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martedì 20 marzo 2012

Secondo Der Spiegel noi “italienisch” siamo tutti “Schettini”. Spettacolo Costa-Concordia, molti giorni dopo….

di Gavino Puggioni. Lo spettacolo?…….non è finito!, come anche la crociera dei benpensanti!
Infatti, a distanza di molti giorni dalla tragedia della Costa Concordia, le cronache e le tv di tutto il mondo non smettono di parlare di quella che doveva essere una piacevole gita in mare per molti dei componenti la nostra società, bambini compresi. Ed è giusto sia così, perchè quelle vittime arrecano tristezze, dolori, mancanze, ma arrecano anche rabbia e sconforto se si pensa che quelle quattromila persone stavano  vivendo su una comunità galleggiante  e filante, chiamata, appunto, nave da crociera.
La cosa che, però, infastidisce di più è che, a capo di questo villaggio vagante e marinaresco, ci sia stato un solo uomo, il Comandante, il Capitano, che di rotte marine avrebbe dovuto intendersene.
Ma perchè questo signore deve esser sempre solo, a comandare, a decidere, a disporre, visto che si è in vacanza, dell’altrui vite, così poco considerate?
Sappiamo che c’è anche il vice-comandante, il primo fino al terzo ufficiale di bordo, il primo e secondo ufficiale di macchina, per i motori, un commissario di bordo, altra autorità, ed una serie di corresponsabili che possono dire la loro ed agire di conseguenza col Capitano, quando qualcosa non va. Evidentemente, seppur qualcosa stava avvenendo, nessuno di questi soprannominati ha potuto intervenire per dare “consigli”, soprattutto quando l’inutile e folcloristico “inchino” stava diventando troppo inchinato verso scogli e scogliere che dovevano esser viste ad almeno tre miglia di distanza.
E’ successo il prevedibile ed ognuno, per conto suo, ha cercato di salvare il salvabile, almeno dal punto di vista umano. Il Comandante, no, ha salvato solo sé stesso ma non quella lettera di licenziamento per giusta causa che mi pare sia giusto indirizzargli.
Meno male che qui l’articolo 18 non c’entra!
Ma ora che la tragedia s’è consumata, rimane, addormentata dopo una puntura fatale, questa “creatura” del mare a dare spettacolo, e che spettacolo!, visto che novelli turisti e guardoni terrestri
si sono e si stanno mettendo in fila per fotografarla, per averne e conservarne un’immagine, quella tragica, quella violenta, quella inutile, come per dire –io l’ho vista! — che bella!, ma cosa? la faccia della morte?
Ora è spettacolo televisivo, tant’è che da mane a sera, non si vedono altro che i soliti pensatori-commentatori che dicono la loro, i se, i quando, i ma e i perchè, se… tutte chiacchiere da salotto riscaldato che non porteranno mai ad alcuna conclusione. Solo intrattenimento, speculazione sulle altrui disgrazie, solo vergogna, la solita ed inutile messinscena  all’italiana.
Nell’immagine, l’unica fotografia disponibile dell’iceberg che affondò il Titanic, immortalato pochi giorni dopo il disastro dal marinaio ceco Stephan Rehorek
Questo articolo è apparso nel mese di gennaio 2012 su Rosebud - giornalismo online

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