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Questo blog è di Danila Oppio, colei che l'ha creato, e se ne è sempre presa cura, in qualità di webmaster.

sabato 30 novembre 2013

Mozart: Eine kleine Nachtmusik - Concertgebouw Kamerorkest - Live Concer...

Nel segno della vita e dell'amore

 
Giovanni Paolo II non c'è più. Ci ha lasciato nel suo silenzio, nel suo dolore di Uomo, malato,aggredito ma non sconfitto.
Chi gli voleva bene l'ha sempre seguito. Soprattutto i giovani i quali, in questa triste occasione, si sono globalizzati, a dirla coi tempi moderni, in un rincorrersi volontario di presenze e di preghiere, che sanno di straordinario.
Straordinario come era Lui, nei suoi gesti, affaticati e affascinanti, nella sua pacata ma ferma comunicazione, rivolta a tutti, compresi quei potenti che di uomini ne hanno fatto morire e ammazzare per un ideale che, di certo, non era quello che a Lui apparteneva.
Il suo cammino, ancora prima di arrivare al Soglio di Pietro, era già tracciato nel segno del rispetto e dell'amore verso l'Uomo, abitante del mondo, quell'Uomo la cui dignità doveva per forza primeggiare in tutte le sue predicazioni, seguite da milioni di persone, ovunque.

Ora non c'è più. Ora, forse, siamo un po' più soli, ma non abbandonati se pensiamo, e dovremmo ricordare, alla grande eredità che ci ha lasciato e che dovremmo sfruttare perché colma di insegnamenti, di amore verso il prossimo, di rispetto, oltre che dell'Uomo, anche della Natura, senza la quale lo stesso non vivrebbe.

Ora Lui non c'è più ma fra poco ci sarà un altro Papa, un altro Santo Padre.
Molti, moltissimi e non solo cristiani, si staranno chiedendo -  come sarà il nuovo Papa? inteso come Uomo, come Guida Spirituale, come carisma?
E il nuovo Papa continuerà a calpestare quelle strade già così felicemente aperte da chi l'ha preceduto?
Sono domande dominanti e pressanti, che possono giungere anche da quei paesi dove altre religioni sono professate e per le quali il vecchio Papa aveva speso i giorni dell'intero suo Pontificato.
Sono domande che possono diventare un Rosario di fiori da far sbocciare, oppure un Rosario di spine, se l'odio, l'indifferenza, la sopraffazione continueranno a farla da padrone.
Ma la parola “oppure” deve essere cancellata, perché troppo, fino ad oggi, si é sofferto per le guerre, quelle passate e presenti, quelle annunciate e preparate, quelle nascoste o messe in sordina o dimenticate.
E perché le guerre per la fame, per la miseria, per i poveri del terzo e quarto mondo, per le malattie non si sono mai fatte? Perché i soliti potenti non le hanno mai volute, proprio perché prive di tornaconto nazionale o nazionalistico.

Il futuro Papa, nei nostri pensieri, dovrà essere un continuatore di quella “politica” mistica e allo stesso tempo penetrante di Giovanni Paolo II, facendo allargare ancora di più quelle porte, sì da farvi entrare tutti coloro, sparsi nei due emisferi, che da troppi anni attendono quell'ingresso, in un mondo che dia loro normale ed uguale giustizia  e dignità rispetto ai paesi cosi detti ricchi.
Uguali diritti umani, negati a tanti popoli, mai fatti rispettare, mai imposti per legge, nonostante si stia vivendo nel terzo millennio, pieno soltanto di buoni propositi dettati da altrettante umili speranze.

Gavino Puggioni
Da Nel silenzio dei rumori


Vieni a vedere la mia poesia...


Vieni a vedere la mia poesia
esigi che posi per un ritratto
ricordando in silenzio
tutte le esperienze del passato
e nessuna noia catturi
le sue guance in attesa.

Vieni a vedere la mia poesia
essere decisa e disperata
(se la disperazione fosse mai
nido nella mente). Nel suo genere
è soave quasi, ma piuttosto
incerta sulle sue premesse
e in quanto ai suoi fini
evita spiazzi, princìpi,
e riposa su decisioni inconsce
mentre dipingi.

Con una pennellata le
conferisci una beatitudine
finora assente,prima che parlassimo.
Con una svista della penna le
doni pensieri che
non vi furono mai, salvo
che ti celasti fra le ombre
scovando il suo messaggio.

Ed ora l'ora di posa è finita
il tuo nuovo principio ti fissa
negli occhi, e con terrore
sospetta che mai
fosti nata prima di scrivere
di teneri sospetti.

Amelia Rosselli
da Sleep. Poesie in inglese
a cura diEmmanuela Tandello
Garzanti, Milano, 1992


venerdì 29 novembre 2013

Una luce

Alba in Norvegia

Si spegne una luce
la notte non è contenta
S'accende l'alba
e la notte s'allontana

L'umanità s'incammina
e s'affatica
non sa d'amarsi
e non si comprende

Arriva la notte
di nuovo e ancora
e quella luce
torna nell'oscurità

Gavino Puggioni
Da Nel silenzio dei rumori

Il poeta

 (Rubens; Ratto delle Sabine, 1618)


2

Ci sono al mondo esseri superflui,
creature in più, aggiunte senza peso.
(Assenti dagli elenchi e dai prontuari,
inquilini dei pozzi più neri)

Ci sono al mondo esseri cavi, esseri presi
a spinte, muti; letame
e chiodo per gli strascichi di seta.
Ripugnano anche al fango delle ruote.

Ci sono al mondo diafani, invisibili;
(screziati dal marchio della lebbra!)
Ci sono Giobbe che potrebbero invidiare
Giobbe...ma ai poeti, a noi poeti,

noi paria e pari a Dio -
è dato, straripando dalle rive,
rotti gli argini, rubare
anche le vergini agli déi.

22 aprile 1923


Marina Cvetaeva
da Dopo la Russia, a cura di Serena Vitale
Mondadori 1988, Milano



Arte poetica



Guardare il fiume ch'è di tempo e acqua
e ricordare che anche il tempo è un fiume,
saper che ci perdiamo come il fiume
e che passano i volti come l'acqua.

Sentire che la veglia è anch'essa un sonno
che sogna d'esser desto e che la morte
che teme il nostro corpo è quella morte
di ogni notte, che chiamiamo sonno.

Decifrare nel giorno o l'anno un simbolo
dei giorni dell'uomo e dei suoi anni,
convertire l'oltraggio empio degli anni
in una musica, un rumore e un simbolo,

dire sonno la morte, nel tramonto
vedere un triste oro, è poesia,
eterna e povera. La poesia
che torna come l'aurora e il tramonto.

A volte appare nelle sere un volto
e ci guarda dal fondo di uno specchio;
l'arte dev'esser come quello specchio
che ci rivela il nostro stesso volto..

Narran che Ulisse, stanco di prodigi,
pianse d'amore nello scorgere Itaca
verde e umile. L'arte è anch'essa un'Itaca
di verde eternità, non di prodigi.

E' anche come il fiume interminabile
che passa e resta e riflette uno stesso
Eraclito incostante, che è lo stesso
e un altro, come il fiume interminabile.


Jorge Luis Borges
da  Le più belle poesie
a cura di Francesco Tentori  Montalto
Crocetti Editore – Milano 1994

giovedì 28 novembre 2013

Dell'Argentiera



Nella muraglia triste
e disgregata di questa miniera
ritrovo sempre il fascino
del tempo andato

Quella sua spiaggia
piccola e ciottolosa
sommersa di profumi antichi
di ricci appena sgusciati
o di pesci appena sacrificati
alle fameliche presenze
di gente strana
di alghe pulite che disegnano
il verde smeraldo chiaro

Quella spiaggia
m'avvolge di minuscole bollicine d'argento
scagliate da onde sinuose e allegre
e danno vigore ai miei ricordi
d'infanzia
e mi dondolano in quel sogno
ahimè!
troppo presto svanito.

Gavino Puggioni
Da Nel silenzio dei rumori

ARETE'



Non sei un uomo, se non hai pietà
Di chi soffre e d’ogni cosa manca
Non sei saggio, se non tendi la mano
A soccorrere chi aiuto ti chiede
Non sei forte, se non hai il coraggio
Di difendere la tua morale integrità

Non sei giusto, se trascuri l’ordine
Se non sai discernere
E non ti apri al dialogo
Nella continua ricerca
Del pensiero umano e la ragione
E raggiungere con coerenza
Il fine della perfezione

Se il tuo animo non è disposto
Nel modo perfetto d’essere – aretè
Manchi di virtù, che è l’eccelso modo
Per fare di te un uomo vero
Poiché il pensiero filosofico
Cerca assoluta verità
Risveglia la coscienza
E conduce alla virtù.

La ricchezza dell’uomo non contempla
Casseforti blindate colme di tesori
E’ custodita nel sol luogo
Dove si sviluppa quel bene
Assoluto che è il pensiero
E la virtù, che conduce l’uomo
Alla creazione di una società civile
Di cui il singolo la compone
Con ogni pur piccolo mattone


Danila Oppio
Inedita 





mercoledì 27 novembre 2013

IL POETA



1

Da lontano – il poeta prende la parola.
Le parole lo portano – lontano.

Per pianeti, sogni, segni...Per le traverse vie
dell'allusione. Tra il sì e il no il poeta,
anche spiccando il volo da un balcone
trova un appiglio. Giacché il suo

è passo di cometa. E negli sparsi anelli
della casualità è il suo nesso. Disperate -
voi che guardate il cielo! L'eclisse del poeta
non c'è  sui calendari. Il poeta è quello

che imbroglia in tavola le carte,
che inganna i conti e ruba il peso.
Quello che  interroga dal banco,
che sbaraglia Kant,

che sta nella bara di Bastiglie
come un albero nella sua bellezza...
E' quello che non lascia tracce,
il treno a cui non uno arriva
in tempo...
                   Giacché il suo

è passo di cometa; brucia e non scalda,
cuoce e non matura – furto! scasso! -
tortuoso sentiero chiomato
ignoto a tutti i calendari...

8 aprile 1923


Marina Cvetaeva
da  Dopo la Russia, a cura di Serena Vitale
Mondadori, Milano 1988



5 margherite


5 margherite
nel prato nascoste
mostravano il loro abito colorato
di piccole comete cadute
e quando il vento
fece il suo giro di valzer
s’innamorò di loro
ma il suo abbraccio fu troppo forte:
di 4 perle
infranse il sorriso 
e il fragile corpo
cullò l’ultima con dolcezza
ma
una mano amante
gliela rubò.


Giovanni De Simone 
(da "Numeri")





lunedì 25 novembre 2013

Riverberi



Riverberi di luce violenta
nel meriggio
reso chiassoso
da stormi di uccelli
campagnoli e pigolanti
pur nella pace
di questo giardino
lontano da rumori metropolitani

Il vento di maestrale
crea inutili sibili e pare
che le foglie dei pioppi
lo accompagnino
in una melodia
di suoni leggeri
civettuoli e avvolgenti
per dirti di chetare
il tuo spirito ribelle
per dirti che la natura
ti abbraccia ancora
e ti aiuta

Gavino Puggioni
Da Nel silenzio dei rumori

LA POESIA




Non è la poesia d'occaso che plasmi quando pensi
                                                                          ad alta voce,
con il suo tiglio in inchiostro di china
e i fili del telegrafo sopra la rosea nube;

né l'interno tuo specchio, con le fragili
spalle nude di lei che ancora vi balenano;
non il lirico clic di una rima tascabile,
il motivetto che ti dice l'ora;

e non le monetine e i pesi sui giornali
della sera impilati nella pioggia:
non i cacodemoni del tormento carnale;
non la cosa che puoi dire assai meglio in prosa...

ma la poesia che piomba da altezze sconosciute
quando attendi gli spruzzi della pietra
laggiù lontano, e corri alla penna come un cieco,
e dopo giunge il brivido, e poi ancora...

nel viluppo dei suoni, leopardi di parole,
insetti come foglie, ocellati uccelli
si fondono formando una silenziosa, intensa
trama mimetica dal perfetto senso.


Vladimir Nabokov
Traduzione di Massimo Bocchiola
da  “Poesia” - n. 55, ottobre 1992


domenica 24 novembre 2013

C'E' CHI



C’è chi meglio degli altri realizza la sua vita.
E’ tutto in ordine dentro e attorno a lui.
Per ogni cosa ha metodi e risposte.


E’ lesto a indovinare il chi il come il dove
e a quale scopo.


Appone il timbro a verità assolute,
getta i fatti superflui nel tritadocumenti,
e le persone ignote
dentro appositi schedari.


Pensa quel tanto che serve,
non un attimo in più,
perché dietro quell’attimo sta in agguato il dubbio.


E quando è licenziato dalla vita,
lascia la postazione
dalla porta prescritta.


A volte un po’ lo invidio
- per fortuna mi passa



(Wislawa Szymborska – Basta così, 2012 – trad. Silvano De Fanti)

Omaggio alla mia terra


E’ un’isola la mia isola
lontana nel tempo
e per millenni lontana dal mondo.

Vicina per i conquistatori
la mia isola
gli invasori i razziatori.

La mia isola ammantata di storia
antica come le sue genti
fiere rigorose superbe.

La mia isola granitica
dalle bianche sabbie ardenti
su un mare di smeraldo.

Fatta di silenzi profondi la mia isola
di belati lontani
di profumi che inebriano.

Luogo di sogni remoti
la mia isola ventosa
di lontane memorie… di eterna nostalgia.

Antonietta Langiu
                       








sabato 23 novembre 2013

Shadows - Lindsey Stirling (Original Song)




Abbiate la compiacenza di guardare tutto il video...suonare il violino e danzare, non è cosa da tutti! Inoltre questo video è uno spettacolo in se stesso! Buona visione!

Come sete


Voci sommesse
fuggite da un'ombra
mi raggiungono
improvvise e confuse
come timide carezze
di un amore assente
abbracciato
da una siepe assolata
e stanca
che brama nuova linfa

Come sete di acqua
come sete di amore

Gavino Puggioni
Da Nel silenzio dei rumori