benvenuti

Questo blog è di Danila Oppio, colei che l'ha creato, e se ne è sempre presa cura, in qualità di webmaster.

martedì 15 maggio 2012

Giovanni De Simone


Giovanni De Simone – L’arte per il mondo e il mondo per l’arte
Il mondo è per tutti come una finestra chiusa che aspetta di essere aperta e dalla quale ognuno osserva gli eventi creando il suo personale ed unico punto di vista. L’artista si spinge molto in più in là, poiché interpreta ciò che accade intorno a noi e dona sostanza visiva al suo pensiero suscitando emozioni che tutti possiamo condividere. Su questa base, il coinvolgimento emotivo del fruitore, poggia le basi la ricerca che Giovanni De Simone compie intorno alle sue opere. Il suo lavoro può perciò definirsi compiuto e ripagato degli appassionati sforzi impiegati nel processo creativo nel momento in cui chi osserva l’opera dona ad essa un significato. In questo modo l’atto del vedere diventa la scintilla che dà vita ad un dialogo in cui si riflette il valore sociale dell’arte e la sua vocazione ad unire le persone nella condivisione sincera delle idee. La domanda da porsi quando ci si confronta con un’opera di De Simone è perciò: “Che cosa vedi?”. Di conseguenza l’arte è veramente tale quando è espressione del nostro stato d’animo e suscita in noi una reazione percettiva.
Partendo da tali premesse concettuali l’artista, guidato da preciso rigore di coscienza critica, esplora le potenzialità espressive dei suoi soggetti con singolare libertà creativa, dando vita ad un’arte svolta sul filo di un personale e inedito sentiero iconografico. Dal momento che “Tutto si crea e nulla si distrugge” è la vita quotidiana ad offrire all’estro creativo di De Simone i mezzi necessari per definire il proprio linguaggio visivo. Il lavoro può cominciare da un frammento di carta colorata, dall’incarto di un cioccolatino, dalle ceneri delle sigarette; tanti sono i materiali che ci vengono spontaneamente incontro la cui espressività assopita risuona grazie alla “voce” del pittore: zafferano, acetone, smalto per unghie, fondo tinta, lastre radiografiche; “dal mare di carta tagliata / i colori trovati / incollati liberi nello spazio / placano l’anima”. Manipolando e assemblando il materiale raccolto l’artista risponde ad un’urgenza creativa che non si richiama ad una commissione o ad un incarico assunto, ma che è invece appassionatamente sentita, volta a catturare le immagini associate ad un pensiero e a rappresentarle dando ad ogni stimolo creativo una risposta unica che mai si ripete .
Giovanni De Simone crede nel dialogo e nello stare insieme ed è un artista vicino al suo fruitore, al quale comunica con spontaneità emotiva non solo tramite le immagini, ma anche grazie alle parole. E proprio quest’aspetto contribuisce a delineare la sua fisionomia poiché egli parla delle sue opere: le schede di presentazione dei quadri sono arricchite da frasi e pensieri con cui l’artista, che è anche scrittore e poeta, si rivolge ai destinatari dei suoi lavori, ai quali comunica il perché del quadro, il senso che lo accompagna, in un connubio di immagini e parole che danno vita ad un intervento che è allo stesso tempo narrativo e simbolico. Parole e immagini sono perciò argomenti tanto integrati gli uni agli altri da non poter essere considerati singolarmente: l’atto interpretativo che sorge dal loro accostamento è la chiave di lettura delle opere. La sensibilità artistica, unita ad un’attitudine di indagine stilistica, guida la mano dell’artista che trasforma un atteggiamento riflessivo e critico in un’opera creativa nella cui sostanza la poesia è immagine e l’immagine poesia.
Questa linea di pensiero è portata per mano dal desiderio di veder partecipare le persone non solo mediante l’osservazione dell’opera compiuta, ma anche tramite le suggestioni indotte da una meditazione intensa e partecipe intorno ai titoli dei cicli, particolarmente evocativi (Colore trovato, Fascino di china, Fondo dell’anima, …in fumo). Ogni ciclo ha così un suo titolo, ma le opere che lo compongono ne sono prive: in questo modo esse sono lasciate all’animo del fruitore e alla sua libera interpretazione. Questa ricerca concettuale ci apre gli occhi: l’arte è vedere e, allo stesso tempo, pensare.

Alberto Bonacina

1 commento: