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Questo blog è di Danila Oppio, colei che l'ha creato, e se ne è sempre presa cura, in qualità di webmaster.

domenica 31 gennaio 2016

La Moschea ed altro di Laura Vargiu

Si tratta solo di un’impressione personale, ma man mano che leggevo La Moschea, scritta dalla mano felice e dalla mente acuta di Laura Vargiu, ho avuto la netta impressione di essere tornata indietro nel tempo.
E’ stato come leggere un pot-pourri tra gli scritti di Guareschi, di Vamba (ricordate Il Giornalino di Gian Burrasca?), e di qualche sketch di Totò. Ma con lo stile personalissimo dell’autrice.
Vi domanderete per quale motivo collego questi autori al lungo racconto di Laura. Presto detto: l’ho letto in un lampo, tanto le parole del libro scorrevano veloci sotto i miei occhi, trasportandomi in un luogo colmo di personaggi caratteristici, dai buffi cognomi, con una spiccata personalità, resa nel libro quasi farsesca, e lasciando al lettore,  fino in fondo, una sensazione di sospeso. (Suspense, direbbe chi ama infarcire i loro testi in italiano, di parole straniere). La domanda che ci si pone è: come andrà a finire? Certo non sarò io a dirvelo, per saperlo, è necessario leggere il libro dell’autrice, che mi piace definire “la principessa della penna”.
La Moschea è la chiave di tutto il racconto, ma non propriamente la protagonista. Temo, se dovessi proseguire nella mia indagine letteraria, di svelare qualcosa che deve restare segreto, per chi decidesse di acquistare il libro.
Credo giusto trascrivere la sinossi del libro, così come appare nella quarta di copertina e, allo stesso modo, accodare una recensione di Angelo Anselmo, che meglio illustra la tematica del racconto.
Danila Oppio

La tranquilla quotidianità di un piccolo e non bene identificato paese di provincia viene turbata all’improvviso da una notizia inattesa: il progetto di costruzione di una moschea da parte della folta comunità di stranieri formalmente bene integrati. In un clima crescente di diffidenza, timore, ottusità e stupido puntiglio nei confronti della novità, a partire dalla stessa amministrazione comunale, si sviluppa la vicenda che vedrà contrapposte le due parti della popolazione, quella degli abitanti locali e quella dei nuovi residenti, tutti di fede islamica. Il progetto di costruzione del nuovo edificio di culto diventerà dunque motivo di disputa, ma anche occasione di riflessione su tematiche attuali quali immigrazione e accoglienza, nonché rispetto e riconoscimento reciproco dei diritti di tutti. Sarà infine il parroco del paese, con l’aiuto di un santo patrono venuto forse dalle stelle, a dire l’ultima parola risolvendo inaspettatamente l’ingarbugliata situazione.
“Anche noi pensavamo di essere a casa”
Lasciate alle spalle nostalgie e rimpianti con le splendide e suggestive ambientazioni narrate ne “Il viaggio”, questa volta Laura Vargiu si diletta nell’affrontare un tema, sempre caldo e scottante, rappresentato dalla difficile integrazione degli immigrati nel nostro paese e lo fa senza cadere nel facile tranello del qualunquismo o della, ancora più facile, demagogia.
Con estrema eleganza e ironia a profusione, la scrittrice lascia che sia il lettore a porsi le domande elementari su questa problematica e a trovare risposte che sono, a volte, estremamente semplici e obbligate, ma che spesso non vengono al nocciolo per motivi che sono sempre gli stessi, legati cioè al sospetto e alla paura per cose che si conoscono poco e da cui ci si guarda bene dal conoscere meglio, difetti purtroppo inclusi in quelli atavici degli esseri umani.
Storia simpatica e, per certi versi, divertente, raccontata con nessun intento didattico, ma con il vero proposito, questo si, di far riflettere per un po’ sulle contraddizioni e sulle incongruenze degli uomini, da una parte e dall’altra… ( Recensione di Angelo Anselmo)

L’autrice
Laura Vargiu (Iglesias 1976) vive in provincia di Cagliari.
Laureata in Scienze Politiche all’Università di Cagliari, con una tesi in storia e istituzioni del mondo musulmano, negli scorsi anni ha viaggiato tra Giordania, Egitto e Marocco, dedicandosi allo studio della lingua araba.
Con poesie e racconti è presente in diverse raccolte antologiche nazionali. Tra i vari riconoscimenti ottenuti, il primo posto alla XXVII edizione del Premio “La Mole” di Torino, per la sezione poesia singola (2013) e una menzione d’onore al I° Contest Letterario Carlo A. Martigli riservato ai racconti (2014). Del 2012 è la pubblicazione della sua raccolta “Il Cane Comunista e altri racconti” (Gli Occhi di Argo Editore).  Ha poi auto-pubblicato “Il viaggio” con Youcanprint nel 2015, ed ora è alla sua terza fatica letteraria, con La Moschea, edita da 0111 Edizioni.  


          
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venerdì 29 gennaio 2016

Ho sotterrato pietre


Il fiume di questa terra
ha attraversato la mia vita
inondandola di affetti, di amore
e di amicizie,
sentimenti sempre vivi
lasciati ai suoi bordi,
dove fango s'ammucchiava
a rena bianca
abbracciata a canneti assolati
e violati da venti improvvisi.

In quel fiume,
letto di ogni nostro dormire
ho sotterrato pietre di ricordi
svaniti nello scorrere del tempo
che rifiuta le fermate
come di autobus al suo capolinea.

Non ho sotterrato la memoria
che veglia su di me
pegno d'amore
per una vita semplice
dedicata a tutto
piena di niente.

Gavino Puggioni
Da Nelle falesie dell'anima

Recensione di Canto a due voci di Tommaso Mondelli e Danila Oppio su Notizie in un click


Danila Oppio e Tommaso Mondelli – Canto a due voci – Salerno, Argolibro,2015 . 140 p. (77) Dopo la pubblicazione di altri libri di poesie, oggi Tommaso Mondelli ritorna con un saggio poetico ancora diverso, Canto a due voci, scritto insieme a Danila Oppio, anche autrice di romanzi di squisito talento e sensibilità umana e sociale.

Un canto a “due voci” e “quattro mani” che declama il mondo esaltandolo nelle sue componenti principali, l’amore per la vita e la natura, ed anche in quelle secondarie: “Sommellier astemio”, “L’ombrello rosso” , “Il caffè”, “La gavetta”,… nelle parti e sotto gli aspetti che possono anche essere un “mondo malato” o le acque torbide di “Nel mare “, ma che ha – “…nonostante l’impotenza e l’impossibilità a migliorare situazioni contingenti e permanenti…” – l’incondizionato amore  appoggio e gradimento di Danila e Tommaso. Positività ed ottimismo per la vita ed il futuro confermate nei Versi Burleschi finali, otto poesiole frizzanti di gasate bollicine che fanno prudere il naso. Verseggiando e poetando si toccano anche i grandi temi sociali: “Il coso”, piccola  disamina sull’euro, e i comportamenti umani: “Aretè”, con leggerezza, sensibilità e qualche volta anche umorismo. Ci piace ancora farvi sentire “il profumo” di ciò che vi consigliamo di leggere, riportando qui alcuni versi, con la certezza che sarete, poi, più sereni e, forse, un po’ più saggi. “…dovremmo pur darci una mano…/se in coro leviamo una voce/se ai sordi facciamo sentire/ per il mondo la svolta veloce/chè il futuro non deve morire.” (Tommaso Mondelli). “…E’ la virtù, che conduce l’uomo/alla creazione di una società civile/di cui il singolo la compone/con ogni pur piccolo mattone”.   (Danila Oppio). “…desiderio d’aria diversa/dall’odierno respiro…/profumo…/di pulite lenzuola/al sole estivo asciugate…/. (Mariella Oppio, sorella di Danila, “ospitata” nel libro con tre sue poesie).
La poesia ha, tra l’altro, la capacità di immaginare grandi spazi, grandi idee, grandi cose e una grande umanità. Sa inoltre trasportarci in un mondo fantastico di elevata taratura, ricco di colori e di vitalità dove respirare – pur nell’angustia degli spazi vissuti nel reale – con la forza e la vastità della sua insita potenza, quei valori eterni che sono un tutt’uno con l’essere umano ed il suo quotidiano. Danila e Tommaso in questa loro raccolta hanno saputo cogliere ed infondere parte di quell’afflato, con modestia, semplicità e profonde riflessioni gustosamente miscelate in un insieme armonico ed unico – pur nella varietà e diversità, sia nel metodo sia nello spirito, dei loro stili, ed oltre i rispettivi, molto diversi curricula vitae – con un “prettamente femminile” ed un “fortemente maschile” molto comunicativi verso qualsiasi orecchio, testa o cuore.
Franco Cortese  Notizie in un click

 

mercoledì 13 gennaio 2016

Sensazioni



Poggio labbra
unte dal vento

ti sembrerà strano

ma il fiume dell'amore
scorre ancora
fra quei fili di passione
addormentata

gli occhi assenti
nel desiderio d'averti
si perdono nelle dune
dei nostri ricordi

Gavino Puggioni
Da Nelle falesie dell'anima

venerdì 1 gennaio 2016

Non chiedere

    

Non chiedere delle mie assenze
ora che sono nel limbo
di ogni pensiero di vita

Aspetta la mia ombra
come foglia in attesa del vento
immobile distesa sui gradini
del mio mare
dove abbracci d'argento
coprono il mio corpo
e lo portano lontano.

Gavino Puggioni
da Nelle Falesie dell'anima

Auguri a tutto il mondo!



ALSATIAN e glëckliches nëies / güets nëies johr
ARABIC aam saiid / sana saiida
ARMENIAN shnorhavor nor tari
AZERI yeni iliniz mubarek
AFRIKAANS gelukkige nuwejaar
BAMBARA bonne année
BASQUE urte berri on
BELARUSIAN З новым годам (Z novym hodam)
BENGALI subho nababarsho
BERBER asgwas amegas
BETI mbembe mbu
BOBO bonne année
BOSNIAN sretna nova godina
BRETON bloavez mad
BULGARIAN честита нова година (chestita nova godina
BIRMAN hnit thit ku mingalar pa
CANTONESE kung hé fat tsoi
CATALAN feliç any nou
CHINESE xin nièn kuai le / xin nièn hao
CORSICAN pace e salute
CROAT sretna nova godina
CZECH šťastný nový rok
DANISH godt nytår
DUTCH gelukkig Nieuwjaar
ESPERANTO felicxan novan jaron feliæan novan jaron (Times SudEuro font)
ESTONIAN head uut aastat
FAROESE gott nýggjár
FINNISH onnellista uutta vuotta
FLEMISH gelukkig Nieuwjaar
FRENCH bonne année
FRIULAN bon an
GALICIAN feliz aninovo
GEORGIAN gilotsavt aral tsels
GERMAN ein gutes neues Jahr / prost Neujahr
GREEK kali chronia / kali xronia eutichismenos o kainourgios chronos
GUARANÍ rogüerohory año nuévo-re
HAITIAN CREOLE bònn ané
HAWAIIAN hauoli makahiki hou
HEBREW shana tova
HINDI nav varsh ki subhkamna
KANNADA hosa varshada shubhaashayagalu
KHMER sur sdei chhnam thmei
KIRUNDI umwaka mwiza
KOREAN seh heh bok mani bat uh seyo
KURDE sala we ya nû pîroz be
HUNGARIAN boldog új évet
ICELANDIC farsælt komandi ár
INDONESIAN selamat tahun baru
ITALIAN buon anno, felice anno
IRISH GAELIC ath bhliain faoi mhaise
JAPANESE akemashite omedetô
KABYLIAN asseguèsse-ameguèsse
NORWEGIAN godt nytt år
MACEDONIAN srekna nova godina
MALAGASY arahaba tratry ny taona
MALAY selamat tahun baru
MALTESE sena gdida mimlija risq
MAORI kia hari te tau hou
MONGOLIAN shine jiliin bayariin mend hurgeye  (Шинэ жилийн баярын мэнд хvргэе)
MORÉ wênd na kô-d yuum-songo
LAO sabai di pi mai
LATIN felix sit annus novus
LATVIAN laimīgo Jauno gadu
LINGALA bonana / mbula ya sika elamu na tonbeli yo
LITHUANIAN laimingų Naujųjų Metų
LOW SAXON gelükkig nyjaar
LUXEMBOURGEOIS e gudd neit Joër
OCCITAN bon annada
PERSIAN sâle no mobârak
POLISH szczęśliwego nowego roku
PORTUGUESE feliz ano novo
ROMANI bangi vasilica baxt
ROMANIAN un an nou fericit / la mulţi ani
RUSSIAN С Новым Годом (S novim godom)
SAMOAN ia manuia le tausaga fou
SANGO nzoni fini ngou
SOBOTA dobir leto
SPANISH feliz año nuevo
SWAHILI mwaka mzuri
SWEDISH gott nytt år
SWISS-GERMAN äs guets Nöis
SARDINIAN bonu annu nou
SCOTTISH GAELIC bliadhna mhath ur
SERBIAN srecna nova godina
SHONA goredzwa rakanaka
SINDHI nain saal joon wadhayoon
SLOVAK stastlivy novy rok
SLOVENIAN srečno novo leto
TAMIL iniya puthandu nalVazhthukkal
TATAR yana yel belen
TELUGU nuthana samvathsara subhakankshalu
TAGALOG manigong bagong taon
TAHITIAN ia ora te matahiti api
THAI (sawatdii pimaï)
TIBETAN tashi délek
TURKISH yeni yiliniz kutlu olsun
UDMURT Vyľ Aren
UKRAINIAN Z novym rokom
URDU naya saal mubarik
WALOON (“betchfessîs” spelling) bone annéye / bone annéye èt bone santéye
WELSH blwyddyn newydd dda
WEST INDIAN CREOLE bon lanné
YIDDISH a gut yohr
VIETNAMESE Chúc Mừng Nam Mới / Cung Chúc Tân Niên / Cung Chúc Tân Xuân

Penso che non siano ancora tutte, le lingue dove si augura buon anno, ma che almeno raggiungano i lettori dove si parlino nelle lingue citate.
Tanti auguri per un meraviglioso 2016