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Questo blog è di Danila Oppio, colei che l'ha creato, e se ne è sempre presa cura, in qualità di webmaster.

venerdì 28 febbraio 2014

Solitudine e Amore



L'amore notò la solitudine in riva al mare e disse :
 "Perché rimani sola quando tutto il mondo cerca qualcosa? 

"La solitudine si voltò e, guardando negli occhi l'amore, rispose:



"Perché tutti cercano qualcuno o qualcosa soltanto per non sentirsi soli, 

mentre io vivo sola per incontrare te ...dentro di me

Marcello  Maini
Aforismi

Elogio alla Poesia II




Lo stagno dice:
avessi avuto mani e voce,
come ti avrei amato, come t'avrei cullato.
Sono tutti avidi, sai, son sempre ammalati
e le vesti altrui strappano
per farsene bende.
Io, invece, non ho bisogno di niente:
già, tenerezza – ecco la guarigione.
Poserei  le mie mani sul tuo grembo,
come una docile fiera,
e come cielo scenderei
dall'alto in forma di voce.


Olga Sedakova
da  Elogio della poesia




giovedì 27 febbraio 2014

Fuliggine

Finalmente oggi è arrivata la nuova silloge poetica, una raccolta di poesie di vari autori, tra cui Laura Vargiu, Tommaso Mondelli, Danila Oppio e una fotografia di Maria Bonaria Maccioni, madre di Laura.




Sono lieta di presentare le tre poesie di quelli che affettuosamente definisco "I tre moschettieri", in quanto già presenti insieme in altre raccolte poetiche.


Màscara de amargùra, màscara de tristùra
Mamuthone di Sardegna -


S’è impressa la notte
sul buio tuo volto
solcato da solitudini d’isola antica
scolpito dal respiro inquieto del vento
riarso come pietra
sotto cieli di quotidiano tormento

Màscara de amargùra, màscara de tristùra
Maschera d’amarezza, maschera di tristezza

Della terra porti il pianto
luttuosi colori, suoni e odori
il sogno di feconde stagioni,
nel pozzo degli occhi profondi
giacciono umani dolori
ancor confusi tra belluini tremori

Màscara de amargùra, màscara de tristùra
Maschera d’amarezza, maschera di tristezza

I tuoi passi pesanti
la voce scandiscono del tempo
che lieve intreccia leggende
di sconosciute genti
di scrigni di segreti
d’argentee cime silenti

Màscara de amargùra, màscara de tristùra
Maschera d’amarezza, maschera di tristezza

 Laura Vargiu

Tempi e streghe

Se nei tempi molto lontani
governati da spiriti infami
dall'abisso grandi richiami
sommersi melmosi pantani.

Maligni, tortuosi e legnosi
voltare indietro lo sguardo,
memoria in atteso riguardo
di magia e maligno corrosi.

Da caverna maligno folletto
di possenti più ornati poteri
nel rapire bambini e poderi
in mieloso e strano sonetto. 

Le pozioni più miracolose
legate alla vita e la morte
non meno segrete e distorte
su vittime ignare e su cose.

La chiesa Cattolica osteggia
sia pagane o diaboliche fuse
operate da masche e trasfuse
non velato un rogo volteggia.

L'occhio e i corni del volgo
osteggiano quei satanici riti
ammantati da ipocriti inviti
di virtù che il male distolgo.

 È la strega presente tutt'oggi 
paralizza, distrugge e rovina,
ferisce sul fianco alla mattina,
aglio e corno levi gli appoggi.

Sono le buone e pur le cattive
sia la Gianduia che la Muletta
c'è chi la fa c'è lì chi l'aspetta
e sian le morte o siano le vive.

C'è chi ti aiuta e chi ti osteggia
l'una è del riso altra del pianto
se alternate dal poco o dal tanto
l'una sul corno e l'altra festeggia.

Tommaso Mondelli 


Maschere

Finzione
Conta l’apparenza
Scompare
L’umana essenza

Discorsi
Senza nulla dire
Parole
Come nebbia

Il vuoto effimero
Dell’apparire
E chi non è
Si maschera

Danila Oppio


Foto di Maria Bonaria Maccioni

Editore l'Argo libro

mercoledì 26 febbraio 2014

Elogio della Poesia


ELOGIO DELLA POESIA
VERSI E SAGGI DI OLGA SEDAKOVA


Traduzione, commento e cura di  Francesca Chessa
Introduzione di Stephanie Sandler


Copyright  MMXII © MMXII
ARACNE editrice S.r.l.



via Raffaele Garofalo, 133/A-B
00173 Roma
  1. 93781065



ISBN 978-88-548-4324-0




Olga Sedakova (1949), oltre che poetessa moscovita, è docente alla Facoltà di Filosofia dell'Università Statale di Mosca “Lomonosov” e membro dell'Accademia delle Scienze di Mosca.
Attualmente, in Italia, collabora con l'Università Cattolica di Milano, con la Biblioteca Ambrosiana e con la Fondazione Russia Cristiana.
Dal 2007 è Visiting professor  nell'Università degli Studi di Sassari, a più riprese.
Comunque, come premiatissima poetessa e come docente di grande erudizione, si ricollega alla eredità ed alla tradizione del pensiero russo, soprattutto a quello del XX secolo, in una sintesi letteraria e filosofica di grande respiro.


Elogio della poesia


I saggi, i discorsi e i versi di Olga Sedakova, selezionati in questo volume, offrono uno spaccato della Russia nel periodo sovietico tra il 1980 e il 1990.
In questi scritti emerge sempre la poetessa che ne attende la fine e ne avverte prossimo il crollo.
Il volume contiene un saggio autobiografico, una introduzione al suo Elogio della poesia.
Inoltre, tra i cicli poetici preferiti, il Viaggio in Cina e alcuni Saggi su Dante.
Nella lettura di tre Canti dell'Inferno (c. XII-XIII-XIV), secondo Olga Sedakova, Dante ci presenta allegoricamente il sistema politico del suo tempo perché fosse possibile riconoscere i tiranni del nostro tempo, e di ogni tempo, prefigurati dai terribili assassini di quel cerchio.
Ha scritto di lei la slavista americana Stephanie Sandler: “ Esiste un poeta al mondo che in qualsiasi lingua raggiunga un equilibrio così perfetto tra la conoscenza profonda della tradizione e il coraggio nell'invenzione di una parola nuova? Olga Sedakova, in questo, non ha pari.”



I

E mi sorprese:
la calma delle acque,
il cielo familiare
la giunca che scivolava lentamente tra rive
rocciose.

Terra mia! Esclamò il cuore alla vista del salice:
così sono i salici in Cina
con grande piacere bagnano il proprio ovale.
Solo la nostra generosità
ci verrà incontro oltre il sepolcro


Olga Sedakova
(1949)
da  Elogio della Poesia



II


Lo stagno dice:
avessi avuto mani e voce,
come ti avrei amato, come t'avrei cullato.
Sono tutti avidi, sai, son sempre ammalati
e le vesti altrui strappano
per farsene bende.
Io, invece, non ho bisogno di niente:
già, tenerezza – ecco la guarigione.
Poserei  le mie mani sul tuo grembo,
come una docile fiera,
e come cielo scenderei
dall'alto in forma di voce.


Olga Sedakova
da  Elogio della poesia


III



Nel cadere, non cadono
le maniche lunghe degli alberi,
s'immergono nell'acqua, ma non si bagnano.
Miei vecchi alberi
pagode, strade!
Quante volte ci siamo veduti
ed ogni volta come la prima

senza fiato, batte e galoppa il cuore
con la sacca completamente vuota
su per i fusti, per le cime, e per i dirupi dei rami
negli occhi lunghi e grandi dei templi
dallo specchio sull'altare
al pavimento verde.

Non abbiamo forse girovagato abbastanza
per svoltare infine
sull'unica cara
invisibile
e vera
via?

Copricapo magico
veste divina, veste di occhi,
cadendo, non cade, s'immerge e non si bagna.

Alberi, la parola “AMO”, va bene solo a voi.


Olga Sedakova

da  Elogio della poesia







IV

Là, sul monte,
sulle ginocchia del quale sta l'ultimo capanno,
e più su non c'è mai stato nessuno;
la fronte del quale non si vede per via delle nubi,
e non si potrà dire s'era accigliato o sorridente, -
qualcuno va e non va,
c'è e non c'è.

E della grandezza dell'occhio di rondine,
d'una briciola di pane,
di una scala su ali di farfalla,
di una scala che scende dal cielo,

di una scala sulla quale
nessuno vorrebbe salire;
più piccolo di ciò che vedono le api,
minuto più della parola.



Olga Sedakova
da Elogio della poesia






V

Conoscete voi
i pini nani, i salici piangenti?
Una barca non legata
non urta a lungo sulla riva -
e non c'è gioia
per ciò che è stato
e né dolore;
oggi siamo tutti qui, ma domani, chi può dirlo?
e né ragione;
soltanto le anime sono impeccabili
modeste, ardite, e caritatevoli,

un'estasi semplice
         niente la può fermare,
un'estasi semplice,
         tramonta come il sole.

Una barca non legata
naviga senza pensare,
un ramo spezzato
ricrescerà, si, ma non sotto questo cielo.



Olga Sedakova
da Elogio della poesia
Tiziano Terzani in Cina (viaggiatore vestito di bianco)

VI
  
Solo alla vista
della veste chiara del viaggiatore, bianca -
che possiamo fare, dove nasconderci?

Solo alla vista
della veste bianca, delle vecchie spalle -
avrei voluto che i miei occhi diventassero di pietra,
il cuore – di acqua.

Solo alla vista
di cosa succede all'uomo -
io gli andrei dietro, piangendo:
per tutto il suo cammino, gli andrei dietro, marciando
con il suo stesso passo misurato.


Olga Sedakova
1949

da  Viaggio in Cina




VII


Vola la barca
sul bagnato azzurro, più basso,
il cielo s'oscura d'improvviso
e con gli occhi d'un altro zaffiro guarda.

Sai cosa? Nessuno mi ha mai creduto
(come un bambino all'altro,
morendo per la propria audacia,
dice: sì, e poi lo sotterrano
sotto il terzo pino). Così ti dirò io:
nessuno mi ha mai creduto,
e tu non mi crederai,
soltanto non dirne a nessuno,
mentre la barca scivola, il sole brilla
e nello zaffiro scintilla
la gioia celeste.


Olga Sedakova
da  Elogio della poesia

Viaggio in Cina






VIII

Tetti, coi lembi sollevati all'insù,
come sopracciglia per la sorpresa.
Davvero? possibile? come son felice!
Terrazze, dalle quali eternamente
si vede ciò che all'uomo è caro vedere;
rive secche, fiumi ingialliti d'argento,
di cespugli lettere irregolari – un messaggio d'amore,
due passanti si fanno
un inchino profondo sul ponte di barche
e la rondine sul cucchiaino da tè
ti reca l'altezza;
gocce per il cuore, pozione curativa.
A proposito, in Cina nessuno si ammala;
il cielo sa,
con un lungo ago
pungerti al momento giusto.

Olga Sedakova
da Elogio della poesia
Viaggio in Cina
 
Da una miniatura del 1490
IX

 Infelice,
chi parla all'ospite e pensa a ciò che deve fare
         domani;
          infelice,
chi fa qualcosa e pensa che lui la sta facendo,
non è l'aria e non è il raggio che lo conduce,
come il pennello, la farfalla, l'ape;
chi prende l'accordo e pensa,
quale sarà il prossimo -
egli è un infelice pavido e avaro.

E più infelice ancora,
        chi non perdona;
egli, dissennato, non sa,
come sbuca dai cespugli una cicogna addomesticata,
come una sfera dorata
prende il volo da sola
nel cielo caro sulla cara terra.


Olga Sedakova
1949
da Elogio della Poesia
Viaggio in Cina



X

Grande è il pittore che non conosce il dovere
       a parte il dovere del pennello che gioca;
il suo pennello penetra nel cuore delle montagne,
        penetra nella felicità delle foglie,
con un colpo solo, con un solo umile
        rapimento, con un solo turbamento
egli penetra nell'immortalità stessa -
       e l'immortalità gioca con lui.

Ma quello che abbandona lo spirito dal quale
        i raggi son deviati,
chi per la decima volta in un luogo torbido
        cerca una fonte pura
chi è caduto dalle mani dei miracoli, ma non direbbe mai:
        falsi son i miracoli!  -
dinanzi a lui con rispetto
        s'inchinano i cieli.   


Olga Sedakova
da  Elogio della Poesia
Viaggio in Cina


 XI
Con tenerezza e profondità -
dato che solo la tenerezza è profonda,
solo la profondità possiede tenerezza -
fra mille volti io saprò
chi l'ha vista, su chi ha gettato lo sguardo
dagli oggetti di pietra, come dai vetri,
tenera profondità e profonda tenerezza.

Allora accenditi,
lanterna calda dell'Occidente,
lampada, trappola per falene.
Parla ancora
con la luce di casa nostra,
sole di tenerezza e profondità,
sole che sta lasciando la terra,
primo, e ultimo sole.


Olga Sedakova
da  Elogio della Poesia
Viaggio in Cina


XII
  
Forse sei tu l'anello dell'anima,
        pietra d'acqua azzurra,
voce soffocata che mormora
        intorno a giardini terrazzati, -

e come mai precipita con un lamento
il carro alato,
il vento, le dune, la costa
l'oceano vuoto,
e non si può dire addio,
         e non c'è luogo per dirti addio.

Oh, uomo semplice -
come il sale nell'acqua del mare:
né una frase, né un volto, né una parola,
solo sale, iodo e risacca. -
Non osando rivolgersi a qualcuno,
tra sé e sé si lamenta:

forse sei tu, l'anello dell'anima,
          pietra di acqua azzurra,
remota voce parlante
          intorno a giardini della meraviglia.

Olga Sedakova
da  Elogio della Poesia
Viaggio in Cina

    



XIII


Davvero, che anche noi, come tutti,
         come tutti gli altri
ci dovremo dire addio?

Noi che sappiamo qualcosa
          della passione più veloce della fine,
noi che sappiamo qualcosa
          del mondo meno di un soldo -
          lo prendan pure, chi ne ha bisogno, -
noi che sappiamo che questa conchiglia è senza perla,
che non c'è fiammifero, candela, lanterna,
a parte il fuoco dell'ammirazione,
noi che sappiamo da dove provengono
           suono e luminescenza -
davvero ci diremo addio, come dei poveri ignoranti?

Noi che desideriamo stare insieme,
non meno dei salici
che amano crescere nell'acqua,
non meno delle acque
             che amano seguire il magnete della  stella,
non meno di quell'ubriaco di Li-Po che guarda
              dentro il vino giallo, come la luna
e non meno del sasso che si posa sul fondo -

davvero ci diremo addio, come dei miserabili
               e dei poveri cafoni?


Olga Sedakova
da  Elogio della Poesia
Viaggio in Cina




XIV

Il flauto risponde al flauto,
né di osso, né di legno,
ma quello che custodiscono i monti
nelle proprie grotte e crepacci,
alle corde rispondono quelle stesse corde
e alla parola risponde la parola.

Ed alla stella della sera, che presto sorge
la preghiera del mio cuore risponde:

Tu fai nascere migliaia di stelle,
stella della sera,
e da mille preghiere
è infiammato il mio cuore,
da una miriade di preghiere su una cosa sola:
svegliati,
guardami, amico mio ispirato,
guarda come brilla la notte...


Olga Sedakova
da  Elogio della Poesia
Viaggio in Cina



XV

Per la riva bianca, per la fredda nuvola stellare,
si dice siamo partiti, e noi partiremo un giorno:
di sasso in sasso attraversando l'acqua,
di pianeta in pianeta attraversando la distanza,
come voce passa di nota in nota.
Là tutti, si dice, s'incontrano, imbiancati
        dalla via lattea.

Quante volte – l'ammetto – sulla soglia proibita
si è avvicinato il cuore, quante volte ha fissato
promettendo ad un ignoto qualcuno:

nessuno mi cerca, nessuno s'addolorerà,
né pregherà: rimani con me!...

Oh, non è per un dolore terrestre ch'è così miracoloso al di là
        della porta della terra.
Ma perché non vogliamo, non vogliamo i propri peccati,
perché è tempo di andare
a chiedere scusa per tutto,

poiché nessuno sopravviverà
senza questo pane che manda splendore.
E' tempo di andare là dove
tutto è compassione.


Olga Sedakova
da  Elogio della Poesia
Viaggio in Cina




XVI

Sai, ti amo così tanto,
        che se arriverà il momento
e mi guiderà lontano da te,
        esso non mi porterà via -

come si potrebbe scordare il fuoco?
         come si potrebbe dimenticare
che la felicità vuol esser
         e il dolore non essere?

Sai, ti amo così tanto,
          che da ciò non distinguerò
il sospirare del vento, lo stormir dei rami,
          la vita della pioggia,
il sentiero simile ad una candela,

e ciò che mormora l'altrui oscurità,
           che la mente s'è infiammata come un cerino,
e persino il triste batter secco
            di una farfalla sul vetro.



Olga Sedakova
da  Elogio della Poesia
Viaggio in Cina



XVII

Quando ci risolveremo ad andare alla deriva
         non sapendo cosa ci aspetta
sulla nave vuota della disperazione,
         su una zattera legata male,

su un'ala squamosa, su una barca senza remi,
immaginando la migliore,
           e la peggiore delle fini

e non cercando nulla dentro;
            là in cambio di tutto
si lanciano i dadi della divinazione sul libro dei mutamenti.

Chi ha inventato un deserto d'acqua? chi ha scoperto,
             che lì in alto c'è la guerra?
chi ha dato ordine di coltivare giardini
             dal grano di fuoco?

Come l'usignolo – meglio morire
              piuttosto che non cantare, ciò che canta,
piuttosto che non scrivere sulla seta del tempo,
quello che un popolo intero non può fare.

Quando tu soffierai nel proprio fischietto,
               l'ispirazione, ogni volta
tra la terraferma e la nostra anima zampillerà
                la tua acqua, -

se solo avesse egli conosciuto il vortice della morte,
                 e tu, lo specchio vuoto,
come vorrei chiedere scusa e baciar le ginocchia.  
  
Olga  Sedakova
d Elogio della Poesia
                        Viaggio in Cina   



XVIII

Lodiamo la nostra terra,
        lodiamo la luna sull'acqua,
quello che è con nessuno ed è con tutti,
        che non è qui ed è dovunque -

della grandezza d'un occhio di rondine,
         di una briciola di secco pane
di una scala su ali di farfalla,
          di una scala che scende dal cielo.

Non c'è solo la disgrazia e la pietà -
           briglie per il mio cuore,
ma il fatto che l'acqua miracolosa
            ha dato un sorriso.

Lodiamo i rami preziosi, oscuri
             che si bagnano nel vetro vivo
e di tutte le anime insonni,
              su ogni grano della terra.

E ciò ch'è un premio,
               ciò ch'è una barriera per il male,
ch'è, come il giardiniere nel giardino,
               ch'è lode sulla terra.  


Olga Sedakova
da Elogio della Poesia
Viaggio in Cina