarlo in un contesto storico, senza discutere della crisi del matrimonio. Anche nel caso dell'utero in affitto il dibattito continua ad essere questo, cioè non se ne calcola il contesto. Arrivo fino a questo punto, posso farlo? Bene, lo faccio. Questo è il discorso tremendo, letteralmente tremendo. Uno spettacolo sconvolgente, una mutazione antropologica e culturale". 

Cosa intende quando parla di crisi del matrimonio?
"Da quando mondo è mondo, nella storia non è mai esistito che il matrimonio è quando due stanno insieme e basta. Questo sradicamento dell'istituto matrimoniale da ogni ordinamento culturale ed etico avrà un peso o no? In questo senso ubriachi: si parla senza cognizione di causa". 
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In questi giorni molti hanno riportato all’attualità le parole che pochi mesi fa pronunciava Aldo Busi sul tema. L’intellettuale, omosessuale dichiarato e spesso controcorrente rispetto al pensiero mainstream ebbe a dire molto chiaramente e duramente: “Ma queste qua, che danno l’utero in affitto, che persone sono? I figli sono cose da donne, La maternità ha priorità assoluta. Una donna che se lo deve portare nove mesi in grembo non può essere equiparata a un uomo che si fa una sega. Poi che il seme cada per terra, in provetta o in un ovocita è uguale. M’inquieta un pensiero: affittare un utero: la parte per il tutto, come fosse un robot smontabile e poi altrettanto assemblabile come prima. Una donna che fa così, deve avere avuto dei traumi terribili”. Un pensiero dunque molto netto che poi lo stesso Busi ha ribadito e ripreso definendo “capirccio” la volontà di chi vuole avere un figlio a tutti i costi: “Se da solo non puoi figliare e ti serve un terzo incomodo per fare i comodi tuoi, è meglio tu non debba. Il tutto si ha quando si capisce che l’optimum è avere solo qualcosa, una parte entro un limite oltre cui non sconfinare per nessuna ragione o sragione o forzatura o passione o senso di mancanza e privazione o disperazione o ambizione o capriccio o narcisismo mondano frustrato o diritto biologico d’ufficio, e che il tutto, una volta avuto, è deleterio per te, gli altri, l’ambiente e la civiltà stessa”.
Aldo Busi poi ancora più chiaramente esprime il suo pensiero sugli omosessuali come Nichi Vendola che vogliono assolutamente avere un figlio: “Un gay che si spupazza il figlio recapitatogli senza ricevuta di alcun ritorno da parte della madre mi fa pensare a un primate albino, come si sa eccezione genetica reietta e respinta dal branco, che si illude di avercela fatta a farsi scambiare per un normale gorilla moretto rubando un bambolotto ai custodi del recinto, allorché avrebbe dovuto limitarsi o a scavalcarlo, respingendo così gli inorriditi fratelli che lo respingevano allontanandosene da solo sulle proprie zampe, o a sbranarli uno dopo l’altro anche nel sonno”. E infine il pensiero di Busi va anche alle donne che affittano l’utero: “Voi, cantanti, stilisti e ormai anche droghieri, prefetti e borghesi gay, sapete chi sono queste donne da voi degradate a bestie produttrici di placenta, sapete dove stanno e si dibattono forse insensibili e immobili, andate a prenderle e portatele via da lì, e fa niente se sono in un ospedale psichiatrico, in una prigione o in un resort di lusso, fategli vedere questi figli tuttora più loro che vostri, metteteglieli in grembo, che si tocchino, si abbraccino e, se queste donne hanno bisogno di cure, è vostro dovere provvedervi al massimo livello economico e affettivo. Una volta fatto ciò, potrete rispondere al sorriso di questi neonati con un sorriso mondato finalmente dalla cattiva coscienza che io almeno presupporrei in me se fossi al vostro posto, perché qualche dovuto passaggio nella maturazione sentimentale e civile bisogna proprio averlo saltato per essere dei padri e degli educatori felici sulla pelle di madri alienate, lontane, allontanate, vive e morte a sé: vive in vitro “.F.B.
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Paolo Crepet: “L’utero in affitto è una pratica nazista”
Il noto psichiatra torinese Paolo Crepet, certamente non tacciabile di simpatie o  posizioni clericali,   tuona  contro la cosiddetta pratica dell’ utero in affitto, una  conseguenza che la discussa legge Cirinnà facilita. Crepet sul tema è molto chiaro: ” L’utero detto in affitto arriva alla pessima conseguenza di favorire l’eugenetica e come tale, segue una logica nazista”. Insomma, Crepet non le manda a dire.
Professor Crepet, sul punto, lei parla di una pratica che ricorda il nazismo, per quale motivo?
E come vuole che mi esprima. Qu non ci troviamo  nel campo della libertà personale o sessuale. Qui, al contrario, scivoliamo nella eugenetica  e sappiamo che l’ eugenetica è tipica del  nazismo che la ha   favorita. La mia opposizione all’ utero in affitto, chiariamolo bene, non discende da pregiudizi o vicinanza a temi religiosi, bensì da una libera e cosciente valutazione del fenomeno sotto il profilo medico.
Possono derivare problemi alla salute del bambino?
E’ molto, ma molto probabile che possano derivare effetti negativi e anche permamenti alla salute mentale del bambino e  dopo del ragazzo. L’adolescente, arrivato appunto alla maturità, si chiede di chi sono figlio? Chi è la mia vera mamma? Dove si trova? Sono domande lecite e persino naturali. Il ragazzo ha tutto il diritto a  conoscere il nome della mamma naturale. E qui cominciano i problemi, e le possibili ripercussioni sulla sua salute mentale . Aggiungo, cosa non secondaria, che  la soluzione dell’ utero in affitto è selettiva sotto il profilo del censo. Una coppia omosessuale di cassaintegrati, mi spiegate come possa fare a noleggiare, brutto termine, un utero per nove mesi negli Stati Uniti con quello che costa? E allora dico di no anche per questa odiosa discriminazione economica. L’ utero in affitto, ecco il sospetto, è frutto di una speculazione e di interessi finanziari  forse radicati negli Usa o in Canada”

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