benvenuti

Questo blog è di Danila Oppio, colei che l'ha creato, e se ne è sempre presa cura, in qualità di webmaster.

mercoledì 30 marzo 2016

Mi rispecchio


Nell'adesso del passato
mi rispecchio
quasi pentito
di non aver curato
quella mia passione
che travolge
ora
i miei pensieri,
diversi sì, da quelli di ieri,
ma sempre pronti ad aggredire
o abbracciare sensazioni nuove
che la vita mi fa provare

Gavino Puggioni
Da Nelle falesie dell'anima

venerdì 11 marzo 2016

GIU'


Giù
nell'imo di quella caverna
voci dell'aldilà
divorate dal vento
di questa vita

nessun testimone
per parlare
di quell'infinito
dove noi abbiamo
già vissuto

credendo

Gavino Puggioni
Da Nelle falesie dell'anima

sabato 5 marzo 2016

Un po' in anticipo, ma...AUGURI!

L'otto marzo è la festa delle donne ed io non l'ho mai sentita come tale, perché le donne dovrebbero essere amate e rispettate tutto l'anno e per sempre. Ma questa volta desidero sostenere quanto mi pare giusto e doveroso. Spesso le donne sono maltrattate, violentate, sfruttate sia a livello lavorativo che sessuale. Da chi? Dagli uomini, naturalmente, che però non meritano di essere definiti tali, quel tali che agiscono trattando le donne come fossero oggetti. Sono uomini che si credono macho, che si sentono forti del loro genere maschile, mentre sono solo bestie immonde. Ho sempre pensato che i gay fossero persone delicate, gentili, premurose, e che con le donne instaurassero rapporti di vera amicizia. Mi sono sbagliata: gli omosessuali sfruttano anch'essi le donne, affittando o comprando il loro utero, per una maternità surrogata. Ovvero, queste donne, sfruttate per la procreazione per conto terzi, devono sopportare il peso e le angosce, i rischi e quant'altro, per mettere al mondo un figlio che viene loro tolto al momento della nascita. Senza contare i dolori per le doglie del parto. Una madre che si stringerà al cuore il proprio figlio, e lo avrà con sé, per crescerlo ed amarlo, accoglierà serenamente ogni sofferenza e ansia. A quella madre surrogata, cosa resta? Una manciata di soldi, perché è stata prenotata come fattrice. Come gli animali da riproduzione. 

Non posso avallare questo mercimonio, su una vita umana. Non posso pensare che una donna possa prestarsi a tanto squallore. E ancora una volta, farsi sfruttare. 
Mi è scappato da ridere, quando una signora che si definisce femminista, ha difeso a spada tratta il "diritto" da parte di una coppia gay, di avere un figlio da un utero in affitto. Ma quale diritto, e proprio lei che difende le donne, emette una simile eresia?
Per favore, signore donne, non fatevi fuorviare da ideologie pseudo-moderniste. Sono solo un altro modo per sfruttare la donna, per metterla sotto i piedi, e calpestarla.
Tanti auguri, a tutte le donne che con la loro femminilità, con il loro buon senso, con la loro dolcezza, si fanno amare per quel che sono: donne forti, che hanno il coraggio di dire NO a certe manipolazioni che le umiliano e le sottomettono ancora una volta.

Per loro, ho disegnato il volto della Primavera del Botticelli a modo mio, la donna non va picchiata nemmeno con un fiore, né sminuita, perché essa stessa è un fiore.

Se vi piacciono, regalo i disegni a tutti coloro che condividono il mio pensiero, basta cliccare sull'immagine e potete scaricarla. Attendo commenti su questo argomento!




Disegno originale qui sopra i successivi sono varianti realizzate al computer.













Alcune interviste relative all'utero in affitto

Dando seguito all'articolo precedente, vorrei proporvi tre interviste rilasciate a varie testate giornalistiche, da personaggi di grande spessore: il filosofo Massimo Cacciari, lo scrittore Aldo Busi, e lo psicologo Paolo Crepet. Tutti con idee politiche differenti, eppure concordi sull'argomento.
Il mio pensiero a tale proposito, pubblicato in precedenza in quello scambio di opinioni, e senza che avessi letto o ascoltato il parere di questi personaggi, è ampiamente confermato dagli stessi. Ognuno a proprio modo, esprime il dissenso e il disappunto per una pratica tanto abominevole.
Danila Oppio

Continua a tenere banco la polemica relativa al cosiddetto "caso Vendola". Dopo il botta e risposta di ieri tra uno dei leader della sinistra italiana e il leghista Salvini sono arrivate anche le prese di posizione di Laura Boldrini, Beppe Grillo ed Emma Bonino.IntelligoNews ne ha parlato con il professor Massimo Cacciari... 

Beppe Grillo esprime sul Corriere della Sera le sue perplessità circa l'utero in affitto. Allora perché, canguro a parte, erano pronti a votare il ddl Cirinnà? C'è anche chi fa notare come il Movimento 5 Stelle sia arrivato a parlare con il Corriere, sono dunque lontani i tempi dell'allergia verso la stampa...
"Su quest'ultimo aspetto è evidente il cambio di immagine del M5S, ormai anche loro devono porsi su un piano di azione politica e non possono più fare eccezione. Dunque è un aspetto che conta poco. Non credo poi che vi sia una contraddizione perché nella legge Cirinnà non era implicito l'utero in affitto. Con la tematica delle adozioni o della legge sui matrimoni per coppie omosessuali non c'entra niente". 

L'intervento invece di Laura Boldrini l'ha sorpresa?
"No, tantissime donne comprese le più accanite femministe hanno secondo me giustamente messo in evidenza le conseguenze direi proprio atroci che può avere una libertà di fare in una materia simile. A meno di non essere degli assoluti ipocriti è evidente che al 99% una legge che permettesse simili pratiche sarebbe una totale mercificazione del corpo della donna. Una cosa che avviene per motivi di guadagno da parte di poverette semi disperate". 


Utero in affitto, Cacciari: 'Sembra fantascienza, ma il peggio deve ancora venire'
Emma Bonino ha preso una posizione opposta. La stupisce?
"Sì, molto. Non si possono ignorare le conseguenze di questa pratica. Io comunque ho una posizione molto realistica: la crisi dell'istituzione matrimoniale è talmente grave che si arriverà all'utero in affitto, ma anche peggio. Arriveremo ad interventi durante la gravidanza per magari modificare determinati tratti del bambino, siamo solo all'inizio di cose che ci sembrano fantascientifiche, ma come sempre avviene la fantascienza finisce poi per realizzarsi". 

Un Cacciari dunque disincantato?
"Sì, ma questo non mi impedisce di capire che pratiche di questo genere producono una mercificazione pazzesca e orrenda del corpo umano". 

Emma Bonino ha paragonato la donazione dell'utero a quella di un rene. Come commenta?
"Ma che vada a donare l'utero! Per carità di Dio! Non prendiamoci in giro. Con rispetto parlando, sia chiaro è una battuta. Avverrà pure che un caso su diecimila sia una donna che dona il proprio utero come i reni, ma che la madre doni l'utero al figlio perché non riesce ad avere figli con la moglie? Se lo immagina? Ma cosa stiamo dicendo. Ci sono le adozioni, adottino dunque! Si semplifichino le procedure di adozione. Stabiliamo che l'unione tra una coppia omosessuale è come un matrimonio? Bene, benissimo, perfetto. Allora adottino i figli, ci sono milioni di bambini che muoiono di fame". 

In un'intervista a Repubblica la scorsa settimana ha definito un "dibattito tra ubriachi" quello sul ddl Cirinnà. Cosa dice invece dell'utero in affitto e del caso Vendola?  
"Siamo sempre lì, il mio discorso non voleva e non vuole essere offensivo ma per ubriachi intendo persone che non riescono a collegare un'idea con le sue conseguenze. Fanno senza comprendere in quali nessi logici si pongono i propri pensieri e le proprie azioni, quello mi scandalizzava del dibattito sulla legge Cirinnà. Tutto impostato in astratto sui diritti senza collocarlo in un contesto storico, senza discutere della crisi del matrimonio. Anche nel caso dell'utero in affitto il dibattito continua ad essere questo, cioè non se ne calcola il contesto. Arrivo fino a questo punto, posso farlo? Bene, lo faccio. Questo è il discorso tremendo, letteralmente tremendo. Uno spettacolo sconvolgente, una mutazione antropologica e culturale". 

Cosa intende quando parla di crisi del matrimonio?
"Da quando mondo è mondo, nella storia non è mai esistito che il matrimonio è quando due stanno insieme e basta. Questo sradicamento dell'istituto matrimoniale da ogni ordinamento culturale ed etico avrà un peso o no? In questo senso ubriachi: si parla senza cognizione di causa". 
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In questi giorni molti hanno riportato all’attualità le parole che pochi mesi fa pronunciava Aldo Busi sul tema. L’intellettuale, omosessuale dichiarato e spesso controcorrente rispetto al pensiero mainstream ebbe a dire molto chiaramente e duramente: “Ma queste qua, che danno l’utero in affitto, che persone sono? I figli sono cose da donne, La maternità ha priorità assoluta. Una donna che se lo deve portare nove mesi in grembo non può essere equiparata a un uomo che si fa una sega. Poi che il seme cada per terra, in provetta o in un ovocita è uguale. M’inquieta un pensiero: affittare un utero: la parte per il tutto, come fosse un robot smontabile e poi altrettanto assemblabile come prima. Una donna che fa così, deve avere avuto dei traumi terribili”. Un pensiero dunque molto netto che poi lo stesso Busi ha ribadito e ripreso definendo “capirccio” la volontà di chi vuole avere un figlio a tutti i costi: “Se da solo non puoi figliare e ti serve un terzo incomodo per fare i comodi tuoi, è meglio tu non debba. Il tutto si ha quando si capisce che l’optimum è avere solo qualcosa, una parte entro un limite oltre cui non sconfinare per nessuna ragione o sragione o forzatura o passione o senso di mancanza e privazione o disperazione o ambizione o capriccio o narcisismo mondano frustrato o diritto biologico d’ufficio, e che il tutto, una volta avuto, è deleterio per te, gli altri, l’ambiente e la civiltà stessa”.
Aldo Busi poi ancora più chiaramente esprime il suo pensiero sugli omosessuali come Nichi Vendola che vogliono assolutamente avere un figlio: “Un gay che si spupazza il figlio recapitatogli senza ricevuta di alcun ritorno da parte della madre mi fa pensare a un primate albino, come si sa eccezione genetica reietta e respinta dal branco, che si illude di avercela fatta a farsi scambiare per un normale gorilla moretto rubando un bambolotto ai custodi del recinto, allorché avrebbe dovuto limitarsi o a scavalcarlo, respingendo così gli inorriditi fratelli che lo respingevano allontanandosene da solo sulle proprie zampe, o a sbranarli uno dopo l’altro anche nel sonno”. E infine il pensiero di Busi va anche alle donne che affittano l’utero: “Voi, cantanti, stilisti e ormai anche droghieri, prefetti e borghesi gay, sapete chi sono queste donne da voi degradate a bestie produttrici di placenta, sapete dove stanno e si dibattono forse insensibili e immobili, andate a prenderle e portatele via da lì, e fa niente se sono in un ospedale psichiatrico, in una prigione o in un resort di lusso, fategli vedere questi figli tuttora più loro che vostri, metteteglieli in grembo, che si tocchino, si abbraccino e, se queste donne hanno bisogno di cure, è vostro dovere provvedervi al massimo livello economico e affettivo. Una volta fatto ciò, potrete rispondere al sorriso di questi neonati con un sorriso mondato finalmente dalla cattiva coscienza che io almeno presupporrei in me se fossi al vostro posto, perché qualche dovuto passaggio nella maturazione sentimentale e civile bisogna proprio averlo saltato per essere dei padri e degli educatori felici sulla pelle di madri alienate, lontane, allontanate, vive e morte a sé: vive in vitro “.F.B.
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Paolo Crepet: “L’utero in affitto è una pratica nazista”
Il noto psichiatra torinese Paolo Crepet, certamente non tacciabile di simpatie o  posizioni clericali,   tuona  contro la cosiddetta pratica dell’ utero in affitto, una  conseguenza che la discussa legge Cirinnà facilita. Crepet sul tema è molto chiaro: ” L’utero detto in affitto arriva alla pessima conseguenza di favorire l’eugenetica e come tale, segue una logica nazista”. Insomma, Crepet non le manda a dire.
Professor Crepet, sul punto, lei parla di una pratica che ricorda il nazismo, per quale motivo?
E come vuole che mi esprima. Qu non ci troviamo  nel campo della libertà personale o sessuale. Qui, al contrario, scivoliamo nella eugenetica  e sappiamo che l’ eugenetica è tipica del  nazismo che la ha   favorita. La mia opposizione all’ utero in affitto, chiariamolo bene, non discende da pregiudizi o vicinanza a temi religiosi, bensì da una libera e cosciente valutazione del fenomeno sotto il profilo medico.
Possono derivare problemi alla salute del bambino?
E’ molto, ma molto probabile che possano derivare effetti negativi e anche permamenti alla salute mentale del bambino e  dopo del ragazzo. L’adolescente, arrivato appunto alla maturità, si chiede di chi sono figlio? Chi è la mia vera mamma? Dove si trova? Sono domande lecite e persino naturali. Il ragazzo ha tutto il diritto a  conoscere il nome della mamma naturale. E qui cominciano i problemi, e le possibili ripercussioni sulla sua salute mentale . Aggiungo, cosa non secondaria, che  la soluzione dell’ utero in affitto è selettiva sotto il profilo del censo. Una coppia omosessuale di cassaintegrati, mi spiegate come possa fare a noleggiare, brutto termine, un utero per nove mesi negli Stati Uniti con quello che costa? E allora dico di no anche per questa odiosa discriminazione economica. L’ utero in affitto, ecco il sospetto, è frutto di una speculazione e di interessi finanziari  forse radicati negli Usa o in Canada”

venerdì 4 marzo 2016

Utero in affitto? Ma perché non anche in vendita?

SOCIETÀ Il fatto quotidiano
L’utero in affitto è l’apice del classismo di Diego Fusaro | 2 marzo 2016
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 Ma che a schierarsi in toto contro il dono della genitorialità alle coppie omo o etero quando questa non può essere ottenuta altrimenti – e l’adozione non è opzione praticabile per enne motivi – siano i soliti noti (con qualche eccezione degna di essere ricordata, vedi la Boldrini), seduti sugli scranni senza rappresentanza del centrodestra, su quelli della destra profonda e su quelli della pseudo-sinistra che furoreggia oggigiorno, è faccenda con cui si può tranquillamente vivere, per la serie di cosa ci si dovrebbe sorprendere?
Diverso è quando a dirimere su ciò che può e non può fare l’utero femminile ci si mettono individui fino a questo momento considerati spiriti capaci e raziocinanti. É questo il caso del giovane studioso di filosofia (filosofo mi pare esagerato, per lui e per gli altri nell’epoca cogitativamente scialba che vivivamo), Diego Fusaro. È suo infatti il pezzo pubblicato quest’oggi su Il Fatto Quotidiano e titolato: “L’utero in affitto è l’apice del classismo”. Ridotto all’osso da un punto di vista significazionale e tenuto in conto l’incipit nazionalpopolare nel suo scritto Fusaro sostiene di ritenere la pratica dell’utero in affitto una “pratica abominevole” in quanto “considera il corpo della donna alla stregua di una merce disponibile e manipolabile, e il corpo del nascituro come se fosse una merce on demand”; come non bastasse – creando un pot-pourri scritturale a base di elementi distopici e satirici orwelliani e swiftiani mal interpretati (sicuramente mal interpretati rispetto agli scopi nobili di quelle grandi distopie e di quelle grandi satire fondamentalmente moderne, e post-moderne, vedi Orwell), condito in salsa religioso-medievale ma arricchito con un tocco di neomarxismo d’assalto digitale – Fusaro si spinge fino a far intravedere al lettore naif e incauto l’immagine di un possibile armageddon etico incombente da far accapponare la pelle qualora una simile “possibilità” esistesse anche da noi. E così procedendo, dicendo e facendo, il giovane scrittore non si fa scrupolo neppure di citare Gramsci che poverino di tanto in tanto bisognerebbe lasciarlo fuori da queste ridicole beghe sessiste, lasciarlo riposare. Sappiamo che se lo meriterebbe.
Francamente mi trovo anche in imbarazzo a commentare simili minimalità scritte tra l’altro da qualcuno che si occupa di filosofia e che dai grandi maestri greci avrebbe dovuto imparare ben altro (che il porrismo dilagante stia infiltrando tutto e tutti?). Però non è con Fusaro che io me la prendo: piuttosto me la prendo con Travaglio, perché pubblica queste robe? Le lasci al Corriere queste considerazioni provinciali ma Il Fatto se vuole davvero diventare un quotidiano “corsaro” e moderno, capace di fare una differenza nel mondo liberato che viviamo e che verrà, dovrebbe guardare altrove.
Dovrebbe far passare il messaggio che i diritti civili sono una cosa seria, importante, che i diritti delle donne (anche quello di gestire il proprio utero), non possono essere soggetti alle questioni di coscienza di Tizio e di Caio. Che gli organi competenti che in altri luoghi permettono date pratiche non hanno una coscienza civile meno sviluppata della nostra, piuttosto il contrario e che ad oggi non risulta assolutamente che negli USA, dove la maternità surrogata è permessa da tempo, questa pratica sia diventata un “mercimonio”. Piuttosto il contrario perché sono tante le storie straordinarie di vita e di profondo amore che si nascondono dietro queste faccende.
“Siate forti come i saggi dell’antica Grecia…” si augurava per noi il grande Umberto Eco, il nostro problema purtroppo è che continuiamo ad essere pusillanimi nell’anima come i don Abbondio di manzoniana memoria…. e con questo mi pare di avere detto proprio tutto!
Da Rosebud -  Critica – scrittura – giornalismo online di Rina Brundu

Ecco, Rina,ho letto il tuo articolo, e come ben sai, sono cattolica, ma questo non mi impedisce di vedere le cose sotto una certa etica morale. Trovo che Fusaro abbia ragione, e te ne elenco i motivi. Prima di tutto, una maternità dove viene affittato un utero, A PAGAMENTO, mi pare offensiva nei riguardi dell’intera umanità. Dici che le adozioni, in un certo ambito, sono negate, eppure ci sono tanti bimbi orfani, che avrebbero diritto alla speranza di una vita dignitosa. Entrando nell’ambito Vendola, mi dici come può, insieme al suo compagno, accudire ad un neonato, se non affidandolo a cure di un’estranea/o, visto gli impegni che hanno entrambi? Avere un figlio, in una coppia omo, è per me una forma di esasperante egoismo. Questo perché la società non è ancora pronta a questo passo, e quindi il bimbo, crescendo e frequentando le scuole, dovrà affrontare domande molto imbarazzanti. (e non hai la mamma? E chi dei due è il padre?) mettendo così in figlio in una condizione di grande disagio. Ti pongo una domanda: se tu, invece di una madre che ti ha generato, avessi due padri, come affronteresti questa situazione? Posso comprendere i matrimoni gay, perché prima le loro unioni non erano regolate da leggi, e si conoscono casi in cui, deceduto uno dei due compagni, l’altro non aveva alcun diritto ad un’eredità, e i parenti del defunto, cacciavano di casa quello che consideravano un “intruso” mettendolo sul lastrico, senza tener conto che, fino alla fine, quella persona ha amato il suo compagno (o compagna in caso di donne) e si è preso cura di lui. Ma diventare genitori è altra cosa. Non va contro le religioni, che in questo discorso lascio da parte, ma contro la natura stessa. In ogni genere (animale o vegetale) esistono maschio e femmina, proprio per la diffusione della specie. Il fatto stesso che due esseri umani, appartenenti allo stesso sesso, non possono procreare, dimostra che non possono neppure essere genitori di un loro figlio. E resto anche dell’idea che un essere umano non è in vendita, e questo discorso dell’utero in affitto, è una forma di schiavitù, come quando comperavano gli schiavi. Stiamo andando verso un liberalismo che compromette la dignità della Vita stessa. Molte coppie etero scelgono di non avere figli, per mille motivi, allora, per quale ragione una coppia omo non dovrebbe accettare il fatto che possono rinunciare ad un figlio, per il bene di quella creatura? Le manipolazioni genetiche, nel genere umano, sono azioni contro natura, e così accade anche nel caso degli uteri in affitto. Rina, mi dirai che sono antiquata, ma non è così. Amo immensamente le piccole creature, e vorrei fossero felici, per quanto possibile. Ma credimi, non riesco ad immaginare un bambino felice, in un mondo dove ancora non è entrato il concetto di una doppia paternità o maternità. Mi dirai che ci sono tanti figli di divorziati, che vivono con un genitore che magari si è risposato. Resta il fatto che quei figli possono comunque relazionarsi con l’uno e l’altro genitore, che possono e debbono chiamare mamma e papà. Non è essere moderni, disinibiti, aperti, avallare un gesto che definisco senza ombra di dubbio: disumano! E Fusaro mi trova perfettamente in linea col suo pensiero, Non mi interessano i discorsi filosofici, lo stesso pensiero umano è filosofia. E sono dell’avviso che il rispetto per il pensiero altrui è necessario, quindi, rispetto la tua idea, anche se non la condivido, , ma lascia che altri che non la pensano come te, possano esprimere liberamente il loro. Il confronto è utile, guai se tutti avessero lo stesso punto di vista, perché si finirebbe per essere tante pecore condotte al macello. Dico solo che attualmente la società non è pronta a certi passi, che metterebbero in seria difficoltà una creatura.
Danila


Ciao Danila


Il tuo pensiero non mi stupisce perché lo conosco. Ma purtroppo il tuo dire mi da ulteriormente ragione: ovvero quanto sia pericoloso l’indottrinamento.
Che poi sia Radio Maria a farlo ci sto (é il suo mestiere), ma che a farlo sia qualcuno che su quello stesso sito viene definito “filosofo” se permetti mi fa girare le balle…
Noi siamo il paese che siamo proprio per come siamo: perché i diritti dei tanti vegono dopo un’etica potera e piegata alle ragioni di una religione datata e senza senzo (non è Cristo il primo figlio di una maternità surrogata? – perché non si impara piuttosto quella lezione dal Vangelo).
E non dico nulla dell’inveterata abitudine a decidere per gli altri, a sindacare sui dolori e le vicende di vita degli altri, a decidere cosa è meglio… .In un mondo pieno di bambini figli di coppie etero disamati, ignorati, ripudiati. State forse chiedendo a queste coppie che si amano di fare le veci di quelle altre coppie disgraziate?
Il tutto condito con ragionamenti poveri, intrisi di una ignoranza spaventosa: ripeto Fusaro avrebbe dovuto fare a meno di citare Orwell, Swift (senza forse manco accorgersene) e Gramsci. Perché se avesse saputo che realtà c’era dietro date denunce (parlo in questo caso soprattutto delle tante denunce swiftiana in forma satirica), si sarebbe tappato la bocca prima di parlare.
E non dico nulla sull’inveterata abitudine italiana, sessista, a dirimere sul mio utero… perché non è il caso… come donna ho smesso da tanto di sentirmi offesa in questo paese… non servirebbe, non lo capirebbero se si spiegasse e dovranno passare infinite generazioni prima che qualcosa cambi.
Il danno fatto dalla religione cattolica in Italia è purtroppo incalcolabile.
Saluti, amici come prima
RB

PS Il tempo di rispettare chi non rispetta la dignità e l’essenza degli altri esseri per quanto mi riguarda è finito
Aggiungo a mero titolo dimostrativo…
Ecco come parla un filosofo ……
Una modesta proposta  di Jonathan Swift
È cosa ben triste, per quanti passano per questa grande città o viaggiano per il nostro Paese, vedere le strade, sia in città, sia fuori, e le porte delle capanne, affollate di donne che domandano l’elemosina seguite da tre, quattro o sei bambini tutti vestiti di stracci, e che importunano cosí i passanti. Queste madri, invece di avere la possibilità di lavorare e di guadagnarsi onestamente da vivere, sono costrette a passare tutto il loro tempo andando in giro ad elemosinare il pane per i loro infelici bambini, i quali, una volta cresciuti, diventano ladri per mancanza di lavoro, o lasciano il loro amato Paese natio per andarsene a combattere per il pretendente al trono di Spagna, o per offrirsi in vendita ai Barbados.
Penso che tutti i partiti siano d’accordo sul fatto che tutti questi bambini, in quantità enorme, che si vedono in braccio o sulla schiena o alle calcagna della madre e spesso del padre, costituiscono un serio motivo di lamentela, in aggiunta a tanti altri, nelle attuali deplorevoli condizioni di questo Regno; e, quindi, chiunque sapesse trovare un metodo onesto, facile e poco costoso, atto a rendere questi bambini parte sana ed utile della comunità, acquisterebbe tali meriti presso l’intera società, che gli verrebbe innalzato un monumento come salvatore del paese.
Io tuttavia non intendo preoccuparmi soltanto dei bambini dei mendicanti di professione, ma vado ben oltre: voglio prendere in considerazione tutti i bambini di una certa età, i quali siano nati da genitori in realtà altrettanto incapaci di provvedere a loro, di quelli che chiedono l’elemosina per le strade.
Per parte mia, dopo aver riflettuto per molti anni su questo tema importante ed aver considerato attentamente i vari progetti presentati da altri, mi son reso conto che vi erano in essi grossolani errori di calcolo. é vero, un bambino appena partorito dalla madre può nutrirsi del suo latte per un intero anno solare con l’aggiunta di pochi altri alimenti, per un valore massimo di spesa non eccedente i due scellini, somma sostituibile con l’equivalente in avanzi di cibo, che la madre si può certamente procurare nella sua legittima professione di mendicante; ma è appunto quando hanno l’età di un anno che io propongo di provvedere a loro in modo tale che, anziché essere di peso ai genitori o alla parrocchia, o essere a corto di cibo e di vestiti per il resto della vita, contribuiranno invece alla nutrizione e in parte al vestiario di migliaia di persone.
Un altro grande vantaggio del mio progetto sta nel fatto che esso impedirà gli aborti procurati e l’orribile abitudine, che hanno le donne, di uccidere i loro bambini bastardi; abitudine, ahimè, troppo comune fra di noi; si sacrificano cosí queste povere creature innocenti, io credo, piú per evitare le spese che la vergogna, ed è cosa, questa, che muoverebbe a lacrime di compassione anche il cuore piú barbaro ed inumano…. etc etc…..
Ma credo che basti!

Ma sono perfettamente d’accordo con Swift, in quel che dice non ho nulla da eccepire. E forse credo di non essermi ben spiegata nella precedente: intanto non sono affatto indottrinata, penso solo alle leggi della natura. Per quanto riguarda l’adozione o la maternità “comperata” dalle coppie omo, il mio pensiero va ai bambini, non agli adulti che, sicuramente, doneranno loro tanto amore e affetto, ma che li inseriscono, adesso e non nel futuro, in una società che ancora creerebbe loro grosse difficoltà psicologiche. Questo volevo dire con poche parole. E, Rina, non so cosa ti abbia tanto cambiato, lo percepisco dai tuoi atteggiamenti di nulla tolleranza nei riguardi di chi ti legge e magari desidera commentare, esprimendo il proprio pensiero che si discosta dal tuo. Un tempo, e lo ricordo bene perché è stato quando abbiamo trascorso la notte di Natale a parlare di tante cose, compreso su un racconto di Paulo Coelho, durante la quale hai proprio chiesto l’autorizzazione a pubblicarlo su Rosebud, pur trattandosi di un tema cristiano-natalizio. In ogni caso, Maria e Giuseppe erano sposi, una coppia “normale”, che si è presa cura del piccolo Joshua. Per Giuseppe, è come se avesse sposato una ragazza madre, e adottato di conseguenza il suo figliolo. Nulla a che vedere con una coppia omo. Non ho una mentalità ristretta, condizionata dalla dottrina cristiana, infatti ho sostenuto accetto le unioni civili di due persone dello stesso sesso. Ribadisco il concetto, il mondo non è ancora pronto a difendere i bambini avuti in questo tipo di unione. Che siano adottati o concepiti in vitro, o da un utero in affitto, quei bambini si troveranno sempre a dover rispondere a domande davvero imbarazzanti e magari a sentirsi dire (conosciamo quanto i ragazzini sappiano essere crudeli) cose che farebbero loro tanto male. Forse tra una manciata di secoli le cose saranno all’ordine del giorno. Oggi è ancora prematuro. Mi pare, Rina, che tu abbia imboccato una strada che esce da ogni tipo di etica, ma capisco, va tanto di moda!
Danila


All’amico che mi ha chiesto di interloquire con la titolare di Rosebud, rispondo così:

 Premetto che l'utero, più che in affitto, è stato comperato!
Ho letto i commenti di Rina, e le ho risposto a tono, sostenendo ancora una volta la mia tesi, Quello che ho scritto a Rina, l'ho ribadito anche a Luisa Bolleri, una brava scrittrice e poetessa, che condivide le stesse ideologie di Rina. Anche a lei ho detto quel che penso, proprio riferendomi ai bambini voluti da queste unioni omo. Io non ho nulla contro un'unione civile di persone dello stesso sesso, se si amano e vivono in armonia, ma il mondo già fatica ad accettare questo, figuriamoci cosa accadrebbe ad un figlio nato da un utero in vendita. Non ho dubbi che una coppia gay possa amare veramente il figlio voluto, ma se lo amassero veramente, penserebbero anche a quali difficoltà andrà incontro, una volta raggiunto il periodo scolastico. Quei bimbi dovrebbero affrontare domande che li metterebbero a disagio e la loro fragile psiche ne risentirebbe non poco. Sarebbero degli infelici nella società, anche se in famiglia tutto va bene. Non sono, come sostiene Rina, condizionata da un indottrinamento religioso, se così fosse, non dovrei accettare neppure le unioni civili. Ragiono con la mia testa, e se anche tu, che ti dichiari ateo e non legato a religione alcuna, non sei d'accordo sul pensiero libero di Rina, qualcosa dovrà pur significare, o no? Ovvero, esiste un'etica, un fatto naturale, che da millenni attraversa il mondo. Certo, nell'antica Grecia e Roma, c'erano i ragazzini o gli eunuchi, a disposizione dei ricchi signori per le loro smanie sessuali. Ma erano costumi depravati, e solo di un certo ricco ceto sociale. Ovvero, questo conferma che la ricchezza tutto permette, che con i soldi tutto si può comprare, perfino la dignità delle persone. 
Ovviamente ognuno ha il diritto di pensarla come crede, ma come alcuni espongono le loro idee che reputo rivoluzionarie, così io metto in chiaro le mie, anche se appaiono antiquate.

Danila