benvenuti

Questo blog è di Danila Oppio, colei che l'ha creato, e se ne è sempre presa cura, in qualità di webmaster.

giovedì 28 giugno 2012

BUONE VACANZE!


Or ora mi han detto
che l'estate è qui,
dietro la porta delle utopie,
a creare nuove speranze
e di libertà e di piaceri
mai appagati.

Ho aperto quella porta
ed ho trovato ed ho sentito
quel che a voi non dico.
Vi dico solo di sfogliare
un qualsiasi giornale,
possibilmente quotidiano,
o di accendere la radio e, dopo,
se volete, augurate anche a me buone vacanze,
cosa che io faccio per tutti voi,
con affetto e stima,
al mare, in montagna, in pianura,
nei luoghi più belli,
più vicini ai vostri cuori,
ansiosi, come sempre, di godere,
indisturbati, albe e tramonti
come in una cartolina
dipinta dal sole e dalla luna,
in viaggio verso la terra,
la nostra terra.....sempre piccolina

Gavino Puggioni
Poetry& Literature

PENSIERI SIDEREI



Pensieri siderei
Che solo il Cielo
Intende

L’Uomo non comprende
Confonde, disperde

E si perde...

Danila Oppio
Inedita


Placido Domingo - Tosca - E lucevan le stelle

PAULO COELHO: aforisma


 FAI LA PACE COL TUO PASSATO PER NON DISTRUGGERE IL TUO PRESENTE

PAULO COELHO: Aforisma


                                        VIVERE E' AMARE: IL RESTO E' SILENZIO

IL VENDITORE DI ANGURIE


Il venditore di angurie

di Renzo Montagnoli

Franco Pedrina: Anguria- olio su tela




Una volta assai più numerosi, ora meno frequenti, ma chi non ha mai visto quei chioschi in fregio alle strade di uscita dalle città, oppure ai lati di certe provinciali preferite dal traffico veicolare perché più sgombre di auto? Una baracca, con il tetto di lamiera, sovente coperto da un po’ di paglia, un bancone ricoperto di alluminio, o più recentemente di plastica, come le quattro o cinque sedie messe lì alla rinfusa accanto a un tavolo di legno segnato dagli anni e dall’uso, una tinozza piena d’acqua con le angurie al fresco e, nella migliore delle ipotesi, un grande frigorifero con la porta a vetro ed in bella mostra delle fette rosse del frutto tipicamente estivo, oppure bene ordinate in un contenitore fra pezzi di ghiaccio che la calura va sciogliendo sempre più rapidamente: questa è una melonaia, annunciata lungo il nastro d’asfalto da cartelli scritti in un italiano spesso approssimativo, evidenziata nelle notti d’estate da una ghirlanda di luci multicolori.

Ce n’è una anche vicino a casa mia: è lì, come il suo proprietario, da quasi trentacinque anni. Si anima con i primi caldi e si chiude non appena le sere si rinfrescano. Dietro il bancone c’è Claudio, capelli bianchi che un tempo erano biondi, occhi chiari, il volto segnato dalle rughe, la voce che si è fatta roca per via di quei sigari che costituiscono al tempo stesso il suo vizio e il suo passatempo.

Di giorno apre i battenti verso le nove e la sera chiude quando non ci sono più avventori. 

Lo conosco da quando ero ragazzino; è un po’ più vecchio di me e non ha avuto una vita fortunata, perché il matrimonio si è rivelato un fallimento e l’unico figlio, che adorava letteralmente, una sera di novembre non è più tornato dal lavoro: a un incrocio, complice la nebbia, un autocarro gli si è parato davanti; inutile è stata la frenata e in quel fragore di lamiere contorte e vetri infranti con cui si è spenta quella giovine esistenza è iniziata per Claudio una lunga vita di solitudine che sembra non avere mai termine.

mercoledì 27 giugno 2012

SEGUIRO' LA RONDINE


 
ed ora?
ombre e silenzi
in questa notte
di primavera
dove la luna
è nascosta
e la rondine
s'è assopita sotto
la grondaia
di fronte a casa mia

sento quei silenzi
li faccio miei
strano!
ma vorrei rumori
quelli del tuo amore
e delle tue parole
che sanno di carezze
e di infinito

seguirò quella rondine
non la disturberò
m'assopirò anch'io
tra le tue braccia
sssssstt
nemmeno un bisbiglìo
solo un bacio
e poi la notte
con Morfeo
fino all'alba
con te

Gavino Puggioni
Amando l'Amore


AFORISMI


Ad occhi chiusi sei padrone del mondo. 
Appena li apri ne diventi preda.

Gavino Puggioni
Inedita


PASSERI



Non lontano da qui
riposa ogni cosa perduta
e avanzano in luoghi conosciuti
le orme dei passeri.

La pupilla si dilata
in battiti di  eterni minuti
e nel disgelo degli anni
sale, fra la salsedine e il bosco,
il canto dolce di antichi pensieri.

Non lontano da qui
è ancora possibile sognare. (anno 2000)
Annamaria Gatti
Poesie in smalto

martedì 26 giugno 2012

PAROLE AEREE


Non ti adombrare
Se al tuo severo sguardo
Pongo parole aeree

Impalpabili cirri
Che si spostano al vento
Bizzarro, sulla tavola
Glauca del cielo,
altrimenti immutabile

Figure in movimento
Plastiche forme, corvi
O timide colombe
Vapori acquei, sempre.

Danila Oppio
Inedita

HO PROVATO


Munch: L'Urlo


ho provato
in questa età
a sentire il mio intorno
coi suoi rumori
coi suoi silenzi

e non ci sono riuscito
erano diventati assordanti

era tanto che ci provavo
a volte ne ero scalfito
e mi sentivo offeso
come umano
dentro questa umanità

perchè? - mi chiedevo
e la terra?  la mia terra?

c'era,  sì
ma s'era assopita anch'essa
nei suoi sogni
né il sole riusciva a scaldarla
né le stelle riuscivano
ad illuminarla

ancora i perchè
ancora le sofferenze
ancora i dubbi
ancora
indifferenza

riproverò,  forse,
ma in un' altra vita!

Gavino Puggioni
Inedita

Kaiser-Walzer op.437 - Johann Strauss II



Sicuramente l'Imperatore d'Austria sarebbe stato ben felice di danzare questo valzer composto da Johann Strauss. E non dispiacerebbe neppure a me, volteggiare al ritmo di questa musica!
Buon ascolto.
Il Shoenbrunn schloss di Vienna, che tradotto nella nostra lingua significa  castello della bella fonte. Niente di più vero, basti guardare la foto qui sotto.

Castello di Schönbrunn

Attrazioni imperiali nel castello e nel parco

Dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità, il castello di Schönbrunn è il monumento più visitato dell’Austria. Il complesso formato dal castello e dal parco,  opera d’arte totale del barocco che fu nei secoli di proprietà degli Asburgo, si presenta  oggi quasi integralmente nel suo aspetto storico originale. Numerose sono le attrazioni per il pubblico: oltre alla visita degli appartamenti e dei saloni di rappresentanza della famiglia imperiale nel castello, dagli arredi autentici, ricordiamo il Labirinto e il Dedalo nel parco e il Museo destinato ai più piccini. 

lunedì 25 giugno 2012

AFORISMI




Ogni onda del mare
ha una luce differente
proprio come la bellezza
di chi amiamo

Virginia Woolf

BIG BANG



Di anime
che 
a volte
si sfiorano

Innescando
esplosioni
sopite
passioni
strane
sensazioni

E attimi di cielo
chiaro

Di anime
che
sono disegni
pensieri matrici
ideali capricci
antichissimi segni

E poi
si perdono.

Rina Brundu
Aphorism










INESAUSTA


 
Vaporizzando
L’aromatica essenza del nulla
Inesausta scrivo
Con penne di gabbiano
Trovate tra i flutti
Esitanti, dei leggeri
Sorrisi tuoi

Danila Oppio
Inedita

HAIKU


Mi vuoi bene? Tantissimo! 
  Conosci Amore? 
  Non ci sono mai stata!

Gavino Puggioni
Inedita

L'IPPOPOTAMO, IL GRANCHIO E IL BAMBINO






Il fiume Pimpa non era poi così lungo, nasceva una decina di chilometri più indietro, da rocce arenarie incastonate in una suggestiva montagnola a forma di trapezio strano, asimmetrico.
Scorreva, il fiume, fra canneti abbrustoliti dal sole, piccole pianure di giunchi e qualche laghetto dove ranocchi e piccoli pesci d'acqua dolce si riunivano, a volte, felici e numerosi, quasi a ringraziare cotanta e splendida natura.
Alla fine della sua corsa, improvvisamente, si allargava in anse diverse e dolci, a voler abbracciare quel mare di meraviglie che aveva di fronte e pareva lo invitasse a tuffarvisi.
Qualche roccia, l'una possente, tal altra più mingherlina, si faceva accarezzare dalle sue acque, sempre limpide, mai arrabbiate o invadenti.
Animali di tutte le specie, piccoli e grandi, gli giravano intorno, bevevano e s'immergevano, sia per rinfrescarsi che per dare una spruzzatina di pulito ai propri corpi..

Una mattina di settembre, l'alba era nel suo passeggero splendore, alcuni animali parevano agitati, si muovevano avanti e indietro, le orecchie rizzate, ansiosi di spostarsi ma non lo facevano.
Anche gli uccelli disegnavano voli nervosi, s'inerpicavano nelle vie del cielo e dopo, quasi a precipizio, lambivano le acque del fiume e del vicino mare.
Riccardo, arrivato in quei lidi da favola, da un'isola molto lontana e altrettanto meravigliosa, era lì, un po' assonnato, un po' volutamente sveglio anche perché non sapeva niente di quello che stava per accadere.
Girava lo sguardo a destra e a sinistra, gli occhi al cielo per due uccelli coloratissimi che s’inseguivano a cento all'ora, ma erano solamente innamorati e quella corsa era la loro corte d'amore.
Da dietro un cespuglio sempre verde andava formandosi un'ombra scura e gigantesca, quasi immobile e paurosa, nel silenzio più totale.
Riccardo, forse anche stanco, era seduto su di un grosso ciottolo umidiccio ma a questo non aveva fatto caso.
Era interessato ai colori, ai movimenti di tutto quel che vedeva, al vento che gli scompigliava i capelli, dimenticati un po' lunghi da mamma e papà. Ma non ne era infastidito.
All'improvviso s'alzò in piedi, quasi che volesse sfidare qualcuno o, al contrario, che avesse paura, ma di cosa e di chi?
Di quell'ombra che avanzava, silente e poderosa? Sì, sì, si era alzato perché preso da quell'ombra che tale non era più, ma che cos'era?
Ecco cos'è! - disse Riccardo -, è un ippopotamo! Mamma mia, un ippopotamo, che brutto! che bello! E ora casa fa?
L'ippopotamo, tranquillo, muoveva i suoi piedoni con eleganza, era grigio-scuro e non aveva o dimostrava alcunché di minaccioso. Camminò per un centinaio di metri, tra sabbia e fanghiglia pulita, poi si adagiò sapientemente su una larga pozzanghera che lui senz'altro conosceva, poiché pareva fatta a sua misura.
Spalancò la bocca, e che bocca! I suoi due canini sembravano due fari bianchi. Scosse il corpo, sbatté i piedi e alla fine rotolò su se stesso, beandosi come creatura umana.

Ma perché, forse, non lo era?
Riccardo, ormai senza paura, estasiato e felice, seguiva tutta quella scena, braccia allargate sul dorso, pronto a una eventuale improbabile fuga.
Uccelli e uccellini si alternavano sul groppone di quella bestia, quasi a far festa, ma il bambino capì subito che gli stavano addosso per ripulirlo delle migliaia d’insetti attaccati ai suoi peli e anche alla pelle che, forse soffriva seppur ruvida e spessa.

Un attimo di pausa, l'ippopotamo semi sommerso, il suo respiro pesante, nuvole di moscerini e insetti, l'aria quasi torbida, il fiume, le sue anse, i cespugli a forma  di capelli spettinati, il cielo abitato da qualche nuvola, il mare della battigia conchigliata e colorata, con le alghe a spasso per una brezza sottile, e Riccardo?
Sempre lì, coi piedi insabbiati, a rigirarsi su sé stesso, quasi a cercare altro, di quella natura che lo stava sovrastando.

-       Ora me ne vado, fa caldo, il sole brucia e la mia pelle non è sufficientemente predisposta a riceverlo. Me ne vado, raggiungo i miei compagni d'avventura anche se ho dimenticato se devo continuare in avanti o tornare indietro.

Questo, Riccardo, andava pensando e dicendo ma non si era accorto che, fino a lui, ai suoi piedi, era arrivato un granchio, pure grande! Un granchio? E cosa ci faceva lì, lui, vicino a me e a un ippopotamo?
Boohh! E cominciava a perdersi fra cento pensieri e la natura poteva regalargliene mille e ancora mille altri.
Si chinò, guardò il granchio negli occhi, accarezzò la sua corazza iridescente, pareva ne godesse, mentre le sue chele riprendevano a muoversi, senza problemi, verso quell'acqua di mare che dondolava lenta e pulita.
E allora Riccardo si avviò per davvero, in cerca dei suoi amici...per raccontare.....

Gavino Puggioni
Inedita




domenica 24 giugno 2012

NELLA TORBIERA



Ho strappato dei fogli
Gridavano troppo forte
E stridevano nella quiete

Ho lasciato il silenzio
E un soffuso brusìo
Parole, come foglie
Portate dal vento
Chissà dove andranno?

Nella torbiera del tuo cuore
Forse sono dirette
Ma rimarranno?

Danila Oppio
Inedita

UNICA


un mare di cobalto
un tramonto rubino
una rondine sola
nell'immensità
il tuoi occhi
il tuo viso

meraviglia
del creato

insieme
in quell'infinito
che ti abbraccia
ti coccola
e ti fa splendore
di vita

unica
inimitabile
apoteosi
d'amore

Gavino Puggioni
Amando l'Amore

L'IMPRONTA


Sabbia bagnata
impronta di piedi
mi stupisco di essere.
Onde trascinano l’impronta
che segna il tempo.
Ritornano maree
si riaccende
l’impeto del cuore.

sabato 23 giugno 2012

Mozart: Piano concerto n. No. 21 in C major, K.467 Pollini-Muti



Questo brano è stato scelto come colonna sonora del film Elvira Madigan, che tratta della vera storia di due amanti.




La storia di questa donna assomiglia incredibilmente a quella di Mary Vetsera: come lei morì tragicamente per un amore impossibile, in una terribile storia di omicidio suicidio avvenuta nel 1889, sei mesi dopo la tragedia di Mayerling.

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Elvira Madigan (1867-1889).

Riporto la storia da wikipedia.

Elvira Madigan, alias Hedvig Antoinette Isabella Eleonore Jensen (Flensburg, 4 dicembre 1867 – Tåsinge, 20 luglio 1889), è stata una artista danese di origine tedesca, di professione acrobata di circo.
Morì in drammatiche circostanze in seguito ad un amore disperato e la sua vicenda è stata raccontata nel film svedese omonimo del 1967 - appunto, Elvira Madigan - diretto dal regista Bo Widerberg e premiato come miglior film straniero al National Board of Review Awards 1967.

Nata nella regione dello Schleswig, al confine fra Germania e Danimarca, era figlia di Eleonora Olsen, artista norvegese di circo, e di uno stalliere danese. Ancora bambina seguì la madre che si era nel frattempo unita al gestore dell'American Circus John Madigan, del quale la giovane assunse il cognome.
Mentre si trovava in Svezia come funambola ed equilibrista con la compagnia circense del patrigno che aveva fondato un circo a suo nome, il Circo Madigans, conobbe un ufficiale di cavalleria, il conte Bengt Edvard Sixten Sparre.

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Il conte Edvard Sixten Sparre (1854-1889)

Sparre e Madigan si innamorarono ma la loro relazione sentimentale fu ostacolata dalla precedente unione matrimoniale dell'ufficiale, già padre di due bambini. Dopo essersi scambiati appassionate lettere d'amore per circa un anno, nel giugno del 1889 i due decisero di scappare insieme in Danimarca, dove trascorsero un mese.
Terminati i denari che avevano a disposizione, e non vedendo alcuna via di uscita positiva per il proseguimento della loro storia d'amore, i due decisero drasticamente e congiuntamente di porre fine alla loro vita. Per attuare il loro tragico intento organizzarono un pic-nic a Nørreskov (foresta del nord), sulle sponde dell'isola danese di Tåsinge. Lì consumarono il loro ultimo pasto, dopo di che Sparre esplose contro Madigan un colpo della sua rivoltella d'ordinanza. Dopo avere ucciso l'amante, l'ufficiale si tolse a sua volta la vita.
Elvira Madigan aveva ventuno anni e Sixten Sparre trentacinque. Era il 20 luglio 1889.
La loro tomba è situata nel cimitero di Landet, sull'isola Tåsinge ed è meta di turisti provenienti da tutto il mondo.

SONNY'S DREAM




Sonny lives on a farm, in the wide open space
You can kick off your sneekers, and give up the race
You can lay your self down, by a sweet river bed
Sonny always remembers, what it was his moma said

Chorus

Sonny don't go away, I am here all alone
And your daddy's a sailor, and he never comes home
And the nights get so long, and the silence goes on
And I'm feeling so tired, I'm not all that strong

Sonny caries a load, He is barely a man
There's not all that much to do, still he does the best he can
And he lives in a room, at the top of the stairs
And the sea keeps on rollin in it's done that for years

Chorus
[ Lyrics from: http://www.lyricsmode.com/lyrics/v/valdy/sonnys_dream.html ]
Sonny don't go away, I am here all alone
And your daddy's a singer, and he never comes home
And the nights get so long, and the silence goes on
And I'm feeling so tired, I'm not all that strong

Towns a hundred miles away Sonny's never been there
He just goes to the highway and he stands there and stares
And the mail comes at four and the mail man is old
Yet he's still dreaming dreams filled with silver and gold

Chorus

Sonny don't go away, I am here all alone
And your daddy's a sailor, and he never comes home
And the nights get so long, and the silence goes on
And I'm feeling so tired, I'm not all that strong
Sonny don't go away, sonny don't go away


More lyrics: http://www.lyricsmode.com/lyrics/v/valdy/#share

SAN LORENZO

Dieci agosto
L'incandescenza
Della notte di San Lorenzo
Di pascoliana memoria

Inesistente,
 La scia
D'una meteorite lontana
elevata al rango
di stella cadente

Come di zolfanello
Su nero bitume
Cielo d'agosto
Bucato di stelle

- Capocchie di spilli -
Sembianti
 Anni luce
lontane, algido
il loro chiarore

Ancora e sempre
Apparenza, di immensi
Corpi celesti, infuocati,
Brucianti, ribollenti

Dieci agosto
S'incendia un pensiero
Se ciò che inganna
Uno dei cinque sensi

In modo tanto clamoroso
Abbaglia l'uomo
Di cos'altro dovremmo
stupirci ancora?

Danila Oppio
Inedita




X AGOSTO



X AGOSTO



San Lorenzo, io lo so perchè tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perchè sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla

Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de' suoi rondinini.

Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
 
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero; disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono...

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano invano;
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!


Giovanni Pascoli
da “Myricae”
Arnoldo Mondadori Editore
I Giganti della Letteratura – 1968 -

GALLERIA D'ARTE: MILO MANARA biografia

Pankaspe: seduttrice di Alessandro Magno
Milo Manara (vero nome Maurilio Manara - Luson (Bolzano), 12 settembre 1945) è un autore e disegnatore di storie e vignette a fumetti, conosciuto in Italia e all'estero per il fascino sensuale delle sue tavole.

Terminato il liceo artistico e iscrittosi alla facoltà di Architettura a Venezia, si è avvicinato alla pittura debuttando nel mondo del fumetto a fine anni Sessanta come autore di storie erotico-poliziesche sulla collana Genius, tematica ripresa subito dopo in Jolanda de Almaviva, serie sexy di grande successo.

Dopo alcuni lavori realizzati per il mondo dei giovanissimi (Il Corriere dei ragazzi, 1974) Manara inizia prestigiose collaborazioni. Di particolare rilievo quella con il regista Federico Fellini, che porterà alla realizzazione di Viaggio a Tulum e Il viaggio di G.Mastorna detto Fernet.

Sul versante satirico, risale a metà anni Settanta la realizzazione, con Saverio Pisu, della rivista Telerompo. Sempre per la sceneggiatura di Pisu pubblica su Alterlinus (1976) Lo scimmiotto. Altre importanti collaborazioni di Manara sono quelle con Larousse (per una Storia di Francia a fumetti, La scoperta del mondo e La Cina) e Mondadori (tre episodi della Storia d'Italia di Enzo Biagi). Con Pedro Almodovar (Parigi, 1993), ha collaborato per La feu aux entrailles. Altre sue storie: Il profumo dell'invisibile (1986), Candid Camera (1988), L'uomo delle nevi (1979), su testi di Alfredo Castelli, all'interno della collana Bonelli Un uomo, un'avventura, Giuseppe Bergman (1980), sequel del primo episodio pubblicato in Francia e Belgio), e il western Quattro dita (l'uomo di carta), anche questo per Bonelli.

Su testi di Hugo Pratt, suo modello, Manara ha disegnato sulla rivista Corto Maltese il racconto Tutto ricominciò con un'estate indiana, considerato uno dei suoi capolavori. L'esperienza con Pratt si è ripetuta poi anche per El Gaucho.

Con l'espandersi della comunicazione multimediale, la sua attività si è diversificata orientandosi anche verso la realizzazione di vignette per campagne pubblicitarie e contributi per Internet; di Manara la rivista per adulti Playmen ha pubblicato in Italia Il Gioco, versione uno (1983) e due (1991). Infine del 1996 la realizzazione del primo CD-ROM su una sua storia, Gulliveriana, seguito - 1997 - da Il gioco del Kamasutra. Recentemente ha iniziato una collaborazione con la DC Comics per la sua sottoetichetta Vertigo, realizzando la storia di Desire per il progetto The Sandman Endless Nights.

Da wikipedia

HAIKU




Haiku 2

stanza chiusa
nel silenzio uno sparo-
il cane piange




Giovanni De Simone
Inedita

GALLERIA D'ARTE: MILO MANARA










































L'artista del fumetto, per eccellenza,  ha un chiodo fisso: le giovani e belle donne! Ed in effetti, le rappresenta al meglio, nei suoi disegni. Il suo stile è colmo di erotismo, seducente ed ironico.














venerdì 22 giugno 2012

Felix Mendelssohn-Bartholdy - Ouverture Die Hebriden "Fingals Höhle, op. 26

HO SPOGLIATO


Ho spogliato
un campo di grano
fili dorati
creati dal sole
ed ho pensato a te
terra mia
in oblio da braccia
di un tempo andato
ancora mio

Ho calpestato
paglia e fieno
ho disturbato
una biscia assopita
nel torpore
del meriggio
le ho chiesto scusa
mentre lei se n'andava
per altre ombre

Un cucciolo
di merlo aspettava
a bocca aperta
la mamma
era via per il suo cibo
e la sua nenia
m'incantava
come inno alla vita
come inno all'amore

Il sole negli occhi
il cielo nel cuore
la terra che amo
il vento che m'accarezza
e il mare là
in fondo a quelle doline
una roccia d'argento
ahimè! come specchio
al mio sofferto miraggio

Gavino Puggioni
Inedita

TU NON SEI QUELL'UOMO


MariaAntonietta Laraia - arcangelo Gabriele

Tu non sei
Quell’uomo che profferisce
Insulti, e neppure quello
Che antepone il suo egoismo
Alle necessità altrui

Se tu esisti
Sei un miracolo
Se non esisti, per me sola
Ti ho inventato

Quel che so
È d’averti rivestito
Di ogni virtù pescata
Nel fondo dell’anima
Di ogni uomo probo

Ne ho composto
Una miscellanea rendendo
La tua persona immortale

Non esiste uomo
Che ti sia al pari
E se fosse reale
Quello sei tu solo

Ti ho dato di un arcangelo
Il nome, poiché ne possiedi
La perfezione sublime

E se fossi privo di ali
Te ne costruirò su misura
Un paio, intessute di poesia
E di quell’amore
Che da te emana

Danila Oppio
Inedita
Maria Antonietta Laraia si è diplomata in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bari nell’anno 1994. E’ una giovane iconografa che vive ed opera a Trani (BA). Poichè proprio alla Grecia le tradizioni della terra pugliese si legano indissolubilmente, in particolar modo quelle della Città di Trani che ha come Patrono “San Nicola il Pellegrino” proveniente da Stiri, nella Focide, seguendo un percorso artistico e spirituale si accosta nell’anno 2000 all’iconografia studiando alla scuola dei maestri Fabio Nones, Stefano Armakolas e K. Xenopoulos, approfondendo tematiche e stili dell’iconografia bizantina elaborata dalla scuola Cretese e Macedone. Dedicandosi all’icona come espressione Ecumenica di fede, segno di “unità” fra Oriente e Occidente, Maria Antonietta Laraia ottiene, con cerimonia Cattolico-Ortodossa, la “Benedizione dell’Iconografo” ponendo la sua opera al servizio della Chiesa. Viene presentata ufficialmente come “maestra iconografa tranese” dal Sindaco della Città e dall’Arcivescovo della sua Diocesi (Trani, Barletta, Bisceglie e Nazareth), durante la  solenne cerimonia d’insediamento del Centro Pastorale Ortodosso Romeno in Trani, tenutasi nell’anno 2008 nella Cattedrale alla presenza di S.Em. Josif, Arcivescovo e Metropolita della Metropolia Ortodossa Romena dell’Europa Occidentale e Meridionale e del Rev. Padre M. Driga. Realizza mostre personali e collettive confrontandosi sia con iconografi italiani che provenienti da paesi dell’Est, in occasione del V° e VI° Meeting Internazionale sul Dialogo Ecumenico Cattolico-Ortodosso (“Kairòs”-Bari, 2005/06), presieduti, fra gli altri, da: S.Em. Teodosie, S.Ecc. Siluan, primo Vescovo della Diocesi Ortodossa d’Italia, S.Beatit. Card. Husar dell’Ucraina e dall’Ecc.mo Archimandrita S.Gajek della Bielorussia. Si impegna nel suo ministero di iconografa a far conoscere l’icona bizantina tramite mostre, seminari e corsi individuali e collettivi di iconografia. Esegue lavori per Chiese, Monasteri e privati.