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Questo blog è di Danila Oppio, colei che l'ha creato, e se ne è sempre presa cura, in qualità di webmaster.

giovedì 25 settembre 2014

GRAZIE FRANCESCO!

Ho avuto una bisnonna che ha attraversato due secoli, quello in cui è nata, la fine dell’ottocento e poi buona parte del novecento. Quando io sono nato lei era già vecchia e incartapecorita, una cosa che a noi bambini faceva una certa impressione, ma le sue storie  quelle no erano fantastiche. Raccontava di un mondo che non aveva la luce elettrica e nemmeno la televisione. Quando era nata non esistevano nemmeno le  automobili, si andava in carrozza, almeno chi poteva e aveva visto le prime macchine volanti spiccare il loro volo. Nata all’epoca dei cow-boy e degli indiani che per me erano dei soldatini con cui giocare, aveva assistito a quell’evento mondiale che fu il primo uomo sceso sulla Luna e io mi chiedevo quali cose fantascientifiche sarei stato destinato e vedere nel corso della mia esistenza.
Mi sbagliavo, in quel senso lei era stata una privilegiata. Einstein elaborava la Teoria della Relatività e il mondo cambiava completamente, il tempo non era più una costante mentre lo diventava la velocità della luce…ma chi di noi se n’è realmente accorto? Quanti alzando gli occhi nel cielo e guardando la luna si rendono conto che stanno vedendo il passato e si pongono tutte quelle domande che un’osservazione del genere dovrebbe far scaturire? Nessuno, nemmeno io.
Il mondo di oggi non è cosi diverso da quello degli anni 70, la luce dentro le case si continua ad accendere con il solito pulsante e un PC in definitiva è solo una televisione con più funzioni. E’ cambiata la carrozzeria delle auto, forse perfino in peggio, ma la loro sostanza è rimasta la stessa. Abbiamo perfino smesso di scendere sulla Luna e nessun uomo è mai sceso ancora su un altro corpo celeste. Da un punto di vista sociale e politico andiamo ancora peggio. Il proletariato non ha conquistato il mondo come in molti avevamo sperato, dio è morto e anche io non mi sento più tanto bene.
Nel 1999 ho assistito in montagna all’eclissi parziale di sole. E’ stato impressionante, la temperatura che è improvvisamente calata e il totale e assoluto silenzio che l’ha accompagnata come se anche le foglie degli alberi avessero avuto timore di disturbare quell’evento con il loro stormire. Ma nulla da poter essere paragonato allo stupore per il Circo di Buffalo Bill a Roma, la prima automobile o all’incredulità di girare un interruttore ed avere la luce elettrica dentro casa dove prima c’erano le candele o il gas per i più agiati. La mia bisnonna aveva perfino udito la prima scatola di legno parlante… una radio. Tutte cose che invece appartenevano alla mia normalità dove i suoi racconti mi apparivano come una sorta di fantascienza al contrario. Insomma una vera delusione aver passato tutti questi anni seppur travagliati e decisamente movimentati, senza mai assistere a nessuno di quegli eventi eccezionali che poi fanno la storia dell’umanità perché in definitiva perfino lo sbarco sulla Luna non è stato così eccezionale come può essere apparso alla mia bisnonna o ai miei genitori.
Ora vi starete chiedendo cosa abbia a che vedere Papa Francesco con la mia bisnonna e questa strampallata storia. Probabilmente nulla se non fosse che la mia ava  essendo nipote di un cardinale abitava in Via della Conciliazione a pochi passi dalla Santa Sede e che proprio a Papa Francesco debbo il mio momento storico da poter raccontare che poi, è quello che sto facendo.
Quando leggevo di Celestino V e del “gran rifiuto” non potevo immaginare che sarei vissuto nell’era dei due Papi ambedue vivi se non uno proprio vegeto e questo, che lo vogliate o no è un fatto storico enorme in una istituzione come quella che può essere la Chiesa Cattolica, alla quale come ben sapete guardo con il dovuto rispetto e la giusta distanza essendo io agnostico piuttosto che ateo, ritenendo, ma è soltanto un’opinione, che questa seconda condizione dello spirito sia troppo mistica per un razionalista come sono.
Avendo studiato dai Barnabiti con una sommaria infarinatura della Summa Teologica di sant’Agostino, le implicazioni dell’avere due Papi perché di questo in fondo si tratta, indubbiamente mi affascinano, cosi come non ha mancato di suscitarmi simpatia Francesco, simpatia che da queste pagine ho più volte espresso. Non me ne vogliano i bacchettoni al contrario di certa sinistra, quella delle gaulois, la birra gelata e i titoli rossi dei loro giornali il mio non credere non viene da esperienze negative con il clero ma da una convinzione che a ben vedere è l’esatto opposto della fede, tanto questa è forte. Nel clero, per quello che mi riguarda ho sempre trovato, per mia fortuna, conoscenze eccezionali come quella del compianto Cardinal Martini, un americano trapiantato a Roma, amico di famiglia fin da quando ero piccolissimo. Una persona umanamente eccezionale o il mio insegnante di religione presso i Barnabiti, il primo prete brasiliano a spretarsi per sposare la donna di cui era innamorato.
Francesco però ha voluto fare di più, come se in qualche modo sapesse che lo seguo nel mio non essere credente e stesse cercando di ricondurmi in quell’ovile che non mi appartiene. Ebbene, per espressa volontà del Papa, una cosa che in Vaticano non è da prendere sottogamba, trattandosi forse dell’unico monarca assoluto ancora esistente al mondo, Jozef Wesolowski è stato arrestato dalla Gendarmeria dello Stato Vaticano. Non era mai accaduto. E’ l’effetto della tolleranza zero contro la pedofilia.
Ordinato sacerdote nel 1972 dall’allora arcivescovo di Cracovia Wojtyla era nunzio apostolico nella repubblica Dominicana quando un anno addietro grazie a un’inchiesta di una Tv privata scoppiò lo scandalo.  Wesolowski adescava bambini sulla spiaggia offrendo denaro in cambio di prestazioni sessuali. Non solo, l’inchiesta mise in luce che il prelato era un assiduo frequentatore dei luoghi di prostituzione minorile.
Qualcuno di voi ricorderà le polemiche suscitate dal fatto che la Santa Sede lo aveva immediatamente richiamato a Roma. I soliti complottisti si scatenarono, non potendo nemmeno immaginare quali potevano essere i motivi che avevano spinto Francesco a un simile atteggiamento. Aveva protestato perfino l’agenzia dell’ONU. A me, era parso strano che Francesco lo volesse tutelare, anche lui come me venendo da quel cielo pieno di stelle così diverse che vede nella Croce del Sud la sua Stella Polare e avendomi sorpreso fin dal primo giorno con la frase meno storica che un Pontefice potesse pronunciare: “Buona sera!”. Invece,  come cittadino vaticano (la Santa Sede è a tutti gli effetti uno Stato Estero seppure nel territorio italiano) e in quanto nunzio, doveva essere sottoposto a un doppio processo; canonico e penale. A fine giugno la Congregazione per la dottrina della fede (quello che un tempo era il Santo Uffizio) lo ha dimesso dallo stato clericale e ora deve iniziare il processo penale, quello per cui si va in galera, tanto per essere più chiari.
Il promotore di giustizia del Tribunale Vaticano, insomma il PM, gli ha notificato i capi d’imputazione come si evince dalla scarna nota diffusa da padre Federico Lombardi: “ La gravità degli addebiti ha indotto l’Ufficio inquirente a disporre un provvedimento restrittivo che alla luce della situazione sanitaria dell’imputato, comprovata dalla documentazione medica, consiste negli arresti domiciliari con le correlate limitazioni, in locali all’interno dello Stato della Città del Vaticano”. Non sta quindi in prigione, ma neppure a casa sua considerato che l’ex prelato non ha case in Vaticano. I gendarmi lo hanno lasciato nelle stanze del Collegio dei Penitenzieri, sorvegliato a vista.
Va da se che con la condanna canonica Wesolowski ha perso l’immunità diplomatica e quindi potrebbe essere soggetto anche a procedimenti giudiziari da parte di altre magistrature e anche questo sarebbe in assoluto la prima volta che accade. L’11 Luglio dello scorso anno Papa Francesco ha inasprito le pene contro i pedofili e ha reso processabili anche i diplomatici della Santa Sede.
Due Papi e la prima condanna di un diplomatico vaticano da parte della stessa Santa Sede. Viene voglia di crederci, se non nello Spirito Santo, in questo Pontefice a me piacendo enormemente questa parola essendo l’appellativo del Sommo Sacerdote, seppur pagano,  che assisteva alla costruzione dei ponti, per gli antichi romani la massima espressione dell’architettura e dell’ingegno umano nonché amministratore del Diritto Romano, quell’insieme di leggi che ancora oggi i novelli avvocati studiano nelle università.
Non chiedetemi per quale motivo, la simpatia come l’antipatia è un fatto di pelle che sfugge alla razionalità perfino di un razionalista come me, non ho mai avuto particolari simpatie per nessun Pontefice in particolare ma Francesco mi affascina e non ho problemi nel riconoscerlo. A modo suo combatte una guerra e a me piacciono i combattenti , quelli che affrontano il mondo a viso aperto senza curarsi troppo di quello che gli altri dicono o pensano.
Nella storia della Chiesa questa sarebbe la prima volta che il Santo Uffizio, dopo tanti secoli di barbarie fa una cosa buona giusta. Verrebbe da dire che purtroppo il 12 febbraio del 2001 Giovanni Paolo II aboliva la pena di morte ancora prevista nell’ordinamento giuridico dello Stato Vaticano ma per estradizione culturale sono contrario a tutte quelle pene… definitive. Errare è umano, non potendosi più dire democristiano il perseverare per raggiunti limiti storici.
  Buona vita a tutti voi
Massimo Mariani Parmeggiani 
Come ben sai, Max, mi piace rubacchiare qualche tuo articolo dal tuo sito personale...tanto l'hai già reso pubblico su FB! Conosco il tuo pensiero filosofico, politico e assolutamente ateo. Ma vorrei davvero che tutti quelli che si definiscono credenti, a qualsiasi credo appartengano, usassero il discernimento e la ragione, piuttosto che certi preconcetti duri da smuovere o, peggio ancora, quell'assurda omertà per la quale "di certe cose non si deve parlare, perché sporca l'immagine di Chiesa". Si deve tacere! Ma scherziamo? Chi insozza l'immagine di Chiesa, sono questi pedofili che indegnamente vestono l'abito talare! Quella Chiesa che per tanto tempo si è avvalsa della Sacra Inquisizione, quel Torquemada e i suoi seguaci, avrebbero dovuto innalzare la pira (o rogo) per il loro stesso clero, e tenerla accesa, come il fuoco delle vestali, fino ai nostri giorni. Mi spiace, conosco vescovi e sacerdoti cui porto un grandissimo rispetto, per la loro correttezza morale...ma le mele marce, vanno gettate nel letamaio, la famosa Geenna, 
Per chi non lo sapesse:
La Geenna (o Gehenna o Gaénna) è una valletta scavata dal fiume Hinnom sul lato sud del monte Sion. Il nome deriva dall'ebraico gē-hinnomche significa, appunto, "valle dell'Hinnom".[1] Sion è un rilievo montuoso sul quale è stata fondata la città di Gerusalemme ad opera del popolo dei Gebusei. Il re Davide la conquistò e ne fece la sua capitale. Attualmente è tutta edificata ed è un quartiere di Gerusalemme tra i più poveri, mentre l'Hinnom è un torrentello a carattere non permanente.
Nell'Antico Testamento
Nella valle dell'Hinnom i re di Giuda Acaz e Manasse avrebbero praticato il culto del dio Moloch, al quale, dopo essere stati sgozzati, venivano bruciati in olocausto i bambini[2] (2 Cronache Geremia. Il re Giosia volle poi sopprimere sul suo territorio ogni tipo di devozione non diretta a JHWH. Per impedire che in futuro si continuassero pratiche simili, fece profanare il luogo in cui si praticava il culto idolatrico e ne fece più propriamente una discarica di immondizie e cadaveri a cui non veniva concessa la normale sepoltura, dove il tutto veniva bruciato da un fuoco continuo.
Dio avrebbe infatti decretato per bocca del profeta Geremia che la valle di Hinnom doveva servire come luogo per eliminare in massa cadaveri e non per torturare vittime ancora in vitaGeremia  Quanto dichiara la Bibbia a proposito della Geenna concorda in genere con l’idea tradizionale di fonte rabbinica e di altre fonti: la valle di Hinnom serviva come luogo adibito all’eliminazione dei rifiuti di Gerusalemme. Ad esempio in Matteo gaénna ha il valore generico di “mucchio d’immondizie”
Danila Oppio

mercoledì 24 settembre 2014

FLASH


Il sole ti ha reso nuda
la luna ti ha reso triste
mentre le stelle
ad una ad una
ridevano del mio amore

Ora sono qui a pensarti
fra marosi d'indifferenza
e non riesco a cavalcare
nemmeno il mio cavallo a dondolo
che si ribella
all'evanescenza di questa vita

Gavino Puggioni
Da Nelle Falesie dell'Anima

lunedì 22 settembre 2014

Il vestito dell'amore






t
ti
ti a
ti am
ti amo
ti amo ti amo
ti amo ti amo ti amo
ti amo ti amo ti amo ti amo
ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo
ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo tiamo
ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo tiamo ti amo
ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo tiamo ti amo ti amo
ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo tiamo ti amo ti amo ti amo
ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo tiamo ti amo ti amo ti amo ti amo
ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo tiamo ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo
ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo tiamo ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo
ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo tiamo ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo
ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo tiamo ti amo ti amo ti amo ti amo
ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo tiamo ti amo ti amo ti amo
ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo tiamo ti amo ti amo
ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo tiamo ti amo
ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo tiamo
ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo
ti amo ti amo ti amo ti amo
ti amo ti amo ti amo
ti amo ti amo
ti amo
ti am
ti a
ti
t
prima
l’amore si veste diparole
poi
-col passar del tempo-
si spoglia

                                                          Giovanni De Simone
i

sabato 20 settembre 2014

PARTO


Parto
Racchiudo in un fagotto
spezzoni della mia vita

Parto
verso un destino ignoto
un peso sulle spalle
duro da sopportare

Parto
Come una vagabonda
svuotata d'ogni bene
Unico capitale
una sorda sofferenza
che fa molto male

Parto
procedendo senza meta
lungo un percorso impervio
sullo sfondo non vedo un porto
dove la mia vela approdare

Parto
un viaggio senza ritorno
alle mie spalle un portone
han chiuso, e m'han cacciata via
senza una spiegazione

Parto
non porto con me rancore
pur se dentro l'anima
v'è una piaga di dolore

Parto
non so dire dove sbarco
in quell'oceano in tempesta
la mia barca affonderà
con una breccia al fianco

Ma pur nella nebbia fitta
dove non vedo nulla
nomade, svuotata, vado
veliero fantasma privo di rotta

Ma parto...

Danila Oppio
Inedita






venerdì 19 settembre 2014

PER SEMPRE



Si sedette al bordo del letto
E aprì una scatola di latta
Colma di poesie d’amore
Scritte da un vecchio poeta
dal cuore bambino

Lesse versi nei quali
I “ per sempre” apparivano
Con una certa frequenza.
Come i battiti del cuore
O quanto la colazione
Del primo mattino

Si pose domande
Ma non trovò risposte
Forse quei “a te che sei”
 E i “per sempre” sono caduti
Nelle tubature fognarie
Da un rugginoso tombino?

Com’era facile scrivere
Ti amerò per l’eternità!
E un brutto giorno, o un anno
O poco dopo, l’amore
Si dissolse e la vena
Poetica finì nel cestino

Le lesse tutte, gli occhi asciutti
Dopo torrenti di lacrime
Chiuse la scatola e un’altra
Ne aprì, poi si distese
Sul letto, posò il tubetto vuoto
Dei barbiturici sul comodino

Spense la luce, chiuse gli occhi
E se ne andò lentamente via
Per sempre, e questa volta
Fu davvero così che trovò
Il suo “per sempre” in un addio
Al suo  vecchio poeta bambino


Danila Oppio
Inedita



METTE ORDINE


Mette ordine
Nel cassetto dei ricordi
Poesie dedicate
A lei da un poeta
Dove non v’era meta

In quei tempi l’amore
 Pareva Infinito, e invece
In un giorno particolare
Di settembre
Le scrisse: è finito

Scriveva…
“A te che sei”
(Cos’era?) se lo chiede
“ per sempre”
(Quant’è durata poco
Quell’eternità)

Ancor non se lo spiega
E lei è sempre là
E ancora qua, a inzuppare
Pagine d’una storia
Senza memoria
Con lacrime di pianto
E intanto…
Ora tutto tace
E non se ne sa dar pace

Danila Oppio
Inedita

martedì 16 settembre 2014

Tre pensieri

Uno

Ho attraversato
il cancello dei miei pensieri
perché il campanello non c'era

L'anima s'è graffiata
ed ha lasciato parole dure
non per te, sempre assente
ma per il vento che ne faceva eco
in quelle valli, regno del nulla
dove tutto si confondeva
e s'ammantava di inusitate verità

due

Queste verità mai esistite
velate di tramonti rubini
ingoiati dal mare
velate da albe iridescenti
ingannate dal passar
dei giorni inutili

e tre

Inutili come queste voci
che sento
dentro la vita che scorre
e non hanno fine
se non quella della stessa eco
che li ignora

Gavino Puggioni
Da Nelle Falesie dell'Anima


Eco di canti lontani




Sento l'eco 
di canti lontani... 
Navigo via 
da quella riva 
lì è solo dolore.

Ma

 in quei canti lontani
ci sono tante 
tante persone
 che ho conosciuto
 e che ho sofferto
 di aver incontrato.

E più passa il tempo
più in quelle voci 
sento l'amore 
che anch'io 
non ho dato.

Per fortuna
 non ho giudicato

Infatti il tempo 
mi ha portato 
l'eco del bene 
d'amore 
che pur c'era stato.

Angela Fabbri
Inedita


Conosco delle barche



Conosco delle barche
che restano nel porto per paura
che le correnti le trascinino via con troppa violenza.

Conosco delle barche che arrugginiscono in porto
per non aver mai rischiato una vela fuori.

Conosco delle barche che si dimenticano di partire
hanno paura del mare a furia di invecchiare
e le onde non le hanno mai portate altrove,
il loro viaggio è finito ancora prima di iniziare.

Conosco delle barche talmente incatenate
che hanno disimparato come liberarsi.

Conosco delle barche che restano ad ondeggiare
per essere veramente sicure di non capovolgersi.

Conosco delle barche che vanno in gruppo
ad affrontare il vento forte al di là della paura.

Conosco delle barche che si graffiano un po'
sulle rotte dell'oceano ove le porta il loro gioco.

Conosco delle barche
che non hanno mai smesso di uscire una volta ancora,
ogni giorno della loro vita
e che non hanno paura a volte di lanciarsi
fianco a fianco in avanti a rischio di affondare.

Conosco delle barche
che tornano in porto lacerate dappertutto,
ma più coraggiose e più forti.

Conosco delle barche straboccanti di sole
perché hanno condiviso anni meravigliosi.

Conosco delle barche
che tornano sempre quando hanno navigato.
Fino al loro ultimo giorno,
e sono pronte a spiegare le loro ali di giganti
perché hanno un cuore a misura di oceano.

Jaques Brel