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Questo blog è di Danila Oppio, colei che l'ha creato, e se ne è sempre presa cura, in qualità di webmaster.

mercoledì 13 marzo 2013

STRANE ALLEANZE


Poesia che fugge via
(senza Smartphone)

I buoni e i cattivi incominciarono a confondersi gli uni con gli altri sicché il male sembrò intelligenza e la bontà cretinaggine e tutti cercavano di imbrogliarsi  a vicenda, i cattivi perché erano cattivi e i buoni perché dice che si dovevano difendere.

Il pifferaio magico, dopo avere portato dietro di sé interi popoli fino al dirupo per scaraventarli in mare, fece alleanza con le sirene, che affascinavano  i naviganti divorandoli in salmì e al forno con le patatine. Ciò ormai non stupiva nessuno: erano tutti personaggi delle favole, non realmente esistenti, pure metafore al maschile e al femminile  della travagliata storia umana, ma quando si videro le bianche colombe gingillarsi fra le spire dei più velenosi serpenti e la libertà abbracciata alla tirannide, dissero, per il bene della nazione, che doveva uscire dalla crisi, allora una folla senza lavoro né progetto di futuro e frequentemente senza nemmeno un pasto decente nell’immediato presente si rimboccò le maniche e decise di reagire.
Però bisognava che il mondo fosse consenziente, ma il mondo una cosa diceva, una cosa pensava e un’altra cosa voleva fare. Tutti affermavano di essere democratici, si sa, è la consuetudine; pensavano che gli altri fossero un po’ scemi, molto ignoranti e facilmente incanalabili, appunto, mediante i canali televisivi pieni di sesso, delitti, donne nude e parolacce che distraessero l’attenzione dalla realtà concreta. Ed ognuno faceva il proprio interesse , sicché il dire, il pensare e il fare non coincidevano in alcun modo.
Secoli di menzogne avevano impietrito i cuori, devitalizzato il pensiero e schernito quei pochi ingenui onesti rimasti, che continuavano a credere nella poesia.
Tutti gli altri erano stati assorbiti nella straordinaria potenza economica, che aveva sostituito la famiglia, l’amore e l’amicizia.
Intanto studiavano chi usare come complice senza farsi mettere sotto e, col favore delle tenebre, organizzavano incontri segreti in zone neutre possibilmente prive di telecamere nascoste, una spiaggia rocciosa da raggiungere con l’aereo personale, il Sahara, l’Artico, l’atollo sperduto, il proprio panfilo. Lì i nemici televisivi giornalieri discutevano di notte per vedere se potessero diventare amici per finta. Alla fine al gregge bastava presentare un caprone bello e fatto, nessuno avrebbe capito mai che tutto il mondo l’aveva preparato e scodellato a proprio uso e consumo per finire di spolpare la plebe, che è così numerosa ed è l’unica che lavori, produca e paghi le tasse.
Allora tutto l’inferno esultò e i diavoli forniti di tridente punzecchiavano le anime facendo la ribollita a fuoco lento nei pentoloni di pece. Le alleanze si sottoscrivevano col sangue della carne e il gemito dello spirito e non c’era prepotente che non avesse il suo bel contratto tatuato sul petto al posto del cuore, sia pure ricoperto dalla maglietta della salute e dagli abiti firmati. Anche le donne si davano da fare egregiamente scopiazzando i peggiori difetti dei maschi e sviluppando l’astuzia del gentil sesso per incrudelire efficacemente alla faccia del dolce stil novo, ormai passato di moda da un po’ insieme al romanticismo e ai tramonti coi voli di farfalle tra i fiori. Fu così che sulla scempiaggine umana cadde il grigiore e la poesia fuggì sotto falso nome senza nemmeno portarsi appresso lo smartphone.

Domenica Luise


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